Nepal, preoccupazione per le manifestazioni pro-monarchia
Aumenta l’instabilità politica in Nepal. I sostenitori dell’ex monarca sono scesi in strada inneggiando al suo ritorno. Pur trattandosi di una piccola minoranza, i partiti principali hanno reagito mostrando inquietudine per gli eventuali sviluppi della vicenda.
La manifestazione all’aeroporto
La scorsa settimana l’ex re del Nepal Gyanendra Bir Bikram Shah Dev è stato accolto all’aeroporto della capitale Kathmandu dai sostenitori della monarchia, che vorrebbero vederlo reinsediato sul trono. Le stime parlano di una folla fra le 10 e le 15mila persone. I manifestanti hanno bloccato l’ingresso dell’edificio costringendo la polizia a intervenire in tenuta antisommossa per tenere sotto controllo la situazione. Gyanendra non ha fatto commenti proposito delle richieste dei monarchici, fra cui sono molti coloro che hanno perso i privilegi sociali e di casta con la fine del regno. Ma a protestare erano alcuni di quelli che presero parte alle manifestazioni contro la casa reale nel 2006 e che oggi sono scontenti del governo della Repubblica Federale Democratica del Nepal.
Il fallimento dei governi repubblicani
Le proteste del 2006 videro centinaia di migliaia di cittadini in piazza, che insistettero fino alla deposizione dello stesso Gyanendra. Due anni dopo il Nepal si trasformò da monarchia assoluta, con l’induismo come religione di Stato, a repubblica laica. Tuttavia quest’ultima, secondo molti cittadini, ha fallito nel dare al Paese giustizia, stabilità politica e crescita economica. In diciassette anni si sono susseguiti ben tredici governi, retti a turno dai tre partiti principali: il Nepali Congress, il Partito Comunista Marxista-Leninista e il Partito Comunista Maoista. La reputazione delle istituzioni democratiche nepalesi è inoltre macchiata dalle numerose accuse di corruzione, di nepotismo, di incompetenza e di sostanziale indifferenza ai problemi della gente comune.
Tra India e Cina
Il re non è popolare fra i giovani. Pur essendo disillusi dai partiti repubblicani, i ragazzi non sono stanchi al punto di sognare un ritorno all’epoca stagnante e repressiva della Regno del Nepal. Vorrebbero invece trovare delle alternative, dei politici nuovi. Così monarchici più che imporsi sul popolo cercano adesso di inserirsi nella vita politica dell’arco costituzionale. Questa opzione però viene scartata a propri dai principali partiti, i quali temono che Gyanendra abbia appoggi esterni da parte delle potenze confinanti. Sebbene manchino prove che diano corpo ai sospetti, qualcuno vocifera che la restaurazione della monarchia sia promossa dall’India o dalla Cina. Ma a ben guardare, Nuova Delhi non è particolarmente favorevole alla corona nepalese perché ne sospetta le simpatie verso Pechino, mentre a loro volta i cinesi sono più a loro agio nel trattare politicamente coi partiti che non con un sovrano assoluto.

Raccogliere le voci dei protagonisti dalle varie parti del mondo e documentare i numeri reali inerenti ai grandi dossier e questioni d’attualità è il modo migliore e più serio per fare informazione. L’obiettivo finale è fornire gli strumenti ad ogni lettore e lettrice per farsi una propria opinione sui fatti che accadono a livello mondiale.