DL Scuola, Lapia (M5S): non era il momento di annunciare la promozione di tutti gli studenti. Non bisogna demotivare i ragazzi

DL Scuola, Lapia (M5S): non era il momento di annunciare la promozione di tutti gli studenti. Non bisogna demotivare i ragazzi

10 Aprile 2020 0

Continuando la nostra inchiesta sul DL Scuola, dopo aver interpellato il segretario nazionale dell’Anief, abbiamo interpellato la deputata del Movimento Cinque Stelle Mara Lapia, componente della Commissione Affari Sociali che, sulla sua pagina Facebook, ha bocciato il ministro dell’Istruzione sulla questione “studenti promossi”.

https://www.facebook.com/174217073305067/posts/585401235519980/?d=n
Infografica – La biografia dell’intervistata Mara Lapia

Ci può spiegare le ragioni del suo post di sfogo?

Non lo chiamerei uno sfogo, è stata più una provocazione, che fa seguito – peraltro – ad una lettera che ho inviato alla Ministra Azzolina lo scorso 26 marzo, chiedendo che si organizzasse l’attività didattica in modo tale da non lasciare indietro nessuno. Anche con il post di ieri, il mio intento era sottolineare che il dovere di un Governo come il nostro è quello di colmare le differenze sociali, tra regioni, scuole, famiglie, studenti. Io non sono contraria alla promozione di tutti gli studenti, penso però che non fosse questo il momento di annunciarlo e che così facendo la ministra abbia in qualche modo demotivato i ragazzi. 

Non rischiamo di avere un anno perso per molti alunni? In particolare quelli che sono chiamati a sostenere degli esami?

Sono in contatto con tanti insegnanti, dirigenti scolastici e genitori e posso dire che c’è il massimo impegno del mondo della scuola a far sì che non sia così, che non diventi un anno perso. Credo nel ruolo delle famiglie nel tenere alta l’attenzione e anche nella stessa voglia di tenersi al passo dei nostri ragazzi. 

Come legge la mancanza di confronto del ministro con i sindacati e le Regioni?

Io sono per il dialogo, trovo che sia indispensabile concordare gli interventi con i sindacati e le amministrazioni regionali, come ha sempre fatto finora il premier Conte. Ancor più in un momento così delicato per tutti.

Il ministro l’ha chiamata per un confronto?

No, ci mancherebbe. La ministra ha esperti e consulenti al Ministero, non mi aspetto alcun confronto. 

Il malessere da lei espresso vede anche altri parlamentari Cinquestelle condividere con lei questa idea?

Io manifesto ciò che penso, non è un malessere ma una divergenza di strategia che è normale in un Movimento come il nostro, con tante anime e tante sensibilità. 

Qual è il suo giudizio complessivo sul DL scuola?

Il decreto legge scuola è una cornice, per dare una valutazione dobbiamo aspettare ciò che il Ministero dell’Istruzione disporrà con le ordinanze, di cui per ora conosciamo poco.

Il M5S e la stessa ministra Azzolina, prima di ricoprire l’incarico al MIUR, avevano preso posizioni a sostegno del mondo dei precari. Come valuta lo slittamento della graduatorie? 

Penso che ci possa stare lo slittamento, in una situazione come questa. Magari non avrei rimandato di un anno, avrei fatto slittare di sei mesi per poi verificare l’evoluzione della pandemia.

Abdicare al concorso per titoli a causa della scarsa digitalizzazione del Ministero non può essere letto come abdicare al proprio ruolo? Se non si compie ora l’ammodernamento della macchina quando lo si farà? E peraltro per altre domande il MIUR è già attrezzato a gestirle in remoto, perché non adattare i dispositivi?

Credo che sia oggettivamente difficile per il Ministero espletare ora tutte le procedure, il problema dell’ammodernamento della macchina ministeriale è reale. 

Le pare consono continuare a parlare di concorso pubblico e non per titoli nonostante il CISPI si sia pronunciato in modo contrario e vista l’emergenza Covid-19?

In realtà la ministra Azzolina ha espresso un parere favorevole alla massima semplificazione del concorso, sta all’apparato ministeriale cogliere questo suggerimento e attuarlo. Di sicuro il problema del precariato nella scuola va affrontato, a settembre avremo circa 250.000 insegnanti precari che attendono una risposta.

Lei pensa che complessivamente il mondo della scuola uscirà rafforzato da questa emergenza o indebolito? 

Sono convinta che, anche in questo settore come in quello della Sanità, che seguo da anni più da vicino, da questa emergenza possiamo davvero imparare tanto. Sono due campi fondamentali per la vita delle persone, eppure negli anni sono stati i settori più depauperati e mortificati, con investimenti sempre più ridotti, tagli infrastrutturali e di organici, professionisti sottopagati e precari. La nostra scuola nell’emergenza ha reagito grazie alla serietà e alla abnegazione di tanti insegnanti e dirigenti innamorati del proprio lavoro. Sosteniamo la didattica, finanziamo la scuola, cominciamo con il mettere in sicurezza i nostri edifici scolastici a anziché chiuderli. Rendiamoli luoghi di cultura, accoglienti e moderni.

Se fosse ministro della Scuola quale provvedimento assumerebbe immediatamente?

Questa emergenza ha messo in luce quanto siamo arretrati dal punto di vista tecnologico, non solo nella scuola. Io metterei mano all’aggiornamento della macchina ministeriale, che non è adeguata, che richiede agli insegnanti ogni anno di presentare moduli, domande, certificazioni, sempre le stesse, che la scuola peraltro già ha. E poi introdurrei nei programmi scolastici l’educazione al corretto utilizzo dei dispositivi informatici per i nostri studenti, che già dalle scuole primarie, ormai, maneggiano cellulari e tablet.

Marco Fontana
marco.fontana

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