Colpo di stato in Niger, quali opzioni per l’Occidente

Colpo di stato in Niger, quali opzioni per l’Occidente

27 Luglio 2023 0

In Niger un gruppo di militari ha preso in ostaggio il presidente Mohamed Bazoum, eletto due anni fa, costringendolo a dimettersi. L’esercito dopo ore di trattative ha di fatto assunto il controllo del Paese.

La scelta delle forze armate di mettere al primo posto la sicurezza dello Stato di fronte alle minacce terroristiche potrebbe guidare anche l’Occidente.

Seppur prematuro comprendere ciò che potrebbe accadere a Niamey, allo stato attuale, si delineano almeno tre scenari per l’Europa che non può permettersi di perdere un partner strategicamente fondamentale, come il Niger, nel Sahel e nell’Africa occidentale.

Il golpe

Tutto è iniziato mercoledì mattina, quando alcuni membri della Guardia Presidenziale, addetti alla sicurezza del capo dello Stato, hanno trattenuto ed arrestato il presidente Bazoum.

Inizialmente, l’esercito nigerino si è espresso contrariamente al colpo di Stato, avviando delle trattative con il capo delle Guardie Presidenziali, ma in serata, in un messaggio alla TV nazionale, ha detto di agire per conto del Consiglio nazionale per la protezione della patria (CLSP), annunciando la chiusura dei confini del Paese e l’imposizione del coprifuoco a livello nazionale. La Costituzione e l’Assemblea Nazionale sono state sciolte.

L’annuncio in diretta TV

I confini del Paese sono stati chiusi ed è stato dichiarato il coprifuoco a livello nazionale dalle 22:00 alle 5:00 ora locale fino a nuovo avviso“, hanno affermato i soldati, aggiungendo che “tutte le istituzioni” nel Paese sono state sospese.

Nell’annuncio televisivo, il colonnello Amadou Abdramane, con altri nove soldati dietro di lui, ha detto: “Noi, le forze di difesa e sicurezza, abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete“. “Ciò fa seguito al continuo deterioramento della situazione della sicurezza e alla cattiva governance economica e sociale”, ha proseguito, invitando “tutti i partner esterni a non interferire“.

Oltre al presidente è stato arrestato il Ministro dell’Interno che si trovava con lui al Palazzo Presidenziale ieri mattina. Le guardie presidenziali sotto il comando del Generale Omar Tchiani si sono asserragliate all’interno e intorno alla presidenza e alle istituzioni adiacenti, rifiutando ogni tentativo di rilasciare Bazoum, anche di fronte alla minaccia di un’offensiva per liberarlo.

Forze di sicurezza hanno disperso i dimostranti a sostegno di Bazoum

La situazione è ancora adesso piuttosto caotica a Niamey.

Dopo che ieri alcuni dimostranti a sostegno del presidente sono stati dispersi da colpi di arma da fuoco, sparati presumibilmente dalle Guardi presidenziali, tra Boulevard de la République e Avenue de la Presidence, oggi alcuni cittadini hanno dato alle fiamme auto e la sede del PNDS, partito di Bazoum. Non è chiaro se le guardie presidenziali abbiano ricevuto o meno sostegno da partiti stranieri nella realizzazione del golpe.

Le spiegazioni dell’esercito

Intanto il Comando Militare delle Forze Armate del Niger,composto dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e delle Forze Armate, ha spiegato il repentino cambio di posizione dell’Armée. “A seguito di una riunione tenutasi il 26 luglio 2023 e motivati, da un lato, dalla preoccupazione di preservare il integrità fisica del Presidente della Repubblica e della sua famiglia, per evitare uno scontro mortale tra le varie Forze che, al di là di quest’ultimo, potrebbe causare un bagno di sangue e offuscare l’incolumità della popolazione e, dall’altro, per il bene di preservare la coesione nell’ambito delle Forze di Difesa e Sicurezza, abbiamo deciso di sottoscrivere la dichiarazione delle Forze di Difesa e Sicurezza” si legge in una nota rilasciata poco fa.

Qualsiasi intervento militare potrebbe sfociare in un finale sanguinoso

Qualsiasi intervento militare esterno, di qualsiasi provenienza, rischierebbe di avere conseguenze disastrose e incontrollabili per le nostre popolazioni e il caos per il nostro Paese. Lo Stato Maggiore ricorda inoltre che il nostro Paese è ancora afflitto dall’insicurezza imposta dai Gruppi Armati Terroristici e da altri Gruppi di Criminalità Organizzata. Di conseguenza, invita tutte le FDS a rimanere concentrate sulle loro missioni ea mantenere la loro ben nota combattività per il perseguimento della lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, per l’obiettivo ultimo che è il benessere delle nostre popolazioni”. Prosegue la stessa fonte.

Il deterioramento delle condizioni di sicurezza sarebbe proprio alla base del desiderio diffuso di destituire Bazoum.

Dall’altra parte, il ministro degli Esteri e premier ad interim del governo del Niger, Hassoumi Massoudou, ha respinto oggi il colpo di Stato militare, affermando che il suo governo rappresenta “le autorità legittime e legali” del Paese. “Il potere legale e legittimo è quello esercitato dal presidente eletto del Niger, Mohamed Bazoum“, ha affermato Massoudou in un’intervista a France 24, precisando che Bazoum è “in buona salute” ed è attualmente tenuto prigioniero dai militari golpisti presso la presidenza di Niamey.

Reazioni internazionali

Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) hanno commentato per primi il golpe chiedendo la liberazione immediata di Bazoum. Antony Blinken ha dichiarato ieri mattina di aver parlato col presidente deposto: “Stamattina ho parlato con Bazoum e ho chiarito che gli Stati Uniti lo sostengono con forza come presidente democraticamente eletto del Niger. Chiediamo il suo rilascio immediato”.

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è intervenuto sulla vicenda affermando che: “I circa 170 italiani che vivono in Niger sono stati tutti contattati dall’Unità di crisi della Farnesina, e tutti sono stati invitati a rimanere nelle loro abitazioni. Per quanto riguarda i nostri connazionali ci sono notizie positive e tutti sono al sicuro”.

Anche i Paesi vicini, in primis Libia e Nigeria, hanno espresso sostegno a Bazoum, in difesa delle conquiste democratiche raggiunte dal Paese.

Possibili scenari per l’Occidente

I governi europei e gli Stati Uniti potrebbero scegliere di aprire il dialogo con le forze golpiste a favore di nuove legittime elezioni entro un anno. Un’opzione questa da valutare perché se i nuovi detentori del potere dovessero sentirsi isolati dall’Occidente potrebbero automaticamente coalizzarsi con la Russia, sempre che non ci sia già lo zampino di Mosca dietro i recenti sviluppi.

Non è passata infatti inosservata quella bandiera russa sventolata da alcuni dimostranti in festa oggi. Infine, c’è sempre una via di mezzo, il terzo scenario possibile infatti potrebbe essere che le forze armate nigerine scelgano di mantenersi a pari distanza da russi ed europei, mantenendo una certa neutralità.

Un’ipotesi quest’ultima che sembra quasi impossibile alla luce delle strategie geopolitiche in atto nel Continente.

 

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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