L’ultimo saluto di Tunisi a Claudia Cardinale, icona della Piccola Sicilia e dei legami indissolubili tra Italia e Tunisia
Un filo di memoria e affetto che unisce indissolubilmente Italia e Tunisia è emerso con forza nell’ultimo saluto di Tunisi dedicato a Claudia Cardinale. L’attrice, simbolo del cinema mondiale, è stata ricordata ieri sera nella chiesa di Saint-Augustin-et-Saint-Fidèle a La Goulette, il quartiere storicamente abitato dai siciliani e luogo della sua infanzia. Alla cerimonia, organizzata dall’associazione Piccola Sicilia, hanno preso parte rappresentanti delle comunità italiana e tunisina, tra cui l’ambasciatore d’Italia a Tunisi, Alessandro Prunas, il console Lorenzo Ciarlo e varie autorità dei due Paesi.
Le origini
“Claudia nacque qui a La Goulette la piccola città marinara che da secoli rappresenta un mosaico di etnie, religioni e culture, nel 1938. Crebbe tra la comunità italiana e quella tunisina, muovendosi ogni giorno tra tre lingue: l’italiano in famiglia, il francese a scuola e il tunisino per le strade. Questa pluralità non fu mai un peso, bensì una ricchezza: una radice multipla che la rese autentica figlia del Mediterraneo, riflesso della sua personalità artistica e umana”, ha dichiarato a “Strumenti Politici”, Said Laabidi, deputato per la delegazione di Cartagine-Sidi Bou Said, al Consiglio nazionale delle regioni e dei distretti, la seconda camera del parlamento tunisino, e membro del Consiglio locale di Carthage, ricordando che “la sua carriera iniziò quasi per caso, partecipando a un concorso di bellezza organizzato a Tunisi, che la condusse poi a Roma. Lì, in poco tempo, divenne una delle attrici più celebri del cinema italiano”. L’attrice ha lavorato con grandi registi come Federico Fellini, Luchino Visconti e Sergio Leone, e recitò al fianco di giganti come Marcello Mastroianni, Alain Delon e Charles Bronson.
La memoria
Nonostante la fama internazionale, Cardinale non smise mai di ricordare la sua terra natale. Nei suoi interventi evocava l’infanzia a La Goulette, le spiagge, i mercati, definendoli
la memoria della mia prima infanzia.
“Per lei – aggiunge il parlamentare tunisino – la Tunisia le aveva donato apertura e tolleranza, e il Mediterraneo era la vera patria che la univa all’Italia e al mondo. Con questo spirito, è divenuta un simbolo culturale che incarna i forti legami tra i popoli tunisino e italiano”. Lontano dai riflettori, Claudia fu anche una voce impegnata nella difesa dei diritti delle donne. “Ha rotto gli stereotipi che relegavano la donna al solo fascino estetico, dimostrando che un’attrice poteva unire carisma scenico e profondità di pensiero. Alzò la sua voce a favore della libertà e dell’uguaglianza, diventando un’icona femminista a livello mondiale. Questa dimensione non era separata dalle sue radici tunisine: da La Goulette aveva ereditato lo spirito di apertura, dall’Italia la forza espressiva dell’arte, componendo così il ritratto compiuto di una donna mediterranea libera”, conclude il membro del Consiglio nazionale delle regioni e dei distretti.
Hajer Bourguiba, figlia del presidente Habib Bourguiba, padre fondatore della Tunisia indipendente, ha rievocato la profonda relazione che legava Cardinale alla sua terra natale: “Ogni volta che parlava della Tunisia, i suoi occhi brillavano. Mi raccontava con entusiasmo di quando, da bambina, gridava insieme alla sua famiglia ‘Bourguiba è arrivato!’. Ricordava con emozione il primo giugno, giorno della Vittoria e della fine del colonialismo francese”. Secondo Bourguiba, Claudia Cardinale era ben più di una diva: “Aveva negli occhi una luce speciale, qualcosa che trasmetteva la sua anima“.
