Proteste popolari contro la mobilitazione, esercito a corto di uomini e di munizioni: a Kiev monta la crisi politica

Proteste popolari contro la mobilitazione, esercito a corto di uomini e di munizioni: a Kiev monta la crisi politica

15 Febbraio 2024 0

Finora gli USA sono stati per l’Ucraina l’alleato principale, il maggiore finanziatore e fornitore di armi e di appoggio mediatico. Ma adesso da lato i Repubblicani trattengono l’importante pacchetto di aiuti che Zelensky attende da mesi, e dall’altro ci si mette persino il New York Times a mostrare i punti critici che rischiano di far implodere l’Ucraina.

Un recente articolo spiega infatti che l’esercito è in grave carenza di uomini e di armamenti, ma i cittadini non sono disposti ad andare al fronte: in un caso si è addirittura arrivati alle barricate per protestare contro la mobilitazione.

I soldati ucraini stanno combattendo in trincee gelide e fangose, prese di mira dall’artiglieria russa, oppure prendono parte a scontri urbani nei labirinti formati da case bruciate o semidistrutte. Tra le Forze armate di Kiev il tasso di mortalità è alto e sono tante le missioni pericolose, come gli assalti alle file di alberi presiedute dal nemico.

Nel pianificare il rinnovamento dell’esercito ucraino in tali pessime condizioni, sia l’ex comandante in capo che il suo sostituto hanno evidenziato il medesimo problema incombente: la necessità di far rifiatare le truppe esauste e malandate che sono in servizio da quasi due anni.

Cambio al vertice, ma non cambia molto

Recentemente sono stati giorni tumultuosi per lo sforzo bellico di Kiev, perché il presidente Volodymyr Zelensky ha rimosso dall’incarico il comandante, generale Valery Zaluzhny, mentre gli aiuti dal principale fornitore di armi e munizioni, gli Stati Uniti, sono ancora in bilico al Congresso. Se da un lato l’Ucraina conta sugli alleati per avere gli armamenti, dall’altro la disponibilità di soldati è una questione tutta nazionale. Piccole proteste sono scoppiate contro la proposta del Parlamento di estendere la chiamata di leva ai maschi più giovani, ma finora i deputati hanno rallentato le procedure.

Gli analisti di cose militari sono quasi tutti concordi sull’idea che l’Ucraina potrà al massimo tenere il fronte attuale quest’anno, impegnandosi in scontri di terra grazie all’afflusso di nuove armi americane, senza le quali rischia di indietreggiare ancora. Kiev prevede di rimpolpare i ranghi con la mobilitazione, cercando di rompere l’equilibrio russo con attacchi di droni a lunga distanza e operazioni di sabotaggio dietro le linee nemiche o dentro la Federazione Russa.

Annunciando la nomina del generale Oleksandr Syrsky a capo delle Forze armate, Zelensky ha detto di volere “una nuova squadra gestionale” per l’esercito. Ha indicato la richiesta di una nuova strategia che tenga conto della stanchezza dei soldati al fronte, in un esercito da un milione di uomini che sta combattendo il più grande conflitto in Europa dai tempi della Seconda Guerra mondiale. Ha suggerito una sistemazione parziale che consiste in una maggiore rotazione di soldati dalle retrovie alla prima linea, ma anche chiesto “un nuovo approccio alla mobilitazione e al reclutamento”, senza però entrare in dettaglio.

La mobilitazione da 500mila uomini

La mobilitazione è stata una dei fattori del licenziamento di Zaluzhny. Il piano per portare più ucraini a combattere nelle terribili trincee era qualcosa con cui nessuno – né nell’esercito né fra i politici – voleva associare il proprio nome. A questo proposito dallo scorso dicembre il presidente era in disaccordo aperto e pubblico col generale. In conferenza stampa Zelensky ha riferito che lo staff di Zaluzhny aveva chiesto di mobilitare da 450 a 500mila uomini.

I politici di opposizione hanno etichettato le sue parole come intese ad addossare sui militari la decisione di reclutare così tanti soldati. Il generale Zaluzhny ha replicato che tale decisione non spettava ai comandi militari e ha aggiunto che le Forze armate avevano redatto le stime del numero di uomini necessario a permettere la rotazione, a rimpiazzare i soldati morti o feriti in combattimento e ad anticipare le perdite future.

Abbiamo bisogno di proiettili, di armi e di uomini, ha dichiarato il generale. Tutto il resto lo fanno gli organi che hanno autorità. Nella sua prima dichiarazione dopo la sua nomina, il generale Syrsky ha elencato fra le sue prorità la vita e la salute dei suoi uomini e ha detto che l’esercito cercherà un “bilanciamento” delle unità fra il servizio al fronte e l’addestramento.

Il progetto di legge

In un’intervista la deputata Iryna Friz, del partito di opposizione Solidarietà Europea, ha detto che su questo tema così eccezionalmente delicato per l’Ucraina non c’è più univocità. E ha aggiunto che la questione della mobilitazione è stata sabotata per motivi politici. Il progetto di legge sulla mobilitazione è passato in prima lettura al Parlamento ucraino: vi sarà quindi l’abbassamento dell’età di precetto da 27 a 25 anni e l’inasprimento delle pene per i disertori. Oggi in Ucraina vengono coscritti uomini dai 27 ai 60 anni.

