L’UE con Meloni al fianco della Tunisia per rilanciare l’economia e ridurre i flussi migratori
Domenica l’Unione europea ha offerto un importante sostegno finanziario alla Tunisia colpita da una prolungata crisi, frutto dello stato di emergenza per via degli attacchi terroristici, della pandemia covid-19 a cui è seguita l’offensiva in Ucraina, ma soprattutto di anni di sperperi e malagestione da parte dell’islam politico che si è insidiato in seno alla giovane repubblica dopo la rivoluzione del 2011, e a cui il presidente Kais Saied starebbe cercando di rimediare. L’Europa dunque è al fianco di Cartagine per rilanciare l’economia e ridurre il flusso di migranti irregolari attraverso il Mar Mediterraneo. Il Paese nordafricano, fortemente indebitato e in trattative per un prestito di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale (FMI), è passaggio per migranti e richiedenti asilo che tentano i pericolosi viaggi verso l’Europa, diventando spesso destinazione per migliaia di migranti. L’UE è pronta a offrire alla Tunisia un pacchetto da 900 milioni di euro più 150 milioni di euro di sostegno immediato. Oltre al commercio e agli investimenti, l’Unione europea aiuterebbe la Tunisia nella gestione delle frontiere e nella lotta al traffico di esseri umani, con un sostegno di 100 milioni di euro quest’anno.
L’annuncio è arrivato domenica durante la missione a Tunisi della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e al Primo Ministro del Regno dei Paesi Bassi, Mark Rutte. I tre leader europei hanno incontrato il Primo Ministro della Repubblica Tunisina, Najla Bouden e, in seguito, il Presidente Kais Saïed. La visita, come ha ricordato la Presidente del Consiglio stessa, durante le dichiarazioni conclusive, arriva appena cinque giorni dalla sua chiacchierata a Cartagine con Saied. “Siamo molto contenti di questa Dichiarazione congiunta firmata tra Unione europea e Tunisia: è un primo passo importante verso la creazione di un vero e proprio partenariato con l’Unione europea che possa affrontare in maniera integrata tanto la crisi migratoria quanto il tema dello sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo”. Ha esordito la Meloni, aggiungendo: “Abbiamo un’importante finestra di opportunità da qui alla fine del mese, quando si svolgerà il Consiglio europeo, vogliamo continuare a lavorare tutti sodo per arrivare in quella data con un memorandum già siglato tra Unione europea e Tunisia. A seguito di questo, Roma e l’Italia saranno pronte a organizzare la Conferenza internazionale sulla migrazione e lo sviluppo, della quale abbiamo parlato con il Presidente Saïed, che è un’ulteriore tappa di questo percorso”.
“Questo lavoro – ha spiegato ancora la presidente del Consiglio – è anche propedeutico per riuscire a fare passi avanti nell’importante accordo tra la Tunisia e il Fondo Monetario Internazionale. Grazie davvero alla Presidente von der Leyen, grazie al collega Mark Rutte. Credo che questa immagine di oggi renda molto bene l’idea di quanto siamo impegnati a dare una risposta ai nostri vicini tunisini”. Lo scorso anno il paese ha raggiunto un accordo di principio per un prestito di salvataggio del FMI di circa 2 miliardi di dollari. Ma da allora i colloqui si sono bloccati sulle riforme richieste dal fondo, in particolare sulle imprese statali e sui sussidi statali ai prodotti di base, compresi farina e carburante. Saïed, eletto con una maggioranza quasi assoluta dei tunisini nel 2018, forte del consenso popolare e del potente sindacato tunisino UGTT, martedì, aveva nuovamente criticato quelli che ha definito i “diktat” del FMI con sede a Washington. In passato, ha anche promesso “misure urgenti” per contrastare gli arrivi in Tunisia. I gruppi tunisini per i diritti lo hanno accusato di incitamento all’odio dopo che a febbraio aveva accusato “orde” di migranti dell’Africa subsahariana di essere responsabili dell’aumento della criminalità e di rappresentare una minaccia “demografica” per la popolazione locale. Gli attacchi ai migranti sono aumentati bruscamente dopo il suo discorso e in molti hanno denunciato perquisizioni e rastrellamenti contro gli irregolari. Sabato, il presidente ha anche affermato di aver rifiutato di trasformare la Tunisia nella “guardia di frontiera” europea, parlando a Sfax, una città costiera nella regione meridionale, da cui partono ogni anno molti migranti.
