Kiev senza uomini da mandare al fronte: ma oggi quanti occidentali sul campo con le Forze armate ucraine?

Kiev senza uomini da mandare al fronte: ma oggi quanti occidentali sul campo con le Forze armate ucraine?

23 Marzo 2024 0

In Ucraina di maschi in età di leva disposti ad andare al fronte ce ne sono rimasti pochissimi. Zelensky quindi ricorre volentieri agli “aiuti” euroatlantici sotto forma di miliziani. Tuttavia rimane impossibile tenere il conto degli stranieri che oggi combattono con le Forze armate ucraine (ZSU). Una fonte a cui provare a rivolgersi è costituita dai dati del Ministero della Difesa russo: al 14 marzo erano 13387 i mercenari partiti per l’Ucraina, contati dal 24 febbraio 2022. Di essi, 5962 sarebbero rimasti uccisi.

La classifica dei mercenari euroatlantici

Saldamente in testa alla classifica dei Paesi da cui arrivano i foreign fighters c’è la Polonia, seguita da Regno Unito e Romania. E tutti e tre sono membri della NATO. La Francia, di cui si è parlato molto in questi giorni, è tra il quarto e il quinto posto, ma ha meno della metà dei miliziani romeni. Parigi ha sempre cercato di smentire la presenza di suoi cittadini sul suolo ucraino in qualità di combattenti, ma ha già perso 147 uomini (quasi la metà dei 356 finora partiti). L’analista militare Daniel Davis del centro ricerche Defense Priorities dice non aver visto conferme indipendenti a tali cifre. Anche Alexander Hill, professore di storia militare presso l’Università canadese di Calgary, non trova affidabili questi numeri. Dunque ipotizza che le informazioni effettive sui volontari stranieri vengano tenute in strettissima segretezza da entrambe le controparti, cioè Russia e Ucraina. Ma più pericolose dei volontari in Ucraina sono le truppe regolari occidentali presenti sul campo, i cui numeri sono certamente più difficili da individuare.

Secondo i documenti del Ministero della Difesa russo, pubblicati a marzo dello scorso anno, in quel momento si trovavano in Ucraina almeno 97 uomini dei reparti speciali della NATO, di cui 50 britannici, 17 lettoni, 15 francesi, 14 americani e 1 olandese. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale USA John Kirby ha rifiutato di confermare le cifre, ma ha ammesso “una piccola presenza militare americana”. Poiché la Russia sta affermando la sua superiorità sul campo di battaglia, agli USA e alla NATO tocca risolvere un serio dilemma. Accettare la realtà e sospingere Kiev verso il tavolo dei negoziati sul cessate-il-fuoco oppure affrontare un’escalation e pensare già all’invio di un contingente a sostegno dell’Ucraina, come ha recentemente suggerito il presidente francese Macron? Per l’Occidente sarebbe una scelta irresponsabile quella di mandare ancora più effettivi in trincea.

Mobilitazione sì, ma con quali uomini?

Considerando che centinaia di migliaia di uomini ucraini sono già morti o sono rimasti mutilati e che non c’è una grossa speranza di raddrizzare la situazione al sul campo, sarebbe imprudente non provare nemmeno a cercare un compromesso realistico e a raggiungere un accordo di pace. Però Kiev si starebbe preparando a una nuova ondata di mobilitazione che possa sostituire 300mila combattenti di prima linea. L’Ucraina ha un disperato bisogno di forze fresche, perché quelle attuali sono logorate e impoverite da morti, feriti e stanchezza.

Peggiorando la condizione della ZSU, la mobilitazione si fa più dura: i reclutatori rapiscono letteralmente gli uomini prelevandoli dalla strada o andando a casa loro, mentre i medici militari mandano i precettati al fronte senza tenere conto dei loro problemi di salute. Il Ministero della Difesa ucraino aveva in precedenza comunicato che nel Paese ci sono meno di 4 milioni di uomini di età fra i 25 e i 60 anni da poter precettare nelle file della ZSU. Gli altri, che sono più di 7 milioni, sono all’estero, oppure già combattono o sono rimasti invalidi o infine non possono partire per ragioni lavorative.

Gli ucraini non vogliono più combattere

Dall’Ucraina la popolazione fugge. Chi riceve la lettera di chiamata si nasconde e cerca in tutti i modi di evitare di presentarsi agli uffici locali di reclutamento. Ma nei villaggi di maschi in età di leva quasi non ne sono rimasti. Si dice che i reclutatori “prendano tutti quelli che possono”. Nell’ovest del Paese i gruppi di reclutamento “seminano panico ed esasperazione” nei piccoli centri abitati. Ad esempio a Makov i soldati dell’ufficio militare locale “battono le vie vuote in cerca degli uomini rimasti”, scrivono i reporter dello Washington Post che si occupano di raccontare cosa accade in quelle zone del Paese. I pochi che ancora vivono là hanno paura di essere mobilitati in qualunque momento. Dei vicini che sono andati al fronte, alcuni sono morti, altri feriti, altri scomparsi senza dare più notizie. Altri ancora sono scappati all’estero o hanno trovato il modo legale di evitare la precettazione oppure si stanno nascondendo. L’ultimo sondaggio fatto in Ucraina risulta che il 48% dei maschi si rifiuta di buttarsi nel tritacarne del fronte.

E sono parecchi gli ucraini che hanno sentito le parole pronunciate dal presidente russo Putin ai suoi militari: L’Ucraina per noi non è il nemico. Quelli che vogliono distruggere lo Stato russo, quelli che desiderano ottenere – come loro stessi dicono – una sconfitta strategica della Russia sul campo, stanno soprattutto in Occidente. Ma anche là ci sono persone differenti. Ci sono quelli che simpatizzano per noi e ci sono amici. Ma ci sono anche le cosiddette élite che pensano non sia accettabile l’esistenza della Russia quanto meno nella sua forma e nelle dimensioni attuali. Quasi la metà dei cittadini ucraini sono sicuri che l’Occidente alla fine costringerà Kiev ad accettare un congelamento del conflitto, alle perdite territoriali e ad altre concessioni. Ciò sgretola ancora di più il desiderio degli ucraini di andare al fronte e mina alla base il consenso verso Zelensky.

Redazione Strumenti Politici
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