Luca Bruni e Mario Ferrari della compagnia Oplas apriranno il Festival Internazionale del Teatro del Sahara con uno spettacolo dedicato alla Palestina

Luca Bruni e Mario Ferrari della compagnia Oplas apriranno il Festival Internazionale del Teatro del Sahara con uno spettacolo dedicato alla Palestina

16 Aprile 2024 0

Dal 1mo al 5 maggio la compagnia Oplas, Centro regionale della Danza Umbria, parteciperà in Tunisia al festival del Sahara a Kebili, città oasi nella regione centrale, tenendo un laboratorio di danza contemporanea presso la Casa della gioventù ed offrendo un contributo coreografico dedicato alla Palestina, creato appositamente per la manifestazione.

Mario Ferrari, codirettore artistico della compagnia Oplas, racconta che per levento di apertura, previsto per il 1mo maggio, su richiesta degli organizzatori del Festival, danzeremo sulle note di un brano dedicato alla popolazione palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza, affetta dal conflitto. Proporremo una nostra elaborazione artistica, lontano da qualsiasi connotazione politica, ma vicina alla sofferenza di quanti vivono il dramma della guerra. Abbiamo già immaginato una performance che non sarà solamente di danza, ma anche di arti visive. Una esibizione originale ed emozionante, considerando che la musica è molto vissuta dai tunisini”.

La dedica alla tragedia della Palestina

La scelta delle autorità tunisine di dedicare ogni manifestazione artistica o culturale al dramma vissuto dalla popolazione palestinese, conferma il ruolo umano e sociale del Teatro. Citando Jon Fosse, “la guerra e l’arte sono opposti, proprio come lo sono la guerra e la pace. È semplicemente così. L’arte è pace”. Il programma del Festival internazionale del Teatro del Sahara, giunto alla sua quarta edizione, promette emozioni indimenticabili tra intrattenimento, spettacolo ed arte che animeranno le dune sabbiose del deserto, le oasi e i villaggi della regione. Kebili è una delle oasi più antiche della Tunisia e del Nord Africa, conserva la prima prova concreta di insediamenti umani in Tunisia risalenti a circa 200 mila anni fa.

Kebili, come molte altre città tunisine, divenne parte dell’Impero Romano dopo le guerre puniche. La sua popolazione è diversificata e testimonia il ruolo crocevia di culture del Paese fin dall’alba dei secoli. Il direttore artistico di Oplas, Luca Bruni, sottolinea che il festival internazionale di Teatro del Sahara, diretto da Hafed Khalifa, è una realtà importante, dove siamo già stati presenti in passato, e dove quest’anno approderemo con un progetto del ministero della Cultura italiano, denominato Boarding Pass che connette tre continenti e quattro diversi paesi: lestremo Oriente con la Thailandia, lAfrica con la Tunisia, lEuropa con il Portogallo e lItalia”. La Tunisia rappresenta dunque la prima tappa di un più ampio percorso di ricerca artistica e introspezione.

Collaborazioni a lungo termine

L’idea è di creare dunque progettualità condivise per il futuro e vedere che cosa può essere costruito in futuro attraverso collaborazioni a lungo termine. Il direttore artistico della compagnia Oplas sottolinea che lo scopo dell’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio del Com.it.es Tunisia ed il sostegno della Regione Umbria, non è solamente creare uno spettacolo, bensì sperimentare come noi artisti viviamo un determinato spazio, perché poi ripeteremo lesperienza in Thailandia, tra i templi o nella giungla, in Portogallo ed infine in Italia”.

Lo stesso progetto infatti terminerà con una restituzione finale, a settembre, in Italia, sotto forma di performance che raccoglierà le esperienze dei danzatori nei vari Paesi e sarà documentata da materiale audiovisivo.

La scelta di luoghi rappresentativi delle rotte dei migranti

Luca Bruni ricorda che luoghi come Douz e Kebili, sono molto particolari, in quanto non rappresentano solamente il sud della Tunisia, non sono solamente il deserto, ma recentemente anche le rotte percorse da migranti che attraversano il Sahara per risalire verso la costa, dove tentano la traversata del Mediterraneo in direzione dell’Italia. Il contesto vissuto è molto forte, tra chi sceglie di rischiare la vita, con la speranza di un futuro migliore”. Lo scorso anno, in questa area del deserto che ospita il Festival, sette persone, tra cui donne e bambini, morirono dopo essersi smarriti, senza acqua né cibo, nel Sahara.

A Kebili, insieme agli artisti che partecipano al laboratorio – anticipa – ci immergeremo nei luoghi del deserto, per vedere come un danzatore interagisce con il luogo che vive. Dunque come noi, praticanti dell’arte, della danza e del movimento, veniamo influenzati dallo spazio che ci accoglie. In particolare vedremo come i danzatori manifesteranno la danza e interagiranno con il deserto del Sahara, luogo ostile per antonomasia. Ciascuno di noi sarà libero di scegliere qualsiasi spazio, da una duna di sabbia ad una palma, in piena libertà. Lavoreremo anche andando incontro alla gente del posto, cercando di conoscere altri artisti che partecipano al Festival, provenienti da ben 24 Paesi diversi”.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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