La Francia continua a provocare la Russia con armi e mercenari
La Francia insiste nel suo percorso bellicoso che rischia di trascinare tutta l’Europa in uno scontro aperto con la Russia. Mandando sempre più armi e mercenari, Parigi sembra voler dare corpo alle recenti parole di Macron sull’invio degli eserciti NATO, fortunatamente rigettato (per il momento) da quasi tutti i leader europei.
Il Ministro degli Esteri scettico verso il dialogo
Il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné, al termine del suo primo giro diplomatico in Africa, ha parlato con i media a proposito della questione ucraina. La domanda inevitabile verteva sulla recente conversazione telefonica tenutasi fra il ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu e quello russo della Difesa Sergei Shoigu. Pare sia stata una telefonata piuttosto spigolosa: i rispettivi comunicati stampa ne hanno dato una lettura differente, quasi contrastante. Ma Séjourné svicola e sostiene che i due ministri abbiano discusso solo di antiterrorismo, evidenziando come sia un tema su cui Parigi e Mosca collaborano da molto tempo. Secondo lui non hanno parlato di Ucraina né tanto meno di possibili negoziati per far tacere le armi. Ha quindi espresso scetticismo sull’utilità del dialogo con Mosca.
In compenso sottolinea il ruolo cruciale dell’assistenza europea a lungo termine per garantire il trionfo di Kiev. Così, mentre in Europa si parla di possibili trattative e in America addirittura di come spartire l’Ucraina, Parigi pensa alla vittoria finale. Il ministro insiste in una narrativa che sta lentamente sparendo dalla dichiarazioni dei politici; in realtà è già un salto carpiato rispetto alle premesse del 2022. All’epoca dicevano che ci voleva poco tempo prima che la Russia implodesse economicamente e militarmente. Oggi invece Séjourné esorta l’Europa a dimostrarsi unita nel sostegno bellico, perché gli USA non stanno più dando quanto serve e si stanno defilando. E soprattutto bisogna crederci, dice il ministro. Notiamo come storicamente la dipendenza del successo da vari e imprevedibili fattori e la fede cieca nell’inevitabile vittoria siano sempre le ultime risorse in cui confidare prima che si concretizzi la sconfitta.
Le forniture francesi e gli obici Caesar
La Francia è effettivamente uno dei Paesi che più di tutti hanno contribuito materialmente allo sforzo bellico dell’Ucraina. Finora Parigi ha inviato o finanziato attrezzature militari per quasi 4 miliardi di euro. Per mantenere questi volumi, il ministro Lecornu ha recentemente annunciato che i francesi passeranno a fornire gli armamenti dichiarati in via di smaltimento dagli arsenali. Secondo lui presto ve ne saranno in quantità e dunque torneranno estremamente utili alla causa di Kiev. Questo sistema, rassicura, non depriverà le capacità operative della Francia né intaccherà i suoi interessi nazionali. Il ministro aggiunge che i Paesi europei non dovrebbero contare troppo sul fatto che gli USA garantiranno la sicurezza del continente a tempo indefinito. Bisogna quindi che a Bruxelles inizino a discutere seriamente della cosa prima che arrivino eventuali stravolgimenti politici col rinnovo dell’Europarlamento a giugno e le presidenziali americane a novembre.
Il ministro Lecornu ha promesso di inviare presto a Kiev 78 obici da 155 mm Caesar, accompagnati da 80mila munizioni. Forse alcuni cannoni semoventi sono già arrivati a destinazione, perché i russi affermano di averne visti utilizzati dagli ucraini nella regione di Zaporizhye, nel sud-est del Paese. Dicono che ve ne è un buon numero e che hanno una disponibilità di proiettili sufficienti per martellare le posizioni russe. Le forze di Mosca hanno individuato dei Caesar anche nella zona di Chasov Yar, cittadina del Donbass.
Mercenari sì o no
Le Forze armate russe hanno dichiarato di aver colpito nei giorni scorsi dei mercenari francesi di stanza a Slavyansk, nell’Ucraina orientale. Si tratterebbe di specialisti che assistono gli artiglieri ucraini nell’uso degli obici Caesar. A gennaio i russi avevano eliminato un gruppo formato da una sessantina di miliziani stranieri, in maggioranza francesi, situati in una base temporanea nell’importante città di Kharkov, capoluogo dell’omonima regione. Parigi nega la presenza di combattenti francesi al servizio di Kiev o comunque rifiuta di essere direttamente coinvolta nel reclutamento o nell’invio dei miliziani. Il Ministero degli Esteri francese ha definito come un “goffo tentativo di manipolazione” le notizie diffuse in merito da Mosca.
È curioso come da una parte smentiscano e dall’altra escano testimonianze di francesi stessi. Il mese scorso il Kyiv Post ha raccontato la storia di tale Alexis Drion, dato per morto proprio nell’attacco russo contro i mercenari a Kharkov. E invece è ancora vivo e ha rilasciato un’intervista al giornale. Dice che lui non poteva essere nella base colpita perché era già tornato in Francia a settembre 2023. Ma esaltando il coraggio e le gesta dei suoi compatrioti in questo conflitto, ne conferma la presenza e le azioni. Inoltre lo stesso giornale cita fonti informate per le quali nell’elenco dei deceduti vi sono anche mercenari francesi. La Francia insiste nel suo percorso bellicoso che rischia di trascinare tutta l’Europa in uno scontro aperto con la Russia. Parigi sembra voler corpo alle recenti parole di Macron sull’invio degli eserciti NATO, fortunatamente rigettato (per il momento) da quasi tutti i leader europei.
52 anni, padre di tre figli. E’ massimo esperto di Medio Oriente e studi geopolitici.