Intanto noi in Europa paghiamo di più l’energia e il riscaldamento. Ringraziamo il masochismo di Bruxelles

Intanto noi in Europa paghiamo di più l’energia e il riscaldamento. Ringraziamo il masochismo di Bruxelles

2 Ottobre 2025 0

In Europa paghiamo l’energia almeno quattro volte più del grande alleato che ci vuole bene, gli Stati Uniti. A dirlo è niente popodimeno che Mario Draghi. Oltre a venderci il combustibile a caro prezzo, Washington con azioni politiche e tariffarie cerca di portarsi in casa le aziende dei Paesi europei. Intanto la desertificazione industriale del Vecchio Continente prosegua inarrestabile.

Gas più caro

Il vantaggio americano deriva in primo luogo dal fatto che gli USA sono essi stessi produttori ed esportatori di energia. Anzitutto, di gas naturale liquefatto (GNL), il combustibile che dovrà andare a sostituire il gas russo. Alle persone e alle fabbriche europee il GNL a stelle e strisce costa fino al 90% in più che ai cittadini americani. Un costo così alto è giustificato altresì dalle spese di trasporto e rigassificazione. La convenienza del gas russo sotto questo aspetto è evidente: tale combustibile infatti non deve arrivare via mare da un altro continente, ma giunge via terra coi gasdotti e grazie al Nord Stream poteva essere ricevuto direttamente in Germania, nel cuore economico dell’Europa. Ma a Bruxelles sono pazzi e masochisti.

Ma il petrolio…

L’unica magra consolazione è che nel caso del petrolio la differenza di costo con gli USA o con gli altri fornitori che non siano la Russia è inferiore. Il prezzo dell’oro nero infatti, essendo oggetto di accordi e di trattative di mercato a livello mondiale, è come se fosse fissato a livello globale. Poi però subentrano le spese di logistica, le accise, gli interessi locali ed ecco che le industrie italiane ed europee devono sobbarcarsi costi ulteriori di produzione. Lo stesso ovviamente vale per le persone comuni che vanno a fare il pieno dal benzinaio.

Europa importatrice masochista

Non che l’Europa abbia poi molte opzioni. La stragrande maggioranza dei Paesi europei dipende totalmente dalle importazioni. Regno Unito e Norvegia estraggono gas e petrolio dai loro giacimenti marittimi, ma il motore produttivo del continente formato da Francia, Germania e Italia deve acquistare combustibile per poter funzionare. Le cose però non andavano così male quando tra i fornitori di energia figurava anche la Federazione Russa, la quale come detto può darci gas naturale e petrolio a prezzi inferiore rispetto agli USA. Tuttavia il piano di Bruxelles è di rifiutare completamente gli acquisti di energia russa a partire dal 2027, costringendo cioè anche Ungheria e Slovacchia a smettere queste importazioni.

Mercato poco democratico

In altre parole, la Commissione Europea vuole imporre la sostituzione del combustibile russo con quello americano. Dunque Bruxelles vuole che passiamo da un fornitore di un prodotto indispensabile alla vita economica di un Paese moderno che offre un prezzo relativamente basso o a un fornitore di un prodotto analogo ma molto più caro. Naturalmente ciò è nel nostro interesse e per il nostro bene, perché Unione Europea significa libertà e democrazia, l’unico futuro che dicono possibile dopo aver eliminato tutte le altre opzioni. Peccato che finché si poteva comprare il gas russo, il mercato era veramente libero, poiché era una situazione di concorrenza tra i fornitori nella quale si potevano stringere accordi più convenienti e trovare soluzioni migliori per i compratori. Oggi si va verso il monopolio dell’energia, tutto il contrario dei principi capitalistici occidentali che dovrebbero essere alla base della nostra società.

Accordo capestro

Per incastrarci ancor di più in questa assurda situazione, il gran capo della Commissione Ursula von der Leyen ha siglato un accordo-capestro col presidente americano Donald Trump, il quale fa i suoi interessi, gli interessi dell’economia americana. Washington cerca infatti di tenere i costi bassi per le sue aziende, stimolandole così a produrre e a esportare. La UE invece pare desideri rovinarci impegnandosi a comprare dagli USA energia per un equivalente di 750 miliardi di dollari da qui al 2028. Una bella cifra, ma chi mette i soldi se non i cittadini e le aziende?

Sudditanza verso gli USA

Vi deve essere anzitutto una motivazione politica per questa sudditanza europea nei confronti degli USA persino a livello di energia. Per sussistere e prosperare, la “partnership transatlantica” richiede il sacrificio volontario degli interessi europei. È questo il prezzo salato della sicurezza energetica tanto agognata dall’Eurocommissione. Liberarsi dal giogo delle importazioni russe: un obiettivo tanto nobile quanto falsato alle fondamenta da premesse ideologiche che hanno scarso contatto con la realtà. Per noi sarà un futuro migliore senza il gas russo: ricorda un po’ quel tragico “lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come un giorno in più” detto da un ex premier che era appunto europeista convinto.

Giuliano Pellico
Giuliano Pellico

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