Tunisia, Enfidha lancia la sfida al mondo per l’olio d’oliva

Tunisia, Enfidha lancia la sfida al mondo per l’olio d’oliva

24 Novembre 2025 0

A Enfidha, nel cuore del governatorato di Sousse, in Tunisia, il profumo dell’olio d’oliva riempie l’aria e accompagna i passi dei visitatori tra filari di ulivi secolari e stand artigianali. Lo scorso fine settimana, il complesso agricolo dell’Ufficio del demanio ha ospitato una giornata dedicata al “liquido d’oro” tunisino, promossa dal ministero del Turismo in coordinamento con il ministero dell’Agricoltura, delle Risorse idriche e della pesca.

L’iniziativa, più di un semplice evento promozionale, si inserisce in un piano nazionale che mira a consolidare la reputazione dell’olio d’oliva tunisino come prodotto strategico e di eccellenza internazionale.

Riconoscimenti in tutto il mondo, qualità ed eccellenza

Negli ultimi anni, la Tunisia ha raccolto riconoscimenti in tutto il mondo: 62 medaglie d’oro all’Usa International Olive Oil Competition di Miami, 32 premi al Concorso Internazionale Europeo di Ginevra, e numerosi Gold e Silver Awards a New York, Los Angeles, Parigi, Berlino, Giappone e Grecia. Eppure, la vera storia di successo si legge nei piccoli gesti quotidiani dei produttori, come nel caso dell’olio di Beja, il Triomphe du Thuccabor, premiato in Italia per il settimo anno consecutivo.

È un’eco che parla di qualità costante e di tradizione millenaria, di ulivi che resistono al tempo e alla siccità per offrire un prodotto unico, autoctone come Chemlali e Chetoui, ora anche in versione biologica.

Turisti scoprono ogni fase della produzione

I turisti, arrivati da diverse parti del mondo, hanno potuto scoprire ogni fase della produzione, dal frantoio alle bottiglie pronte per l’esportazione, acquistando direttamente olio confezionato e prodotti locali. L’Osservatorio nazionale dell’agricoltura (Onagri) conferma il successo: le esportazioni tra novembre 2024 e settembre 2025 hanno raggiunto 268,6 mila tonnellate, con un incremento del 41,3 per cento rispetto all’anno precedente.

L’olio confezionato rappresenta ormai il 15,1 per cento delle esportazioni totali, a conferma di un lavoro continuo di valorizzazione del prodotto tunisino all’estero, mentre l’olio biologico ha fatto registrare 50,9 mila tonnellate esportate, per un valore di oltre 210 milioni di euro. Spagna, Italia e Stati Uniti restano i principali mercati di sbocco, confermando l’attrattiva globale dell’“oro verde” tunisino.

Un raccolto stimato superiore a 400 mila tonnellate

E mentre i turisti assaporano l’olio d’oliva direttamente dagli uliveti di Enfidha, la Tunisia si prepara a un primato storico: secondo il rapporto Food Outlook – November 2025 della Fao, il Paese nordafricano è destinato a diventare il secondo produttore mondiale di olio d’oliva nella stagione 2025/26, con un raccolto stimato superiore a 400 mila tonnellate, definito “record” dagli analisti.

Solo la Spagna resterà davanti, mentre Italia, Grecia e Turchia dovranno fare i conti con la nuova forza produttiva tunisina, che coprirà circa il 13 per cento dell’offerta globale. La crescita è favorita da condizioni climatiche ideali e da un ciclo vegetativo regolare, che ribaltano l’equilibrio storico di un mercato mediterraneo tradizionalmente dominato dai grandi produttori europei.

Per l’Italia, alle prese con le conseguenze della siccità estiva e con la persistente emergenza Xylella in Puglia, la stagione 2024/25 ha segnato una riduzione significativa dell’output nazionale, mentre i prezzi internazionali hanno registrato un rallentamento: da circa 9 mila euro a tonnellata in Spagna a gennaio 2024 a 4.180 euro a settembre 2025, con trend simili in Grecia.

L’aumento dei volumi tunisini ha dunque un impatto diretto anche sul mercato europeo: l’olio proveniente dalla Tunisia, destinato a Italia e Spagna nell’ambito dell’accordo di associazione Ue, è impiegato sia nell’imbottigliamento sia nei blend della grande distribuzione. L’espansione produttiva tunisina non rappresenta solo una vittoria nazionale, ma rafforza il ruolo del Paese come fornitore strutturale dell’olio mediterraneo, consolidando la sua posizione di attore centrale sull’intero mercato globale e aprendo nuove prospettive per export e flussi commerciali internazionali.

Non solo olio

Ma Enfidha non è stata solo olio. L’evento ha messo in mostra l’artigianato locale: manufatti in legno d’ulivo e specialità gastronomiche. Ogni stand racconta storie di artigiani e artigiane che, attraverso le loro mani, intrecciano tradizione e modernità, contribuendo a un’economia locale più sostenibile. Per le autorità tunisine, la promozione dell’olio non è solo commerciale, ma strategica: favorisce l’agroturismo, valorizza il territorio e rafforza la crescita regionale.

La diversificazione turistica potrebbe generare 13,17 miliardi di dollari

Il ministero del Turismo guarda al futuro con ambizione. Nel 2025 la Tunisia ha già accolto oltre nove milioni di visitatori, e secondo uno studio dell’Arab Institute of Business Leaders, la diversificazione turistica potrebbe generare entro il 2030 un fatturato di circa 13,17 miliardi di dollari, creando oltre 32 mila posti di lavoro netti e riducendo la stagionalità del settore. Tra i segmenti strategici individuati: turismo rurale e agriturismi, circuiti culturali ed ecoturismo, salute e benessere, turismo senior e di lusso.

I sapori di un Paese straordinario

A Enfidha, tra un sorso di olio appena spremuto e l’acquisto di un piccolo souvenir, il visitatore non assaggia solo un prodotto: assapora la Tunisia intera, un Paese straordinario che fonde storia, sapori e futuro. Qui, l’olio d’oliva non è più solo condimento, ma ambasciatore di un’eccellenza che conquista il mondo, una piccola epopea quotidiana tra ulivi, artigiani e turisti incantati.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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