Il Perù dichiara lo stato di emergenza: un’altra “rivoluzione” della Gen Z?
Il presidente peruviano José Jerí ha incontrato i vertici delle Forze armate per coordinare la gestione dello stato di emergenza dichiarato nella capitale Lima. Col Consiglio dei Ministri riunito in sessione permanente, il premier Ernesto Álvarez ha annunciato la misura straordinaria pochi giorni fa, a seguito dei fatti di sangue avvenuti nel corso delle proteste popolari.
Scontri e instabilità
Si sono verificati diversi scontri violenti fra i manifestanti e i poliziotti in tenuta antisommossa. Jerí incolpa i criminali di essersi infiltrati nelle marce dei cittadini pacifici. Intanto ci sono stati centinaia di feriti e anche un morto, pare ucciso da un agente. È subito partita un’inchiesta, ma il Ministero dell’Interno cerca di fare da schermo alle accuse contro la polizia per non alzare ulteriormente la tensione e non far crollare il morale. Contro il governo è stato addirittura presentato un ricorso costituzionale riguardo alla morte del manifestante. Dall’inizio dell’anno ci sono stati almeno 6mila uccisioni, la cifra più alta dal 2017. Si teme che l’instabilità in tutto il Paese prosegua fino alle elezioni di aprile.
Le sollevazioni della Gen Z riportate dal mainstream
In una settimana di presidenza Jerí non può fare molto, ma non intende cedere o rassegnare le dimissioni. 38 anni, avvocato, da luglio era il presidente del Congresso. Oggi sostituisce come presidente ad interim Dina Boluarte, travolta dagli scandali, messa sotto impeachment e ormai priva del consenso popolare.
I manifestanti chiedono al governo peruviano di fare di più contro la corruzione e contro il crimine, in particolare per fermare le estorsioni ai danni di tassisti e autisti di autobus perpetrate dalle gang. I media internazionali descrivono le proteste come una rivoluzione della Generazione Z. La BBC titola: “Un morto dopo gli scontri fra polizia e manifestanti della Gen Z”. France 24 scrive: “Il Perù impone lo stato di emergenza fra le proteste della Gen Z”. Infine il New York Times parla addirittura di “Sollevazioni contagiose della Gen Z” e invita a iniziare a prestare attenzione alle proteste guidate dai giovani che si stanno diffondendo in giro per il mondo.

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