Ucraina, Zelensky teme la sconfitta: il nuovo pacchetto americano potrebbe servire a poco
Dopo due anni il conflitto è giunto a un momento critico in cui il fronte potrebbe crollare e non dalla parte in cui profetizzavano con sicumera certi politici europei. Quindi niente vittoria totale dell’Ucraina e niente collasso strutturale della Russia: i proclami di Zelensky & Co. si stanno realizzando all’esatto contrario. Oggi il presidente ucraino e i suoi generali ammettono che senza aiuti ingenti e rapidi Kiev non vincerà, anzi è già sulla via della sconfitta. Il pacchetto da 60 miliardi appena approvato in USA sembra un’ottima notizia, sebbene possa essere solo un modo per arrivare ai negoziati con qualche carta ancora in mano.
I russi avanzano lentamente ma inesorabilmente
In questo momento russi sembrano in condizione di completare l’assorbimento della oblast’ di Donetsk. In gran parte essa già costituiva l’omonima Repubblica Popolare e adesso è un nuovo soggetto amministrativo della Federazione Russa. Con le durissime battaglie di Bakhmut/Artyomosk e di Andreevka le forze russe hanno smantellato i capisaldi difensivi che nel corso di anni Kiev aveva rafforzato all’inverosimile. Adesso la pianura dell’est ucraino vede un’avanzata russa lenta, ma sostanziale e inesorabile. Ora l’obiettivo primario potrebbe essere Chasov Yar, cittadina ad ovest di Bakhmut: giunti là, si aprirebbe la strada verso altre città che rappresentano punti essenziali per “mettere in sicurezza” l’intero Donbass.
Certo, gli ucraini riescono ancora a colpire il territorio russo con i droni e a disturbare le retrovie. In questo modo ottengono “successi” facilmente vendibili alla propaganda euroatlantica, che si sforza di mantenere nei cittadini la convinzione dell’utilità delle decine di miliardi spesi. Le elezioni europee sono dietro l’angolo e poi ci saranno quelle americane. Dunque si teme che al momento del voto i contribuenti ricordino gli slogan sui condizionatori e la pace e si accorgano che Bruxelles ha impegnato il futuro del continente in una scommessa che finora ha portato solo instabilità, impoverimento e militarizzazione della società. Proprio come negli USA.
L’esercito ucraino è sguarnito
L’esercito ucraino è sguarnito e necessita di tutto, dalle munizioni agli armamenti. Lo ammettono candidamente gli ufficiali intervistati dai media euroatlantici. Uno di loro ha spiegato che le posizioni sul campo sono peggiorate significativamente proprio negli ultimi giorni. Sbloccati i fondi americani, forse le attrezzature ricominceranno ad affluire, ma il Congresso USA non può dare l’elemento che manca di più: i soldati. Per questo motivo Zelensky ha approvato una legge che abbassa l’età della coscrizione da 27 a 25 anni e inasprisce le punizioni per i disertori. Ma i giovani non verranno mandati subito al fronte per far rifiatare i soldati ultraquarantenni sfiniti dopo un interminabile periodo in trincea. Serve tempo, ed è l’altro elemento che scarseggia drammaticamente dalle parti di Kiev. Addestrare adeguatamente le reclute richiede settimane. La scarsità della preparazione costituisce un problema serio, come dichirato dal comandante in capo delle Forze armate ucraine Oleksandr Syrskyi.
Dunque, se i rifornimenti militari e il ricambio di forze non arriveranno entro breve tempo, si potrebbe realizzare il rischio di crollo in qualche parte del fronte. Molto dipenderà dall’impegno che Mosca metterà nella sua “spallata” finale, magari per raggiungere Odessa e chiudere il Mar Nero. Ma questa è materia di speculazioni che includono troppe variabili per essere davvero fondate e credibili. Il generale Sirskyi dice che i russi stanno premendo sulle linee ucraine per sfruttare il vantaggio crescente in termini numerici di uomini e proiettili. Grazie all’impiego di unità fresche su veicoli corazzati, periodicamente i russi riescono a ottenere sul campo delle conquiste tattiche. L’intelligence ucraina ha fatto sapere di avere informazioni tali da ipotizzare che al Cremlino stiano preparando un’offensiva su larga scala in tarda primavera o all’inizio dell’estate.
Resistere ancora un anno?
Se Kiev riesce a resistere fino al prossimo anno – e nel frattempo rimette in sesto l’esercito a livello numerico e di potenza bellica – forse nel 2025 avrà una chance di prendere l’iniziativa strategica. Ma ci sono ancora molti mesi da passare e molte incognite da superare. Per ora l’iniziativa resta saldamente in mano a Mosca. Lo ha ammesso anche Zelensky in un’intervista della scorsa settimana al canale televisivo americano PBS. Senza l’assistenza USA, Kiev non ha alcuna chance di vittoria, spiega l’ex attore. I russi detengono la superiorità nel cielo e questo è un fattore chiave per impedire all’Ucraina di riprendere vigore. Infatti Mosca colpisce infrastrutture fondamentali come le centrali elettriche e la contraerea ucraina non può respingere gli attacchi. E il motivo è che mancano i missili, che solo gli americani e forse alcuni Paesi europei possono dare.
Il pacchetto da 60 miliardi di dollari approvato sabato scorso dalla Camera USA è un ottimo segnale, ma deve ancora concretizzarsi. Anzitutto bisogna attendere la conferma del Senato, che dovrebbe arrivare martedì. Poi bisogna verificare che sia efficace il sistema di prestiti con cui i Democratici hanno convinto i Repubblicani a concedere il voto. L’assenso infatti è arrivato con fatica, dopo molti mesi e con 112 deputati del partito di Trump che hanno comunque votato contro. Inoltre hanno vivamente protestato coi colleghi che sventolavano le bandiere giallo-blu ucraine e cantavano gli slogan patriottici di Kiev.
Zelensky ha ringraziato Washington, ma come ha detto nell’intervista, pensa soltanto all’immediato futuro e non al dopo-elezioni di novembre. Il probabile ritorno di Trump, infatti, potrebbe ostacolare qualsiasi iniziativa militare ucraina, indipendentemente dagli aiuti votati oggi. Dopo due anni il conflitto è giunto a un momento critico in cui il fronte potrebbe crollare e non dalla parte in cui profetizzavano con sicumera certi politici europei. Il presidente ucraino e i suoi generali ammettono che senza aiuti ingenti e rapidi Kiev non vincerà, anzi è già sulla via della sconfitta. Il pacchetto da 60 miliardi appena approvato in USA sembra un’ottima notizia, sebbene possa essere solo un modo per arrivare ai negoziati con qualche carta ancora in mano.
52 anni, padre di tre figli. E’ massimo esperto di Medio Oriente e studi geopolitici.