L’opposizione ucraina chiede la pace e sonda il terreno per il dopo-Zelensky
Proponiamo l’analisi del giornale russo Nezavisimaya Gazeta sull’articolo scritto da Viktor Medvedchuk, uno dei principali esponenti dell’opposizione ucraina. Tenuto prigioniero da Kiev e poi liberato dai russi grazie a uno scambio di prigionieri, è stato recentemente privato da Zelensky della cittadinanza ucraina e dello status di parlamentare, insieme ad altri tre deputati. Il suo pezzo, uscito su Izvestija, potrebbe essere una sorta di “pallone-sonda” per studiare le condizioni del panorama politico ucraino e organizzare una forza popolare che chieda il ritorno alla pace e alla normalità.
Chi studia da successore di Zelensky
Per la prima volta dopo lo scambio di prigionieri dello scorso settembre, che ha portato alla sua liberazione, il politico ucraino di opposizione Viktor Medvedchuk ha pubblicato un articolo sulla stampa russa. Nel suo intervento, ha esortato in particolare a creare un nuovo movimento per la pace, che promuva gli interessi della maggioranza della popolazione dell’Ucraina e non dei suoi “tutori” occidentali. Alcuni esperti descrivono questo intervento come una sorta di ballon d’essai lanciato in risposta a Zelensky, poco dopo che Medvedchuk era stato privato della cittadinanza ucraina. Altri sono convinti che Medvedchuk abbia già perso la sua occasione per formare questo tipo di movimento.
I nuovi leader del post guerra
Peraltro, nel momento in cui lo scontro bellico cesserà, usciranno fuori nuovi leader dalle fila di coloro che hanno preso parte alla azioni militari e hanno salvato persone. Dopo essere rimasto in silenzio dal momento del suo scambio, avvenuto a settembre del 2022, l’ex segretario del consiglio politico del partito Piattaforma di opposizione – Per la vita (OPZŽ), messo fuorilegge dalle autorità ucraine, il 16 gennaio Viktor Medvedchuk ha pubblicato su Izvestija un articolo intitolato “La sindrome ucraina. Anatomia di un confronto militare moderno”. In questo pezzo esamina le premesse dello scontro a iniziare dalla fine della Guerra Fredda.
L’Occidente ha inteso il risultato di quest’ultima come una sua vittoria indiscutibile, che ha eliminato il mantenimento dell’influenza della Russia sullo spazio post-sovietico. A Mosca, invece, si contava inizialmente su un’edificazione paritaria e congiunta di un nuovo mondo civile. E proprio il primo ministro ucraino è diventato la prova, precisa Medvedchuk, che la concezione della creazione di uno spazio comune politico ed economico è stata sbaragliata dalla politica europea di pressione sulla Russia.
La sovranità delle forze filo-occidentali
Nello Stato ucraino, per sua stessa ammissione, si è impiantata una sovranità capillare delle forze filo-occidentali. E si è affermato anche uno spirito anti-russo, sebbene le forze dominanti non abbiano saputo portare altro che dolore e povertà, poiché era l’economia stessa a dettare l’integrazione dell’Ucraina con la Russia. Tra l’altro, nella politica ucraina si è potuto assistere a una curiosa tendenza: con la vittoria alle elezioni presidenziali dopo la seconda rivoluzione del Maidan, Petro Poroshenko promise di raggiungere un accordo di pace con la Federazione Russa in una settimana. Alla fine, però, divenne il presidente della guerra, non adempiendo agli accordi di pace di Minsk.
Anche il suo successore Volodymyr Zelensky aveva promesso la pace, ma nei fatti si è dimostrato l’incarnazione stessa della guerra con annesa cancellazione dell’opposizione. Oggi, il dilgante scontro armato in Ucraina o continuerà ad aumentare, propagandosi anche ad altri Stati, o si localizzerà per poi cessare. Ma della seconda opzione non è capace il partito della guerra attualmente in carica a Kiev.
Le opzioni del post partito della guerra
Significa allora che bisogna creare un movimento politico con coloro che non si sono arresi, che non hanno rinnegato le proprie convinzioni sotto la minaccia della morte o del carcere, che non desiderano che il proprio Paese diventi il luogo di una resa dei conti geopolitica. Il mondo dovrà ascoltare queste persone, anche se l’Occidente pretende il monopolio della verità. La situazione in Ucraina è disastrosamente complicata e pericolosa, ma non ha nulla a che fare con ciò che ogni giorno dice Zelensky, conclude Medvedchuk.
