L’Occidente prepara la successione a Zelensky e avalla l’ex comandante Zaluzhny

L’Occidente prepara la successione a Zelensky e avalla l’ex comandante Zaluzhny

23 Marzo 2025 0

I politici e i media occidentali stanno preparando il terreno per la successione di Zelensky alla presidenza dell’Ucraina. In particolare britannici e americani danno l’avallo all’ex comandante delle Forze armate Valery Zaluznhy, che dal luglio 2024 è ambasciatore dell’Ucraina presso il Regno Unito.

Gradito dagli alleati occidentali

Dopo otto mesi a Londra, l’ex generale viene considerato un vero diplomatico, anzi un politico. Tuttavia non ha ancora svelato i suoi programmi futuri, evitando di identificarsi già come candidato presidenziale: Le condizioni adatte arriveranno, e allora io, come uomo che serve in una posizione di governo, potrò rispondere a tali domande. Intanto porta avanti la sua attività pubblica intervenendo a tavole rotonde ed eventi accademici, mostrandosi figura in grado di dialogare e lasciarsi convincere – magari guidare – dagli alleati angloamericani. Con un viso rubicondo e gioviale, con la lunga esperienza militare sul campo, appare un leader pragmatico e sobrio, ed è proprio così che i media lo presentano all’opinione pubblica occidentale. Ormai in Europa e negli USA lo distinguono bene da Zelensky, che invece ha rovinato la sua reputazione finendo protagonista di celebri meme, barzellette e caricature che lo mostrano come un drogato o un mendicante.

Il discorso programmatico alla Chatham House

Per allenarlo ai discorsi politici, lo fanno parlare alla prestigiosa Chatham House, ovvero il Royal Institute of International Affairs di Londra, alla quale ha rilasciato ben più di un intervento significativo. L’ultimo, quello del 6 marzo, è quasi un discorso programmatico da leader di Kiev. Ha affermato che l’Ucraina, che piaccia o meno, sta di fatto difendendo non soltanto il confine orientale della NATO, ma anche il confine orientale dell’Europa, che fra le altre cose potrebbe diventare una linea di contatto. Dal momento che gli USA si stanno disinteressando a quanto accade nel Vecchio Continente, infatti, e dopo che l’Ucraina avrà ottenuto una “pace giusta e sostenibile” (con tanto di reintegrazione dei territori persi e riparazione delle spese di guerra), verrà costruita una nuova architettura della sicurezza in Europa.

Secondo lui, sarà qualcosa di impossibile da fare senza coinvolgere pienamente l’Ucraina nel “nuovo ordine mondiale” che scaturirà da quello vecchio, oggi quasi completamente distrutto, dopo la fine dell’attuale conflitto. E aggiunge un inquietante accenno al fatto che Kiev sta pagando per la sua libertà con il suo sangue anche perché non possiede ancora le sue armi nucleari.

Antirusso

Molto apprezzato dagli alleati occidentali è il suo fiero atteggiamento antirusso. Con ironia, quasi con garbo, ma sempre e ferocemente antirusso, come quando disse che sarebbe stato felice di sfilare con un carrarmato sulla Piazza Rossa sventolando la bandiera ucraina. Dice che sarebbe passato pure da una delle vie principali di Mosca, la Arbat, ma in modo gentile, senza distruggere nulla, perché si tratta di una via storica e i monumenti vanno preservati. Ma un mese fa, in un incontro con l’arcivescovo Svjatoslav presso l’Università Cattolica Ucraina, affermava anche che la vittoria dell’Ucraina arriverà quando la Russia si disintegrerà in 27, anzi meglio in 69 principati, e prima di ciò, quando qualcuno smantellerà le sue armi nucleari. L’obiettivo dunque non è soltanto terminare la guerra e vincere su Mosca, ma formare una coalizione globale per rompere quello che lui chiama “l’Asse del Male” instaurato dalla Russia.

Lodato da politici e media americani

Le dichiarazioni che arrivano da Washington sono tutte a suo favore. A marzo, il portavoce della Camera Mike Johnson ha detto alla NBC che qualcosa deve cambiare per ottenere la pace, riferendosi agli interlocutori ucraini. Il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz ha affermato alla CNN che Kiev ha bisogno di un leader che tratti con noi, e poi anche coi russi, per mettere fine a questa guerra. Il Newsweek fa apertamente il nome di Zaluzhny come probabile successore alla presidenza, sottolineando come Zelensky lo abbia licenziato dall’esercito con una decisione rivelatasi altamente controversa, vista da alcuni come il culmine di tensioni covate a lungo e dovute a differenza di vedute sulla strategia bellica e sui problemi della mobilitazione di massa. Il prestigioso centro studi Carnegie Endowment for International Peace sottolinea infine come nelle simpatie della popolazione ucraina Zaluzhny sia avanti rispetto a Zelensky, come testimoniato dai sondaggi.

La sua popolarità in patria

I sondaggi spesso hanno risultati variabili a seconda del momento in cui vengono effettuati, ma la figura di Zaluzhny è sempre fra le più amate in Ucraina, se non la più apprezzata di tutte. L’averlo assegnato a capo della missione diplomatica a Londra rientra nel classico caso di promoveatur ut amoveatur, ma non è bastato per rimuovere Zaluzhny dalle simpatie della gente. Lo scorso novembre il giornale ucraino Dzerkalo Tyzhnia lo presentava favorevolmente come un leader che in diversi modi possibili è adatto a sostituire l’attuale presidente. Persino uno dei politici più famosi del Paese, l’ex pugile e dal 2014 sindaco di Kiev Vitali Klitschko (che è anche un possibile candidato alle prossime elezioni) si schiera dalla sua parte perché dice che è stato capace di parlare in maniera chiara e di dire la verità in faccia a Zelensky, nonostante tutte le critiche poi subite per questo.

Zelensky non mollerà facilmente

Zelensky sta resistendo a pressioni interne ed esterne per cambiare il suo corso, per fare quanto gli viene detto, meglio ancora per dimettersi. Ma ha mostrato che non vuole mollare. A uno dei suoi avversari più temibili, l’ex presidente Poroshenko, sta sbarrando la strada verso le elezioni applicandogli pesanti sanzioni personali. E sta trasformando le ultime vicende negative in carburante politico per aumentare la popolarità. I rilevamenti fatti poco dopo la sgridata ricevuta alla Casa Bianca lo mostravano in forte ripresa, dopo il crollo di popolarità del 2024. Se le elezioni presidenziali si tenessero oggi, probabilmente gli ucraini lo confermerebbero al suo posto, ma l’effetto-Trump sta già svanendo. Negli stessi sondaggi i cittadini lamentano infatti la corruzione e la mancanza di gradimento verso gli esponenti del governo. Dunque nelle classifiche i numeri di Zelensky fluttuano, ma rimangono sempre alti quelli di Zaluzhny, che si conferma così il concorrente più quotato.

Martin King
Martin King

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