Il delirio eugenetico di onnipotenza di cui soffrono le liberal-democrazie. G.K. Chesterton ci aveva avvertito con “Eugenetica e altri mali”.
Nel 1922 Chesterton ebbe l’ardire di “anticipare” i tempi, denunciando apertamente un pericolo che, in modo subdolo, stava diffondendosi nella società europea e nord-americana. Lo fece attraverso il libro “Eugenetica ed altri mali”. Senz’altro, non pochi coevi lo avranno considerato matto, ma d’altronde, si sa, nemo propheta in patria sua. A riabilitarlo come “profetico” da ascoltare ci pensiamo noi, cui sono dati da vivere questo tempo e la Grazia di esser idiosincratici a qualsiasi (dis)cultura mortifera. Il gigante del XX secolo e di Beaconsfield ha predetto con lucidità che gli eugenetisti avrebbero realizzato un mondo efficientistico, in cui il valore dell’uomo sarebbe stato deciso dalla sua capacità di produrre benessere economico; in cui il matrimonio sarebbe stato deciso, scelto e imposto secondo criteri genetici, basati sulla “qualità della vita”, sulla felicità e realizzazione dell’essere umano fondato, appunto, sulla visione dell’uomo solo “produttivo”; una “casta di medici” avrebbe avuto l’ultima parola – tirannicamente – sull’intera umanità. Ecco, dunque, il frutto dell’alleanza tra efficientismo tecnologico ed eugenetica (frutto di malthusianismo e spencerismo), che diviene lo strumento con cui lo “Stato servile” (leggere Hilaire Belloc, amico del nostro, per capire) elimina i poveri, i malati e tutti gli altri che considera come “i non più produttivi”.
Sì, G.K.C “ci aveva già avvertiti” di ciò che negli ultimi anni (in particolare tra il 2017 e il 2019) abbiamo visto succedere a diverse persone, quali i piccoli Charlie Gard e Isaiah Haastrup, vittime a causa della “morte di Stato”. Verso questi e il volere dei genitori si è scatenato il “vero accanimento da rifiutare”, quello di medici, politici (si pensi a coloro che vogliono l’aborto come diritto nella Carta europea) e giudici disumani – di varii parlamenti e corti, compresa l’europea dei diritti umani –, i quali hanno chiamato in causa le altre due professioni; un accanimento che inficia il giuramento di Ippocrate, il buon senso comune, lede la dignità della vita umana e la patria potestà. Non a caso ai Gard e agli Haastrup hanno dapprima fatto pressioni per far morire i loro figli, nel nome di una falsa misericordia, imposta con mantra-slogan, quali “è un’ostinazione irragionevole lottare per tenerli in vita”, oppure, e peggio ancora, “il loro massimo interesse è morire”. Dunque, dei medici politici e magistrati più pericolosi delle malattie stesse, giacché uniti nel proposito di morte contro la volontà di quei genitori di amare e aver cura dei propri piccoli. Una volontà su cui nessun uomo ha potere e davanti alla quale ci si deve inchinare; come la storia e sempre Chesterton ci ricordano, solo uno “Stato servile” (cioè pieno di persone considerate schiave, senza dignità) può osare tanto: se si spezzano i legami familiari, è più facile sottomettere in modo totalitario gli uomini e le donne. Le odierne liberal-democrazie – sulla scorta di filosofi come Ryszard Legutko – non hanno niente da invidiare a nazismo e comunismo, a causa del delirio eugenetico di onnipotenza, del nichilismo e del relativismo di cui soffrono.
Ecco ciò che giustifica i tentativi di ostacolare l’amore vero, rappresentato dai genitori per i loro figli dalla salute cagionevole, la speranza di vedere dei miglioramenti nella vita loro e degli altri malati, la possibilità di accompagnarli (quando la condizione non possa migliorare) fino alla fine, usando le cure palliative e portandoli a casa. Senza speranza e amore vero, ci sarebbero mai state personalità come Stephen Hawking, Andrea Bocelli e il pianista Michel Petrucciani?
La fine della seconda guerra mondiale e l’avvento delle democrazie liberali sembravano aver fermato la diffusione dell’eugenetica, e invece non è così; la cronaca attuale ci mostra infatti che essa sta tornando in modo più prepotente e pericoloso. Ma Chesterton ci ricorda ancora, dalle pagine di Eugenetica e altri malanni: “La cosa più saggia del mondo è gridare prima del danno. Gridare dopo che il danno è avvenuto non serve a nulla, specie se il danno è una ferita mortale. Si parla a volte di impazienza popolare; ma gli storici seri sanno che molte tirannidi sono state possibili perché gli uomini si sono mossi troppo tardi. Spesso è essenziale opporsi a una tirannide prima che essa prenda corpo…”
Laureato in Scienze Storiche. Con passione prova ad approfondire la Storia della Chiesa, l’antropologia religiosa, la storia dell’economia e delle esplorazioni. Avviato alla politica come servizio per il bene comune presso la scuola di formazione “Alcide de Gasperi”, curata da Fratel Enrico Trisoglio del San Giuseppe di Torino. Prova a ispirarsi ad autori cone Omero, Virgilio, San Tommaso d’Aquino, Dante, Santa Caterina da Siena, Shakespeare, Santa Teresina di Lisieux, Soloev’ëv, Dostoevskij, Solženicyn, Charles Dickens, Chesterton, Hilaire Belloc, padre Vincent McNabb, Tolkien, Giovannino Guareschi, Lewis, Augusto del Noce, Fabrice Hadjadj.
Tra i fondatori e i curatori del sito La Baionetta. Ha collaborato e collabora con diverse testate, quali Vita Diocesana Pinerolese, Tempi, il Foglio, il sito della fondazione romana Europa Popolare (legata al partito popolare europeo). Delegato giovani e consigliere regionale del Movimento Cristiano Lavoratori del Piemonte. Presidente dell’associazione culturale “Samizdat online”.