JCC 2022, “Tug of War” di Amil Shivji (Tanzania) vince il Tanit d’Or al Carthage Film Festival
Con ‘assegnazione del Tanit d’Or, il prestigioso premio del Festival Cinematografico di Cartagine JCC2022, ad Amil Shivji per “Tug of War” (Vuta N’Kuvute) si conclude la kermesse tunisina. La Tanzania viene premiata per la prima volta alla notte degli Oscar del mondo Arabo ed Africano. La giuria presieduta dal regista marocchino Mohammed Abderrahman Tazi ha assegnato il Golden Tanit a Vuta N’Kuvute, per la sua perfezione cinematografica a tutti i livelli e una forte visione artistica di un soggetto che è insieme politico e intimo. A ritirare il riconoscimento i due attori protagonisti, Gudrun Columbus Mawanyika, nel film Denge, e Ikhlas Gafur Vora, che interpeta Yasmin. Il lungometraggio ha vinto anche il premio per la migliore fotografia (Zen van Zyl) e il premio FIPRESCI, premio parallelo assegnato dalla International Federation of Cinematographic Press, il giorno prima della chiusura del festival. Vuta N’Kuvute, Tug of War per la versione internazionale, è il candidato della Tanzania agli Oscar 2023. La colonna sonora è stata composta dall’artista tunisina Amine Bouhafa e Amélie Legrand, compositrice e violoncellista francese.
Tug of War di Amil Shivji, co-sceneggiato con Jenna Bass, è un film di 90′, in swahili e inglese, prodotto nel 2021. Questa coproduzione tra Tanzania (Kijiweni Productions), Sud Africa, Qatar e Germania, è un adattamento di un romanzo di Adam Shafi, scrittore tanzaniano in lingua Sawahili. Parla di amore e politica durante gli ultimi anni della colonizzazione britannica a Zanzibar. Un dramma che si svolge negli anni ’50 durante la segregazione razziale imposta dal regime coloniale britannico. La storia fa da sfondo alla storia d’amore tra il combattente Denge (Gudrun Columbus Mawanyika) e l’indiano di Zanzibar Yasmin (Ikhlas Gafur Vora) tra chiodi di garofano e la rivoluzione che metterà fine al colonialismo britannico. Zanzibar, isola paradisiaca dell’Africa orientale, è crocevia di civiltà e di storia, con una società multietnica. Ha a lungo ispirato scrittori in opere romantiche sul colonialismo e le sue conseguenze.
Il Tanit d’argento è andato a “Under the Fig Trees” del tunisino Erige Sehiri, quello di bronzo a ‘Sharaf’ dell’egiziano Samir Nasr. “Sotto i fichi” tratta di relazioni sentimentali durante la raccolta dei frutti in un villaggio tunisino, mentre “Sharaf”, ispirato all’omonimo romanzo di Sonallah Ibrahim, dipinge un’immagine oscura della società egiziana attraverso le sbarre di un carcere. La giuria, presieduta dal critico cinematografico e regista Serge Albert Toubiana, ha deciso di assegnare il premio della Settimana della critica di Cartagine al film “La vita mi sta bene”, diretto dal marocchino Al Hadi Ulad-Mohand. Per i cortometraggi, invece, il Tanit d’Or è andato a “Palestine 87” di BilelKhatib (Palestina), il Tanit d’argento a “Bergie” di Dian Weys (Sudafrica) e il Tanit di bronzo ad “Astel” del senegalese Sy Ramata Toulaye.
Nella categoria documentari, il Tanit d’Or è stato assegnato al film “Batata” della libanese Noura Kevorkian, il secondo posto è stato guadagnato da “Noi studenti” di Fariala Rafiki (Repubblica Centrafricana) e il bronzo a “Gardien des mondes” di Leila Chaibi. Durante la cerimonia di chiusura del Festival, presso la Città della Cultura di Tunisi, nella prestigiosa cornice del moderno Teatro dell’Opera si è esibito anche il pianista italiano Mario Mariani, con una reinterpretazione delle colonne sonore dei film più noti dell’intramontabile Federico Fellini.
L’Italia ha partecipato alla 33ma edizione delle Giornate Cinematografiche di Cartagine (JCC) con una selezione di sette film, tre originali dell’intramontabile maestro del cinema, Federico Fellini, “Amarcord”, “La voce della luna”, “Otto e mezzo,” e 4 sulla sua opera. Francesca Fabbri Fellini, nipote del regista, ha presentato il suo cortometraggio di animazione “La Fellinette”. Lo speciale “Il mondo secondo Federico Fellini” è stato ideato e coordinato dal regista italo-tunisino, Habib Mestiri, e sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura, insieme ad una mostra di immagini intitolata “Libro dei sogni” in mostra alla Città della Cultura.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.