In Tunisia inizia oggi la campagna elettorale per le presidenziali, preoccupazione per tentativi di sabotaggio
Inizia oggi, sabato 14 settembre, la campagna elettorale per le presidenziali previste in Tunisia per il prossimo 6 ottobre. La campagna, secondo il calendario già pubblicato dall’autorità elettorale, durerà 21 giorni, ovvero fino alla mezzanotte del 4 ottobre, quando inizierà il silenzio elettorale, prima del voto di domenica.
Secondo la decisione n. 22 del 22 agosto 2019 dell’Alta autorità indipendente per le elezioni (Isie) la campagna inizia ventidue giorni prima delle elezioni ai sensi degli articoli 86, 89 e 99 della Costituzione e tredici giorni prima in caso di un eventuale secondo turno se nessuno dei candidati raggiunge la maggioranza assoluta al primo, in questo caso la campagna elettorale riprenderà il giorno successivo all’annuncio dei risultati finali del primo turno.
In Tunisia si vota domenica 6 ottobre, mentre i tunisini residenti all’estero potranno votare dal 4 al 6 ottobre.
Un generale clima di disinteresse
Il clima generale nel Paese è quello di un certo disinteresse, sebbene ci sia preoccupazione per eventuali reazioni da parte dell’opposizione ed in particolare per eventuali atti di sabotaggio di candidati esclusi, oltre che da parte degli islamisti, che continuano a ricevere un certo sostegno da parte di attori stranieri.
Ieri, alcune centinaia di persone, tra attivisti e componenti della società civile, sono scesi in strada a Tunisi in “difesa dello stato di diritto”.
La manifestazione, politicamente strumentalizzata dall’opposizione, è stata organizzata dalla Rete tunisina per la difesa dei diritti e delle libertà, che raccoglie al suo interno una ventina di partiti e associazioni tunisine. I manifestanti hanno marciato sulla centralissima Avenue Bourguiba, nella capitale, scandendo slogan anti-Saied e chiedendo “maggiori diritti politici e civili, partendo dalla cancellazione di decreti repressivi (come l’articolo 54 che disciplina i crimini sui mezzi di informazione) per garantire il diritto di tutti alla libertà di espressione“.
Mentre i manifestanti hanno chiesto il rilascio di detenuti politici, in carcere lo ricordiamo per varie accuse su cui indaga la Magistratura tunisina come terrorismo, omicidi politici e riciclaggio di denaro, nelle ultime 48 ore, le autorità giudiziarie della Tunisia hanno eseguito decine di arresti su mandato della procura. Tra gli arrestati figurano attivisti politici, volontari e almeno 80 persone appartenenti al movimento islamista Ennahda, braccio locale della Fratellanza musulmana internazionale, come riferisce lo stesso partito in un post su Facebook.
I candidati in corsa
Tre i candidati in corsa per Cartagine: Kais Saied, presidente uscente che corre per un secondo mandato, Zuhair Maghzaoui, ex parlamentare e segretario generale del Movimento popolare, e Ayachi Zammel, ingegnere chimico e fondatore del movimento Azimoun.
Quest’ultimo è in custodia cautelare dall’alba del 3 settembre, momento in cui è stato arrestato dagli agenti della Guardia nazionale sulla base di decine di denunce presentate da normali cittadini che lo accusano di aver falsificato le loro firme, depositandole all’autorità elettorale tra le 10 mila raccomandazioni popolari richieste per potersi candidare.
Zammel deve affrontare diverse accuse, tra cui la produzione di documenti falsificati e l’offerta di donazioni per influenzare gli elettori. È inoltre perseguito per aver elaborato e trasmesso dati personali senza autorizzazione degli interessati. L’accusa di influenzare gli elettori attraverso donazioni potrebbe portare alla cancellazione del suo nome dalla lista dei candidati alla presidenza, ai sensi dell’articolo 161 della legge elettorale che prevede inoltre pene detentive da due a cinque anni e una multa da 2.000 a 5.000 dinari (da 600 a 1500 euro).
Il modello di scheda elettorale
L’autorità elettorale (Isie) ha annunciato giovedì sera le modalità di voto, pubblicando un modello di scheda elettorale per le prossime elezioni presidenziali, secondo cui i candidati sono elencati nel seguente ordine: Ayachi Zammel (n. 1), Zouhair Maghzaoui (n. 2) e Kais Saied (n. 3). Gli elettori esprimeranno la propria preferenza barrando con una “X” la casella sottostante la foto di ciascun candidato.
