Il Movimento Cristiano Lavoratori per la pace e contro le propagande di guerra. All’Abbazia di Montecassino, con il professor Franco Cardini e il Forum Terzo Settore
Oggi, domenica 26 giugno, una riflessione oltre gli slogan. “Dobbiamo allontanarci dal normale schema di «Cappuccetto rosso»: Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo. Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro”. Nel suo confronto con i direttori delle riviste europee dei Gesuiti, avvenuto il 19 maggio scorso e i cui contenuti sono stati resi pubblici qualche giorno fa, tra i molti argomenti, papa Francesco si è espresso anche sulle guerra russo-ucraina. Invitando ad uscire, come le parole riportate in apertura ben chiariscono, dall’area di confort degli slogan e cercando di cogliere la complessità del quadro come primo contributo al farsi operatori di pace. Secondo il Santo Padre, “Quello che stiamo vedendo è la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi. E i russi, in realtà, preferiscono mandare avanti ceceni, siriani, mercenari. Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco”. Il punto centrale, quindi, è riffermare le ragioni e la ragionevolezza della pace – e questo compito il Pontefice indica non solo ai credenti ma a tutti gli uomini di buona volontà. Non si tratta di un astratto esercizio di irenismo, bensì di un concreto realismo (anche politico). Un approccio che richiede di tenere desta l’attenzione e la voglia di comprendere nel profondo.
Il Movimento Cristiano Lavoratori, su iniziativa dell’Unione regionale del Lazio, ha voluto manifestare la propria profonda adesione e il suo fattivo impegno sulla strada indicata dal Papa. Per la pace e – come recita il titolo dell’iniziativa – “oltre gli slogan e le propagande di guerre”, ma non cedendo a un pacifismo ideologico e disincarnato, il Mcl ha così scelto di tornare all’Abbazia di Montecassino, oggi domenica 26 giugno, in connessione ideale con un’analoga iniziativa di quarant’anni (il 21 marzo 1982, quando a tema erano gli euromissili e il rischio atomico). Nel cinquantesimo della fondazione dell’associazione di promozione sociale che persegue una testimonianza evangelica organizzata nel mondo del lavoro, una manifestazione aperta anche alla partecipazione di altre soggettività sociali e che ha avuto il patrocinio del Forum del Terzo Settore. “Ci ritorniamo oggi con lo stesso spirito di pace che accomuna tutte le persone di buona volontà, al di là delle fedi religiose e dei credi politici, in sintonia non tutti quanto sono dissidenti alla logica del conflitto e alle arbitrarie semplificazioni”, dichiarano gli organizzatori.
Si parte in mattinata, com la visita ai cimiteri di guerra dove riposano i caduti dell’importante battaglia della Seconda Guerra Mondiale (il polacco e l’inglese, ma anche il tedesco). Anche qui difficile non cogliere un’affinità profonda con un passo del già citato dialogo tra il papa e i direttori delle varie riviste culturali della Compagnia di Gesù in Europa. Questo: “Pochi anni fa c’è stata la commemorazione del 60° anniversario dello sbarco in Normandia. E molti capi di Stato e di governo hanno festeggiato la vittoria. Nessuno si è ricordato delle decine di migliaia di giovani che sono morti sulla spiaggia in quella occasione. Quando sono andato a Redipuglia nel 2014 per il centenario della guerra mondiale – vi faccio una confidenza personale –, ho pianto quando ho visto l’età dei soldati caduti. Quando, qualche anno dopo, il 2 novembre – ogni 2 novembre visito un cimitero – sono andato ad Anzio, anche lì ho pianto quando ho visto l’età di questi soldati caduti. L’anno scorso sono andato al cimitero francese, e le tombe dei ragazzi – cristiani o islamici, perché i francesi mandavano a combattere anche quelli del Nord Africa –, erano anche di giovani di 20, 22, 24 anni.Perché vi dico queste cose? Perché vorrei che le vostre riviste affrontassero il lato umano della guerra. Vorrei che le vostre riviste facessero capire il dramma umano della guerra. Va benissimo fare un calcolo geopolitico, studiare a fondo le cose. Lo dovete fare, perché è vostro compito. Però cercate pure di trasmettere il dramma umano della guerra”.
A seguire un momento di convegno a più voci, introdotto da Mauro Camusi (presidente regionale Mcl) e moderato da Giancarlo Moretti (rappresentante del Mcl al Forum del Terzo Settore”, con: Antonio Di Matteo (presidente nazionale Mcl), Vanessa Pallucchi (Legambiente, portavoce Forum Terzo Settore), Francesca Coletti (Arci) e il professor Franco Cardini (voce autorevole e sempre capace di proporre letture non conformiste).
Classe 1977, giornalista e consulente nel settore della comunicazione. Direttore del settimanale “Il nuovo Monviso” e di “2006più Magazine” (voce del gruppo Dai Impresa). Dirige la comunicazione di Echos Group. Collabora con diverse testate nazionali (tra cui Tempi) e locali. Ha lavorato per Pubbliche Amministrazioni, realtà d’impresa e del Terzo settore. Presidente regionale piemontese e componente dell’Esecutivo nazionale del Mcl – Movimento Cristiano Lavoratori. Consigliere d’amministrazione della Fondazione Italiana Europa Popolare e Componente del Comitato Scientifico della Fondazione De Gasperi. Co-autore, con Giorgio Merlo, del libro “I Granata” (Daniela Piazza Editore)