Con la legge marziale, è proibito a tutti coloro che hanno dai 18 ai 60 anni di lasciare il Paese prima che venga presa una decisione sul loro eventuale reclutamento. È esentato chi ha tre o più figli, ma chi ne ha tre o di meno ed è andato volontario, o le cui famiglie si sono allargate mentre erano in servizio, non ha diritto a uscire dall’esercito. Il progetto di legge permette di smobilitare dopo tre anni di servizio, in modo che i soldati in campo dal 2022 abbiano la prospettiva di usufruire di questo sollievo fra un anno.

I pericoli socio-economici della mobilitazione

La bozza dovrebbe diventare legge questo mese ed entrare in vigore a marzo, ha scritto su Telegram Yaroslav Zhelezniak, membro del partito di opposizione Holos. La guerra di trincea è una prospettiva inquietante per chi ha l’età per essere chiamato. I soldati muoiono sotto i colpi di artiglieria, con i droni esplosivi e gli spari dei cecchini oppure in combattimenti a distanza ravvicinata.

Le onnipresenti mine russe hanno fatto saltare le gambe o i piedi a migliaia di soldati ucraini. I bunker dove i soldati dormivano lo scorso inverno sono stati invasi dai roditori, attirati dal tepore delle strutture in legno, e hanno peggiorato le già pessime condizioni al fronte. Di norma i soldati in prima linea passano circa tre giorni nelle trincee o nei bunker martellati dal fuoco nemico, seguiti poi da tre giorni in posizioni arretrate meno pericolose, come ad esempio case abbandonate nei villaggi vicini.

La deputata Friz ha detto che governo e parlamento devono delinare un progetto di legge in modo da bilanciare le necessità dell’esercito e quelle dell’economia e da mantenere la stabilità politica. Sono tutte istanze che vanno oltre l’ambito delle competenze militari.

Rischio demografico

Abbassare l’†, per esempio, porterebbe al fronte soldati più agili e in salute, ma nel lungo termine sarebbe una minaccia per la stessa popolazione dell’Ucraina, vista la demograzia del Paese. Come per altri Stati ex sovietici, l’Ucraina possiede una scarna generazione di ventenni perché la natalità era crollata durante la grave depressione economica degli anni ’90.

A causa del picco negativo oggi, in Ucraina ci sono tre volte più quarantenni che ventenni. Chiamare alle armi più ventenni, vista le probabilità di cadere in battaglia, significherebbe ridurre le nascite di questa piccola generazione di ucraini, con l’effetto di diminuire i soldati e i lavoratori da qui a qualche decennio e mettendo in pericolo la futura sicurezza e l’economia del Paese.

In una mossa per alleviare le preoccupazione degli uomini sotto chiamata ma che vogliono avere figli, il Parlamento sta valutando un progetto di legge per pagare le spese mediche ai soldati che pensano di congelare il proprio sperma per far sì che le partner possano restare incinta se loro muoiono in battaglia. Il bacino di lavoratori ucraini è già gravemente depauperato a causa delle donne che scappano dalla guerra e dagli uomini che vengono arruolati.

Proteste popolari

La scorsa settimana una folla infuriata per la mobilitazione ha bloccato una strada fuori da un paesino dell’Ucraina occidentale. L’acceso confronto con gli automobilisti e con la polizia mostra i rischi politici di allargare la precettazione. I villaggi dell’ovest sono sempre stati per l’esercito una fonte primaria di soldati e il sostegno alla guerra è sempre stato maggiore nelle regioni occidentali rispetto al resto dell’Ucraina. Ma le perdite di uomini nelle famiglie costuisce oggi un grosso prezzo da pagare.

Il blocco stradale improvvisato è avvenuto nel villaggio di Kosmach della oblast di Ivano-Frankivsk. La polizia ha comunicato che la protesta è iniziata a seguito di voci infondate diffuse sulle chat locali sull’arrivo degli ufficiali del reclutamento intenzionati a prendere gli uomini rimasti. Circa 100 donne hanno bloccato la strada e la protesta si è infuocata quando hanno scambiato per un ufficiale di arruolamento una donna di un paese vicino.

La persona, di nome Ivanna Vandzhurak, ha scritto su Facebook che la folla le gridava che era “un’osservatrice” per il centro di reclutamento. Tale accusa riflette la preoccupazione molto diffusa nella società ucraina che vi siano spie, conosciute appunto come “osservatori”, che aiutano la Russia a individuare obiettivi per l’artiglieria, ma in questo la fonte di ansia era la mobilitazione.

Dmytro Mokhnachuk, segretario del consiglio che amministra il villaggio e le comunità vicine, ha dichiarato ai media locali che le donne hanno accettato di sciogliere l’assembramento, ma gli hanno detto che stavano “lottando contro gli ufficiali del reclutamento”.

Martin King
Martin King

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