Possibile operazione militare ECOWAS in Niger, voli di evacuazione europei

Possibile operazione militare ECOWAS in Niger, voli di evacuazione europei

2 Agosto 2023 0

Il primo aereo dell’aviazione francese ha lasciato il Niger martedì, ha confermato il capo della diplomazia di Parigi, Catherine Colonna. La Francia si è subito mobilitata per evacuare i suoi cittadini e quelli dell’UE, che desiderassero lasciare il paese dell’Africa occidentale, a seguito del un colpo di stato militare avvenuto mercoledì e che ha scatenato proteste diffuse, culminate con l’assalto alla missione diplomatica a Niamey dove almeno quattro persone sarebbero rimaste ferite.

Il primo volo ha evacuato 262 persone, tra cui una dozzina di bambini, quasi tutti cittadini francesi e qualche europeo. Un secondo aereo dell’aeronautica francese è arrivato all’aeroporto di Niamey, nel tardo pomeriggio, ed un terzo aereo è previsto nelle prossime ore. L’evacuazione si è resa necessaria per via della chiusura dei confini e dalle ripetute minacce, istigate anche sui social media, con alcune pagine che hanno fomentato i discorsi d’odio contro l’ex potenza coloniale e l’Europa.

Una retorica che ha fatto finire nel mirino degli attacchi anche le comunità Twareg ed Arabe, che semplicemente per il colore più chiaro della loro pelle, sono visti come “amici degli europei” o sostenitori del presidente Bazoum.

Un volo per i cittadini italiani

Anche la Farnesina ha fatto sapere che «tutti i cittadini italiani che desiderano lasciare il Niger avranno posto sul volo italiano. Non sono previsti imbarchi di connazionali su altri aerei». Sono poco meno di 500 in totale gli italiani nel Niger sconvolto dal golpe militare che ha costretto alle dimissioni il presidente eletto Mohamed Bazoum.

«I civili sono poco meno di cento e non corrono alcun pericolo», aveva spiegato nelle scorse ore, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che «La Farnesina li segue uno per uno, sono in sicurezza». La Farnesina sta inoltre seguendo il caso dei due connazionali, un pilota e un manutentore aeronautico, rimasti bloccati in un hotel a Niamey.

Nessun piano di evacuazione per i soldati francesi

Secondo France 24, che cita un alto funzionario del capo di Stato Maggiore, la Francia non ha alcun piano per evacuare i 1.500 soldati francesi schierati in Niger mentre Parigi si muove per evacuare i suoi cittadini bloccati nel paese dopo il colpo di stato militare. L’evacuazione del personale militare francese in Niger “non è all’ordine del giorno“. Ha detto il funzionario, confermando la notizia dell’evacuazione di civili da parte di tre Airbus militari.

I militari italiani

Gli oltre 300 militari italiani nel Paese del Sahel sono invece al sicuro nella base Aerienne 101. La maggior parte sono impegnati nella Missione italiana bilaterale di Supporto (Misin) al comando del generale di Brigata Aerea, Nadir Ruzzon, e alcune decine nella neo istituita Missione europea Eumpm-Niger (Missione di partenariato militare dell’Ue) guidata dal colonnello dell’Esercito Antonio d’Agostino.

Attivata nel 2018, la Misin è composta dai militari dell’Aeronautica, dell’Esercito, della Marina e dei Carabinieri, che dispongono di mezzi aerei e terrestri, il cui compito fondamentale è la formazione dei soldati locali principalmente in funzione di contrasto all’avanzata dei gruppi jihadisti operativi in tutto il Sahel. Al luglio 2021, era stata anche creata una cellula Cimic (Civilian Military Cooperation) per lo sviluppo e l’attuazione di progetti in collaborazione con le istituzioni civili atti a garantire la disponibilità di materiali ed equipaggiamenti che vengano incontro alle necessità della popolazione locale.

Stati Uniti: nessuna indicazione di un coinvolgimento russo

La Casa Bianca ha dichiarato di non avere alcuna indicazione che la Russia sia dietro il colpo di stato in Niger e che gli Stati Uniti non si uniranno agli alleati europei per evacuare i propri cittadini dal paese dell’Africa occidentale per il momento.

Confermata dunque anche la presenza americana in Niger che conta oltre 1.100 soldati in due basi aeree. L’Amministrazione Biden inoltre non ha ancora preso alcuna decisione sul futuro dell’assistenza degli Stati Uniti al Paese, ha detto ai giornalisti il ​​coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale per le comunicazioni strategiche, John Kirby.

Euratom: nessun rischio immediato per eventuale blocco esportazioni di uranio

Il 26 luglio, Bazoum è stato trattenuto dalle sue stesse guardie presidenziali. Immediatamente UE, Stati Uniti ed i Paesi ECOWAS hanno annunciato sanzioni nei confronti della giunta, chiedendo l’immediata liberazione di Bazoum. L’agenzia nucleare dell’UE, Euratom, ha anche affermato di non vedere alcun rischio immediato per la produzione di energia nucleare in Europa se il Niger dovesse tagliare le esportazioni di uranio.

L’Euratom ha dichiarato che lo scorso anno il Niger è stato il secondo fornitore di uranio naturale dell’Unione europea, aggiungendo che l’Europa ha scorte di uranio sufficienti per alimentare i suoi reattori nucleari per tre anni. “Se le importazioni dal Niger vengono tagliate, non ci sono rischi immediati per la sicurezza della produzione di energia nucleare a breve termine“, ha affermato Euratom. Anche il Governo della Costa d’Avorio ha reso noto che tutte le importazioni ed esportazioni di merci dal Niger sono state sospese a causa delle sanzioni regionali stabilite dal blocco ECOWAS.

Sostegno ai golpisti di Mali e Burkina Faso

Mentre le trattative sembrano non portare da nessuna parte, Mali e Burkina Faso hanno avvertito ieri che un intervento militare in Niger per riportare al potere Bazoum equivarrà a una dichiarazione di guerra per i loro Paesi. La presa di posizione a sostegno dei golpisti giunge dopo che il blocco regionale dell’Africa occidentale, Ecowas, ha concesso ai golpisti del Niger una settimana di tempo per riportare il paese alla normalità o affrontare un possibile intervento militare.

Incontrandosi domenica, in una sessione di emergenza, i leaders del blocco guidati dal presidente nigeriano, Bola Tinubu, hanno concesso alla giunta militare una settimana per rilasciare e reintegrare il presidente Bazoum. Il gruppo ha affermato che tutte le misure, compreso l’uso della forza, sono sul tavolo per ripristinare l’ordine costituzionale. Uno scenario che preoccupa Niamey soprattutto dopo l’evacuazione degli europei.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici