La Tunisia ha la seconda premier donna, quali sfide attendono Sarra Zaafrani Zanzri?
La nuova premier tunisina Sarra Zaafrani Zanzri ha recentemente assunto l’incarico con un discorso incentrato sulla necessità di affrontare le sfide economiche e sociali del Paese. Nel suo primo Consiglio dei ministri, venerdì, Zaafrani ha espresso gratitudine al presidente Kais Saied per la fiducia riposta in lei, sottolineando l’importanza di accelerare le riforme economiche, migliorare i servizi pubblici e rispondere alle richieste popolari. Tra le priorità evidenziate vi sono il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e il sostegno ai gruppi più vulnerabili.
Zaafrani ha ribadito la necessità di integrare le misure finanziarie nel quadro delle politiche pubbliche per garantire una trasformazione strutturale dell’economia tunisina. Ha inoltre esortato i membri del governo a lavorare con impegno per realizzare gli obiettivi nazionali e preservare la dignità del popolo tunisino attraverso nuove visioni e metodi di lavoro innovativi. La premier ha sottolineato l’importanza dell’armonia tra i membri del governo per affrontare le sfide attuali.
La nomina giunge in un momento cruciale
La nomina di Zaafrani è avvenuta in un momento cruciale per la Tunisia, caratterizzato da una crisi economica profonda e da tensioni politiche e sociali. Il presidente Saied ha rimosso dall’incarico Kamel Madouri, senza fornire spiegazioni ufficiali, e ha scelto Zaafrani come seconda donna a ricoprire il ruolo di primo ministro nella storia del Paese. La nuova premier porta con sé un bagaglio di esperienze significative: ingegnera civile con formazione internazionale, ha ricoperto ruoli chiave nel Ministero delle Infrastrutture e guidato importanti progetti infrastrutturali.
Tra i successi della sua carriera si annoverano il progetto del ponte di Biserta e la recente firma di un accordo con il Fondo del Kuwait per la costruzione di quattro ospedali regionali. Inoltre, Zaafrani si è impegnata nel rilancio dell’edilizia sociale e nell’introduzione di nuovi meccanismi di finanziamento abitativo per favorire l’accesso alla casa da parte delle famiglie meno abbienti.
Una strada in salita
Tuttavia, la strada davanti a Zaafrani è complessa. La Tunisia affronta un debito pubblico pari all’81 per cento del PIL, un elevato tasso di disoccupazione (16%, che sale al 40% tra i giovani) e un deficit commerciale in crescita. Il presidente tunisino Kais Saied, durante una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale, che ha preceduto l’annuncio del cambio alla guida dell’esecutivo, ha dichiarato che la Tunisia sta affrontando “pressioni forti” provenienti da fonti interne ed esterne, ma ha ribadito la ferma volontà di proseguire la “lotta per la liberazione nazionale”.
Il Capo dello Stato ha sottolineato che ogni evento viene gestito con “cautela e pazienza”, dando priorità alla “pace sociale”, minacciata da “rischi considerevoli”, e garantendo l’unità dello Stato, combattendo la corruzione nel rispetto della legge. Il presidente ha elogiato la “profonda coscienza” del popolo tunisino, la “vigilanza” delle forze armate e di sicurezza e la “dedizione” dei leader nazionali, annunciando che “è giunto il momento di porre fine alle bande criminali che operano nelle istituzioni pubbliche”. A tal proposito, Saied ha ricordato “la piena responsabilità di ogni funzionario per complicità o negligenza”, confermando gli sforzi nella lotta per liberare il Paese dalla corruzione, ristabilire la giustizia e raggiungere gli obiettivi per cui molti tunisini hanno sacrificato la vita.
Necessarie riforme strutturali
La neo eletta premier dovrà implementare riforme strutturali per attrarre investimenti esteri, ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche e ridurre le disuguaglianze sociali. Inoltre, dovrà affrontare l’aumento delle proteste sociali legate a condizioni lavorative precarie e servizi pubblici inadeguati. Zaafrani rappresenta una figura simbolica non solo per le sue competenze tecniche ma anche per il suo ruolo come donna leader in un Paese arabo. La sua leadership sarà determinante per guidare la Tunisia verso una ripresa economica sostenibile e una maggiore stabilità sociale.