Durante la campagna elettorale è necessario garantire la neutralità dell’amministrazione e dei luoghi di culto, la neutralità e trasparenza dei media nazionali e stranieri, in termini di fonti di finanziamento e modalità di erogazione dei fondi ad essa stanziati, uguaglianza e pari opportunità tra tutti i candidati, nonché il rispetto della sacralità fisica dei candidati e degli elettori, del loro onore e dignità, rispettando la sacralità della loro vita privata e dei dati personali, non incitando all’odio, alla violenza, all’intolleranza e discriminazione, evitando di includere nella propaganda elettorale informazioni false che potrebbero fuorviare gli elettori. È anche fatto divieto ai media accreditati di pubblicare sondaggi d’opinione e politici fino all’annuncio finale dei risultati da parte dell’autorità elettorale.
Il costo della campagna elettorale
Intanto, nelle scorse ore la Banca centrale della Tunisia (Bct) ha inviato una circolare alle banche e alle Poste nazionali riguardante i conti della campagna elettorale a beneficio dei candidati alle elezioni presidenziali. La circolare, composta da 11 capitoli e pubblicata ieri sulla Gazzetta ufficiale dello Stato tunisino (n. 112), prevede che “le banche e le Poste Nazionali devono aprire un unico conto per la campagna elettorale a beneficio di ogni candidato, al quale verrà assegnato un simbolo speciale che lo distinguerà dal resto dei conti aperti”.
Sui libri della banca o dell’ufficio postale, sarà aperto dal candidato o da qualsiasi altra persona da lui delegata, riconosciuta dalla sua firma, presso l’agenzia bancaria o postale prescelta dall’interessato o dal suo agente.
L’agente finanziario del candidato è responsabile della gestione, disposizione e chiusura del conto unico per la campagna elettorale nel rispetto della normativa vigente, sottolineando che è fatto divieto alle banche e alle Poste nazionali di aprire più di un conto per la relativa campagna elettorale per ciascun candidato.
Norme anti-corruzione
Secondo la circolare, gli istituti di credito fin qui menzionati, prima di aprire il conto per la campagna elettorale, devono verificare presso il sistema di scambio dati della Bct che non esista alcun altro conto per la relativa campagna elettorale già intestato al candidato.
La circolare prevede inoltre che sul conto della campagna elettorale verranno accreditate esclusivamente le seguenti risorse, che sono trasferimenti in dinari provenienti dai conti interni del candidato a titolo di autofinanziamento, e dai conti interni delle persone fisiche residenti in Tunisia ai sensi della legislazione fiscale a titolo di finanziamento della campagna elettorale del candidato, nonché i depositi in dinari provenienti da importi finanziari depositati dall’agente finanziario del candidato alle elezioni presidenziali in contanti o con assegni denominati di autofinanziamento o finanziamento privato.
È vietato alle banche e alle Poste accettare finanziamenti ai candidati tunisini residenti all’estero, siano essi autofinanziamenti o finanziamenti privati. È inoltre vietato accettare trasferimenti su conti di campagna elettorale emessi da persone giuridiche di qualsiasi tipo, compresi partiti politici, associazioni e persone fisiche straniere, anche se risiedono in Tunisia.
I mezzi a disposizione per la propaganda elettorale
I mezzi di propaganda elettorale a disposizione dei tre candidati sono pubblicità, incontri pubblici, cortei, raduni e attività mediatiche audio, video, scritti ed elettronici, siti web e media elettronici. Gli annunci elettorali includono manifesti, volantini, programmi e informazioni sulle date degli appuntamenti.
I media sono invitati alla neutralità, il che significa trattare in modo obiettivo ed equo tutti i candidati, non schierarsi con alcuna lista o partito, né interrompere le attività di un concorrente ed evitare qualsiasi comportamento che possa influenzare la volontà degli elettori.
Non è considerato un’influenza sulla volontà degli elettori incoraggiarli a partecipare alla registrazione, alle elezioni o ad un referendum senza indirizzarli a scegliere un candidato o una lista specifici, o esortarli a votare. È invece vietato effettuare donazioni in denaro o in natura con l’intento di influenzare l’elettore o costringerlo ad astenersi dal voto. Durante il periodo di silenzio elettorale è vietato alle liste di candidati, ai candidati e ai partiti includere o pubblicare nuova propaganda elettorale, compresi i loro siti web e i media elettronici.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.