La sua terra
In tutte le interviste non mancava mai di citare la Tunisia, era come se la portasse sempre con sé, come una presenza costante nella sua valigia. Proprio come nel film La ragazza con la valigia, dentro quella valigia c’era sempre anche un pezzo della sua terra”. Anche Mohamed Abdelmajid Ben Ahmed, presidente di Piccola Sicilia, ha sottolineato il valore del legame culturale che l’associazione si impegna a custodire e rafforzare, ricordando come la figura di Claudia Cardinale resti un simbolo di questa amicizia storica tra le due sponde del Mediterraneo.
Hajer Bourguiba, racconta che “nonostante la fama che l’ha consacrata a diva mondiale, l’attrice è rimasta umile, una donna semplice”. Nel 2022, la figlia del primo presidente della Tunisia ha avuto “la fortuna, l’orgoglio e l’onore di accompagnarla in tutte le sue visite a La Goulette, nella casa dove aveva abitato”. In molti, hanno conosciuto a Tunisi il lato umano di Claudia Cardinale, “una donna simpatica, intelligente, semplice nel senso che non si complicava la vita, ma viveva come veniva. Era forte, perché sapeva quello che faceva, e lo si sentiva anche ripercorrendo la sua carriera, ma anche serena”.
I momenti difficili
L’attrice ha vissuto anche sicuramente momenti difficili. “Anche quando si parlava di Alain Delon o di altri, lei era così pudica, non ha mai voluto esporsi troppo nei film”, prosegue Bourguiba, ricordando che la Cardinale “si occupava di ambiente, di donne vittime di violenza, di discriminazioni e ovviamente di arte. Perché l’arte, per lei, era il vero veicolo di tutto, arrivando al cuore delle persone, come un film, come le fotografie che la immortalano”.
Il presidente del Comites, Sandro Fratini, ha identificato in Claudia Cardinale un simbolo chiave per la costruzione di ponti tra le due sponde del Mediterraneo: “è una figlia di Italia e Tunisia”. Nata a Tunisi da genitori siciliani, Claudia Cardinale ha mantenuto per tutta la vita un forte legame con il suo paese natale. “La sua storia e il suo successo hanno rappresentato per decenni un ponte culturale tra i nostri paesi, unendo le due sponde del Mediterraneo attraverso l’arte e il talento”, ha dichiarato il presidente del Comites di Tunisi. Il suo contributo al cinema italiano e internazionale è stato inestimabile, “ma per noi del Comites e per tutta la comunità italo-tunisina, Claudia Cardinale resterà per sempre un simbolo di orgoglio e un esempio di come le radici possano essere fonte di ispirazione per il mondo intero“, aggiunge Fratini, indicando che la sua memoria e il suo spirito continueranno a vivere nelle sue straordinarie interpretazioni e nel cuore di tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerla.
L’intitolazione di una strada
L’evento, promosso dall’associazione e supportato da diverse istituzioni tunisine e dall’allora ambasciatore Lorenzo Fanara, ha visto l’intitolazione di una strada a Claudia Cardinale. “Sapevamo fosse una grande attrice, una grande star, ma il suo talento era immensamente superiore a ciò che si credeva”, conclude Hajer Bourguiba: “quando, con la sua scomparsa – aggiunge – la sua opera è tornata sotto gli occhi di tutti, ci siamo resi conto davvero di tutto quello che aveva fatto. E il suo legame con la Tunisia era vitale, faceva parte di lei”. Per Hajer Bourguiba e per molti tunisini, Claudia Cardinale rappresenta infine “l’illustrazione stessa dell’emigrazione nel mondo”.
Oggi, “quando vediamo i tunisini partire per l’Italia e talvolta morire nella miseria, penso che Claudia rappresenti un vettore di speranza. I giovani devono capire che anche i siciliani venivano qui per costruirsi una vita. Suo padre era nato qui, quindi lei non era di prima generazione: era tunisina prima ancora che italiana”, afferma ancora Bourguiba, ricordando che il padre di Claudia Cardinale “lavorava come ingegnere delle ferrovie, altri italiani come insegnanti, altri ancora acquistavano terre. E i loro figli, alla fine, erano a tutti gli effetti tunisini”.

Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.