Nuove bombe nucleari USA piazzate in Europa: difficilmente Trump mollerà questo impegno

Nuove bombe nucleari USA piazzate in Europa: difficilmente Trump mollerà questo impegno

23 Gennaio 2025 0

L’amministrazione Biden ha speso molto per modernizzare l’arsenale nucleare americano, soprattutto le bombe nelle basi sul territorio europeo. Trump, che spesso critica gli alleati e minaccia di andar via dalla NATO, quasi certamente porterà a termine l’impegno nucleare, che intanto procede spedito.

Il primo Trump e le armi nucleari

Nel suo primo mandato Trump aveva proseguito il programma iniziato da Obama per la costruzione delle bombe nucleari di nuova generazione B61–12. Nel 2019 ha ritirato gli USA dal Trattato INF sulle forze nucleari a medio raggio. Con tale mossa ha di fatto cancellato tutti i colloqui precedenti sul disarmo, dando anzi l’avvio a programmi di riarmo di vari Paesi. E non ha avuto timore di discutere questo argomento delicato con frasi forti. Ad esempio, in un’intervista nel 2022 col giornalista britannico Piers Morgan ha spiegato come avrebbe reagito se fosse stato presidente al posto di Biden. Deridendo quest’ultimo per la sua debolezza, ha detto come avrebbe replicato all’utilizzo eccesivo, quasi minaccioso, della parola “nucleare” da parte di Putin. Lo avrebbe intimorito dicendogli: Abbiamo armi migliori, abbiamo molto più di voi, siamo di gran lunga più potenti di voi e tu non potrai usare mai più quella parola.

Il lavoro intrapreso da Biden

L’amministrazione Biden ha sempre favorito gli investimenti nella costruzione di nuove armi nucleari. Pensiamo al Sentinel, il missile che dovrà sostituire il vecchio Minuteman III entro il 2029 e che il Dipartimento della Difesa ritiene indispensabile per ottenere la deterrenza richiesta dal confronto con Cina e Russia. I suoi critici (pure fra i Dem) dicono invece che è inefficiente e sproporzionato rispetto a tale funzione, che aumenterà i rischi di un conflitto globale e che è pure tremendamente costoso. Nel frattempo è andato avanti il lavoro sulle bombe a gravità B61-12 LEP (Life Extension Program) con potenza fino a 50 chilotoni, le più moderne nel loro genere. Jill Hruby, capo della NNSA, agenzia del Dipartimento dell’Energia responsabile della sicurezza nucleare, ha da poco comunicato che nel 2024 l’arsenale di armi strategiche è aumentato di più di 200 unità di tali bombe destinate all’aviazione, oltre alle W88 Alt370 per i sottomarini.

Iniziato il dispiegamento in Europa

Lo scorso ottobre gli americani ha già annunciato l’introduzione della versione “13” per le suddette bombe a gravità, in modo tale da ampliare le opzioni del Presidente aggiungendo la capacità di raggiungere determinati obiettivi militari difficili e grandi. E sulle testate da piazzare in Europa, la loro funzione è proprio quella di migliorare la deterrenza nucleare contro gli avversari degli USA (leggasi: Federazione Russa). Il piano per il loro dislocamento sul Vecchio Continente è in via di completamento, ma non si sa esattamente quante ne verranno messe negli arsenali dei Paesi NATO. Probabilmente non meno di 100. Non si conoscono nemmeno i nomi dei siti in cui verranno dislocate, ma sembra che l’elenco includa la base di Lakenheath nel Regno Unito, in cui pare stiano allestendo il deposito per le armi nucleari tattiche.

Legami nucleari con la Germania

Sono cinque i membri europei della NATO che ospitano gli arsenali nucleari americani: Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia. Gli USA hanno hanno la loro base aerea più grande del continente proprio in Germania ed è questo il Paese in cui pongono i maggiori interessi strategici. Sono interessi condivisi da larga parte del panorama politico tedesco, se pensiamo che Washington lo scorso agosto annunciato vi dispiegherà entro qualche anno dei missili a lungo raggio. Sebbene il governo di Berlino critichi Trump sotto molti aspetti, nell’ambito militare è disposto a “collaborare”. L’attuale ministro della Difesa Boris Pistorius ha definito indispensabile l’ombrello nucleare USA sul suo Paese e si è detto sicuro che il presidente ritornato alla Casa Bianca, pur maltrattando gli alleati continentali, non ritirerà le armi nucleari dall’Europa. Per portarsi avanti, il governo tedesco ha approvato un investimento record da 20 miliardi di euro di ordinativi all’industria della difesa.

La Russia sempre nel mirino

Per i fautori della deterrenza nucleare americana in Europa, modernizzare gli arsenali significa trattare con Mosca da una posizione di forza. Oggi vorrebbero fare dell’Ucraina un avamposto per l’applicazione di tale politica. Pensiamo al Regno Unito, che possiede armi nucleari proprie e che in questo ambito ha una partnership con gli USA dal 1958, che oggi vorrebbe prolungare indefinitamente. Da pochissimo ha siglato un accordo strategico pure con Kiev, che potrebbe così avere in futuro la disponibilità delle bombe B61–12. Ha già i caccia F-16, in grado di trasportare ordigni nucleari tattici nelle versioni precedenti B61–3 e B61–4. Dunque un’Ucraina come piattaforma per tali velivoli trasformati in vettori nucleari: un’evidente minaccia alla quale Mosca non resterà indifferente, ma contro cui prenderà le misure che riterrà necessarie. A novembre il Cremlino aveva già adattato la dottrina nucleare alle circostanze attuali. Potrebbe modificarla ancora: in Occidente dovrebbero esserne consapevoli.

Martin King
Martin King

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