Ucraina, la propaganda è imbarazzante. Peggio è solo chi non la contraddice. Un milione di soldati per riconquista Sud del Paese è fake news
In una intervista al Times il ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov, ha spiegato come il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe ordinato all’esercito ucraino di riprendere possesso delle aree costiere occupate dalla Russia, in primis Mariupol per poi arrivare anche alla Crimea. Per raggiungere questo scopo è stato annunciato che l’Ucraina che sta preparando una forza da un milione di uomini, equipaggiati con gli armamenti e equipaggiamenti forniti dalla NATO. Si sa che in guerra la verità è la prima vittima, però ora si sta esagerando calpestando il codice deontologico che dovrebbe muovere le coscienze dei giornalisti, in particolare a difesa dell’opinione pubblica e della verità. Il quarto potere non può diventare complice di un conflitto, fornendo ogni giorno una visione unilaterale, in particolare sul web ma anche sulla carte stampata, che assicura la mera riproposizione delle veline di una sola parte in causa, evitando qualsiasi forma di riscontro. Nessuno ha l’esclusiva nella propensione alla propaganda, l’Ucraina già dal novembre del 2015 aveva annunciato ufficialmente l’istituzione di un ministero della propaganda con tanto di agenzie stampa, quindi continuare a raccontare che le fake news stiano solo in capo alla Russia è la regina delle fakenews, un mantra dannoso e nocivo che può uccidere come una pistola.
Il fatto che il quarto potere abbia completamente abdicato il suo ruolo lo si evince proprio da una notizia come quella appena citata. Nessuno che si domandi dove troverebbe un milione di soldati l’Ucraina. E pensare che non ci vorrebbe un grande sforzo per nutrire dei dubbi nell’ennesima dichiarazione roboante espressa dai rappresentanti di Kiev: basterebbe rileggere le dichiarazioni degli stessi e riguardare i numeri che erano stati raccolti dagli stessi media all’inizio del conflitto sulla consistenza dei due eserciti, magari sforzandosi di collegarli con i soldati persi durante il conflitto. Proviamo noi di StrumentiPolitici.it a fare questo lavoro. Lo facciamo senza ipotizzare i numeri ma riprendendo quelli riportati dagli stessi media italiani che oggi presentano la notizia del milione di soldati ucraini pronti a riconquistare il sud del Paese.
Il quotidiano EuropaToday il 29 marzo 2022 affermava che, in assenza di comunicazioni ufficiali da parte degli ucraini non hanno mai dichiarato ufficialmente i numeri del proprio esercito, le stime degli esperti consultati da El Pais indicano che sarebbero circa 500mila le persone ad aver raggiunto l’esercito (il doppio rispetto a prima dell’inizio del conflitto). Una stima molto bassa, seppure proveniente da una fonte autorevole, e allora analizzando i siti dei nostri quotidiani troviamo una stima più ottimistica, fornita dal quotidiano Il Giorno che parla di 196mila militari in servizio effettivo e 900mila riservisti. Guardando a questi ultimi dati si potrebbe anche pensare che sia credibile riunire una forza da un milione di soldati. Peccato che poi si dovrebbe tenere il conto dei militari morti e feriti nel conflitto e quindi impossibilitati a combattere. Il Consigliere militare di Zelensky Mykhaylo Podolyak, ha detto che i soldati uccisi potrebbero essere fino a 200 al giorno e i feriti 800 al giorno come riportato dal quotidiano Domani. Ecco allora che i numeri non tornano visto che sicuramente quelle rilasciate da Podolyak sono stime al ribasso: ad oggi infatti Kiev avrebbe perso uccisi 41.600 soldati e feriti almeno altri 166mila. Si tratterebbe quindi di oltre 208mila unità sulle quali non si può più contare. A meno quindi che Kiev stia aprendo all’arruolamento di giovani in modo indiscriminato oppure di milizie straniere è del tutto improbabile che possa riunire una forza da un milione di soldati. Un numero perfetto per i titoli dei quotidiani e per qualche serie televisiva su Netflix, ma che il mondo giornalistico avrebbe il dovere di smentire, per difendere lo stesso popolo ucraino da una propaganda becera e pericolosa. Non è un caso che in molte interviste a ex corrispondenti di guerra e a Generali in congedo i commenti siano aspri ed estremamente critici nei confronti di una informazione unilaterale che non permette di assumere decisioni dopo una attenta riflessione ma solo sull’onda emotiva. E’ ora di dire stop alle fake news, ma in un continente dove è stata messa fuori legge qualsiasi notizia dalla Russia, si pensi alla chiusura di canali quali Russia Today e Sputnik, spetterebbe ai media nazionali evitare di cadere nell’esercizio della propaganda e disinformazione per proteggere l’opinione pubblica.
Nato a Torino il 9 ottobre 1977. Giornalista dal 1998. E’ direttore responsabile della rivista online di geopolitica Strumentipolitici.it. Lavora presso il Consiglio regionale del Piemonte. Ha iniziato la sua attività professionale come collaboratore presso il settimanale locale il Canavese. E’ stato direttore responsabile della rivista “Casa e Dintorni”, responsabile degli Uffici Stampa della Federazione Medici Pediatri del Piemonte, dell’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte. Ha lavorato come corrispondente e opinionista per La Voce della Russia, Sputnik Italia e Inforos.