Pare che fra i leader dell’annunciato movimento voglia includere anche sé stesso. Tuttavia il suo treno è già partito, ha dichiarato a Nezavisimata Gazeta Rodion Miroshnik, politologo ed ex ambasciatore della Repubblica Popolare di Lugansk nella Federazione Russa. Miroshnik spiega che a suo tempo Medvedchuk, pur avendo tutto l’appoggio possibile, non ha saputo mettere in pratica la sua chance di formare un “partito della pace” che fosse in grado di agire. E nelle condizioni attuali, nella quali si sta creando nello Stato ucraino una dittatura militare guidata dall’esterno, la sua proposta non può essere realizzata. Infatti nessun comizio, picchetto o marcia potrebbe contrastare miliziani armati fino ai denti. Ciò condurrebbe solo a un inutile spargimento di sangue.
Il post guerra ucraino, scenari
È possibile che Medvedchuk non abbia capito che oggi sono efficaci altri metodi di resistenza, sia direttamente sul campo di battaglia sia nell’ambito della lotta partigiana di sabotaggio. Quando lo scontro militare cesserà, allora comincerà la fondazione di una nuova società civile, nella quale con tutta evidenza avranno un ruolo importante coloro che hanno preso parte alle azioni militari e hanno salvato i concittadini, al tempo stesso rivendicando fermamente per l’Ucraina una forma di Stato rispondente agli interessi della maggioranza della popolazione locale. Infatti, sottolinea Miroshnik, a causa del corso attuale di Kiev che è orientato alla difesa degli interessi occidentali, continuano a morire migliaia e migliaia di ucraini.
Fra l’altro è ancora presto per dire di chi concretamente si possa trattare, perché non si è ancora arrivati alla fase successiva. Come prima cosa bisogna ottenere la liberazione del territorio, e poi con metodo civili e militari realizzare la ricostruzione e formare delle forze politiche, contando anche la posizione degli abitanti locali, che probabilmente Medvedchuk non conosce, aggiunge il politologo. Come ipotizzava, forse, l’uscita di un articolo di un ex oppositore ucraino mostra il suo desiderio di far parlare ancora di sé. Peraltro, nei suoi confronti a Mosca in precendenza sono stati adempiuti determinati impegni.
Il governo in esilio
Lo scorso lunedì, intanto, rispondendo a domande dei giornalisti che chiedevano se il capo della Federazione Russa avesse letto l’articolo di Medvedchuk, il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha commentato: Non so dirvi con certezza se Putin lo ha letto, ma l’articolo è stato ampliamento ripreso dai mass media russi e dunque ha indubbiamente attirato grande interesse. Peskov non hai commentato la domanda se il presidente Putin abbia incontrato Medvedchuk dopo la sua liberazione. È possibile che al Cremlino considerino Medvedchuk una figura adatta, dice a Nezavisimaya Gazeta il direttore generale del Consiglio Russo per gli Affari Internazionali (RSMD), Andrey Kortunov.
Forse, aggiunge, in caso di cambiamento di forma dello Stato ucraino a seguito dei futuri eventi Medvedchuk potrebbe trovare appoggio. Lui stesso probabilmente ha certe ambizioni e sarebbe pronto ad esempio a guidare un qualche tipo di “governo in esilio”. È chiaro tuttavia, continua Kortunov, che per adesso è soltanto un’ipotesi futura, perché nel breve termine difficilmente a Kiev può verificarsi un cambio al potere. Manca ancora molto tempo alle prossime elezioni presidenziali e la popolarità di Zelensky tuttora è alta.
La revoca facile della cittadinanza ucraina
A proposito, di recente Zelensky ha tolto a Medvedchuk la cittadinanza ucraina. E a quanto pare quest’ultimo ha voluto rispondere di non riconoscere tale decisione e di essere deciso a rimanere nell’arena politica dell’Ucraina, riassume il direttore dell’RSMD.
Ricordiamo che il 10 gennaio il presidente Zelensky ha tolto la cittadinanza ucraina a quattro deputati dell’opposizione: Andrii Derkach, Taras Kozak, Renat Kuzmin e lo stesso Viktor Medvedchuk. Dopo di che il 13 gennaio la Verkhovna Rada, il parlamento monocamerale dell’Ucraina, ha concluso anzitempo i loro incarichi. Tale decisione non solo non prende in considerazione la volontà degli elettori che avevano votato questi parlamentari, ma viola anche le leggi dello Stato ucraino.
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