“Siamo qui come Team Europa. Vogliamo segnare una tappa importante nel rapporto tra la Tunisia e l’Unione Europea”. Ha aperto così il suo discorso la presidente Ursula von der Leyen, aggiungendo che “Con la Tunisia condividiamo molto più della vicinanza geografica, condividiamo una storia. Dal 2011 l’Unione europea sostiene il cammino democratico della Tunisia. È una strada lunga, a volte difficile. Ma queste difficoltà possono essere superate. Sullo sfondo delle incertezze globali, è nostro comune interesse rafforzare le nostre relazioni e investire nella stabilità e nella prosperità. Questo è il motivo per cui siamo qui, ed è per questo che stiamo lavorando con la Tunisia su un pacchetto globale”.
Von der Leyen ha spiegato che questo pacchetto si basa su cinque pilastri. “Il primo pilastro è lo sviluppo economico. Sosterremo la Tunisia per rafforzare la sua economia. La Commissione europea sta valutando l’assistenza macro finanziaria non appena sarà trovato l’accordo necessario. Siamo pronti a mobilitare fino a 900 milioni di euro per questo scopo. E come passo immediato, potremmo fornire altri 150 milioni di euro di sostegno al bilancio”. “Il secondo pilastro – ha aggiunto – sono gli investimenti e il commercio. L’UE è il principale investitore straniero e partner commerciale della Tunisia. E noi proponiamo di andare oltre. Vorremmo modernizzare il nostro attuale accordo commerciale. C’è molto potenziale per creare posti di lavoro e stimolare la crescita qui in Tunisia. Un focus importante per i nostri investimenti è il settore digitale. Abbiamo già una buona base. Il nostro progetto di punta, il cavo sottomarino Medusa, collegherà le due sponde del Mediterraneo. Il cavo Medusa sta portando la banda larga ad alta velocità nella regione, un vero e proprio ponte digitale che entro il 2025 collegherà 11 Paesi del Mediterraneo. Insieme alla Banca europea per gli investimenti, stiamo investendo 150 milioni di euro in questo progetto”.
“La più grande area di investimento che vediamo è l’energia. Questo è il nostro terzo pilastro. L’energia è un’area vantaggiosa per tutti. La Tunisia sta cercando di sfruttare il suo enorme potenziale per le energie rinnovabili. E l’Unione europea ha bisogno di fornitori affidabili di energia pulita mentre stiamo elettrizzando la nostra intera economia. Pertanto, dobbiamo investire nelle nostre infrastrutture in modo che la Tunisia possa esportare energia pulita in Europa. Una tappa importante in questo viaggio è l’interconnessione ELMED, un cavo elettrico sottomarino che collega la Tunisia all’Italia. L’Unione europea sta investendo più di 300 milioni di euro nell’interconnessione ELMED. Questa è una grande notizia per la Tunisia e l’Europa. In autunno, proponiamo di organizzare insieme un forum sugli investimenti per portare maggiori investimenti privati nel settore delle rinnovabili in Tunisia, compreso l’idrogeno. Per mettere tutto questo in una tabella di marcia comune”. Ha proseguito la presidente della Commissione europea.
Il quarto pilastro riguarda invece la migrazione. “Entrambi abbiamo interesse a rompere il cinico modello di business del contrabbandiere”. Ha ribadito von der Leyen, ammettendo che “È orribile vedere come mettono a rischio deliberatamente vite umane a scopo di lucro. Lavoreremo insieme su un partenariato operativo contro il contrabbando. E sosterremo la Tunisia nella gestione delle frontiere. Quest’anno l’UE fornirà alla Tunisia 100 milioni di euro per la gestione delle frontiere, ma anche per la ricerca e il soccorso, la lotta al contrabbando e il rimpatrio. L’obiettivo è sostenere una politica migratoria olistica radicata nel rispetto dei diritti umani”.
“Il quinto e molto importante pilastro – ha concluso – riguarda i contatti interpersonali. La Tunisia ha una popolazione giovane e vivace. E dovremmo fare di tutto per riunire le persone. Creeremo una finestra per la Tunisia nel programma Erasmus+ del valore di 10 milioni di euro per sostenere lo scambio di studenti. E istituiremo “Talent Partnerships” per offrire ai giovani tunisini l’opportunità di studiare, lavorare o formarsi nell’UE. Svilupperanno nuove competenze utili per modernizzare l’economia tunisina. C’è molto lavoro davanti a noi. Ho chiesto al Commissario Várhelyi di portare avanti questo progetto”.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.