Deficit commerciale triplicato
Nei primi due mesi del 2025, il deficit commerciale della Tunisia ha registrato un aumento significativo, triplicandosi e raggiungendo i 3,52 miliardi di dinari (1,06 miliardi di euro), rispetto agli 1,78 miliardi di dinari (539 milioni di euro) dello stesso periodo del 2024. Questo incremento è attribuibile principalmente al deficit della bilancia commerciale energetica.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (Ins), il tasso di copertura tra esportazioni e importazioni è sceso al 74,3%, in calo rispetto all’85,7% registrato a fine febbraio 2024. Le esportazioni hanno subito una diminuzione del 4,4%, attestandosi a 10,169 miliardi di dinari (3,078 miliardi di euro), mentre le importazioni sono aumentate del 10,2%, raggiungendo i 13,687 miliardi di dinari (4,147 miliardi di euro).
Deficit Energetico in Crescita, Esportazioni in Calo
Il deficit commerciale escluso il settore energetico è diminuito a circa 1,6 miliardi di dinari (484 milioni di euro), mentre il deficit del settore energetico è aumentato a 1,84 miliardi di dinari (557 milioni di euro). Il calo delle esportazioni è stato influenzato principalmente dalla diminuzione delle vendite di prodotti energetici (-5,1%) e agroalimentari (-16,5%), con una riduzione significativa delle esportazioni di olio d’oliva. Anche i settori meccanico ed elettrico (-5%) e tessile (-0,6%) hanno registrato una flessione, mentre il settore minerario ha visto un aumento del 9%.
Segnali positivi
L’agenzia di rating Moody’s ha recentemente rivisto al rialzo le prospettive per il sistema bancario tunisino, passando da negative a stabili. Tale decisione coinvolge alcune delle principali istituzioni finanziarie del Paese, tra cui Amen Bank, Banque de Tunisie (Bt), Banque Internationale Arabe de Tunisie (Biat) e Société Tunisienne de Banque (Stb), segnando un miglioramento significativo nella valutazione del settore.
Miglioramento Rating e Ragioni della Revisione
I cambiamenti di rating riguardano i depositi e il rischio di controparte a lungo termine. Nel dettaglio, i rating di Amen Bank, Bt, Biat e Stb sono stati migliorati da Caa2 a Caa1. Per Bt e Biat, il rating è stato incrementato da Caa1 a B3, mentre per Stb è passato da Caa2 a Caa1. Moody’s ha spiegato che questa revisione riflette la capacità dimostrata dal governo tunisino di rispettare i propri impegni sul debito sovrano e la riduzione del rischio di incidenti. La stabilizzazione delle riserve in valuta estera e il contenimento dei deficit fiscali hanno contribuito a migliorare la resilienza dell’economia tunisina agli shock esterni.
Sfide e Rischi Persistenti
Nonostante il miglioramento delle prospettive, la crescita economica della Tunisia rimane debole, gli squilibri fiscali ed esterni sono ancora rilevanti e le banche tunisine mostrano un’elevata esposizione al debito sovrano, che rappresenta un rischio per la loro solvibilità e liquidità nei prossimi 12-18 mesi.
Stabilizzazione Economica e Prospettive Future
Il miglioramento delle prospettive bancarie si inserisce in un quadro più ampio di stabilizzazione economica. Secondo Moody’s, la Tunisia ha beneficiato di una riduzione del deficit delle partite correnti e di una gestione più efficace delle riserve valutarie. Tuttavia, l’elevato livello del debito pubblico e le rigide strutture di spesa pubblica continuano a limitare la capacità del governo di reagire agli shock economici.
Moody’s prevede che il sistema bancario tunisino continuerà ad affrontare pressioni legate alla necessità di riforme strutturali e alla fragilità dell’ambiente socio-economico. Miglioramenti futuri dipenderanno dalla capacità del governo guidato da Zaafrani di accelerare il consolidamento fiscale e garantire un accesso sostenibile ai finanziamenti esterni.

Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.