Tocca agli europei chiudere la voragine del bilancio ucraino, ma potrebbe essere un’opera impossibile o inutile

Tocca agli europei chiudere la voragine del bilancio ucraino, ma potrebbe essere un’opera impossibile o inutile

28 Marzo 2025 0

La voragine apertasi nel bilancio ucraino si sta allargando sempre di più. Nemmeno una rapida fine delle ostilità potrebbe fermare questo processo, perché è impossibile interrompere da un giorno all’altro le spese per la difesa. Irrealistico aumentare ancora le tasse ai cittadini ucraini o costringere i Paesi europei a dare ancora di più senza chiedere nulla in cambio. Ma è proprio questa la prospettiva attuale, con gli Stati Uniti che iniziano a prendere da Kiev, invece che a elargire. Se l’Europa – Londra compresa – insiste per continuare il conflitto, sappia che dovrà accollarsi una fardello finanziario di dimensioni bibliche. È questa l’analisi stilata sul Responsible Statecraft da Ian Proud, ex diplomatico britannico che ha servito anche all’Ambasciata del Regno Unito a Mosca.

Si pagherà ancora

Non è stato allestito alcun piano per finanziare lo Stato ucraino dopo il 2025. E se anche la guerra finisse entro l’estate, occorrerebbe del tempo per ridurre le spese militari, e a pagare sarebbero sempre i cittadini europei. Sembra che i vertici continentali non abbiano ben capito quali sono i costi politici della prosecuzione del conflitto. Oggi comunque vi è la speranza che l’amministrazione Trump riesca a mettervi termine, grazie alle trattative promosse dagli USA e condotte separatamente con le delegazioni di Russia e Ucraina. Quest’ultima però difficilmente porterebbe subito l’impegno finanziario nella difesa ai livelli pre-2022 non appena si raggiungesse lo stop alle ostilità. Oggi Kiev ha schierati 900mila soldati, uomini e donne, tre volte tanto il numero del tempo di pace. E senza nemmeno contare le perdite irrecuperabili di morti e feriti: si parla di centinaia di migliaia di individui, alle cui famiglie ora va la compensazione monetaria.

Deficit e tasse

Il conflitto ha costituito anzitutto un esborso finanziario enorme. Le spese militari ucraine si sono decuplicate dal 2021, anno in cui la priorità statale andava al welfare. Ormai la voragine apertasi negli anni non può essere richiusa da nessun contributo come gli aumenti delle tasse o le donazioni occidentali. Dal 2022 il buco di bilancio è stato mediamente di oltre il 22% del PIL. Al cambio attuale, il deficit 2025 arriva a 41,5 miliardi di dollari, persino considerando che quest’anno le spese militari diminuiscano un po’. Quindi, qualora le ostilità continuino (e speriamo invece che smettano), Kiev dovrà comunque aumentare il budget, come già nel 2024. Oggi gli introiti statali derivanti da tasse, accise e bolli coprono appena lo sforzo bellico, che l’anno scorso prendeva il 64% dell’erario. Dall’inizio della guerra le entrate dalle tasse sono cresciute di più del 100%, mentre le imposte sul reddito di oltre il 200%.

Da donazioni a prestiti

E si parla di un Paese in cui, secondo i dati dello Wilson Center, il 50% della popolazione vive al livello di sussistenza. Tagliata fuori dai mercati finanziari internazionali, l’Ucraina ha dovuto ricorrere a prestiti e aiuti occidentali. In parole povere, le donazioni e i crediti hanno pagato gli stipendi degli impiegati pubblici e hanno tenuto la luce accesa nei loro uffici. All’inizio le donazioni erano sotto forma di aiuti finanziari a fondo perduto, che servivano a soddisfare il bilancio statale e le esigenze belliche. Secondo il Kiel Institute, gli USA hanno dato oltre 50 miliardi di dollari in assistenza diretta al budget, mentre fra il 2022 e il 2024 la UE ne ha dati 51,5 come assistenza finanziaria, compresa quella al bilancio. Ma a partire dal 2024 le donazioni si sono gradualmente trasformate in prestiti, perché i governi occidentali hanno percepito il costo politico ed economico dell’assistenza finanziaria illimitata.

Spese per i debiti e G7

Kiev si è messa allora a prendere sempre più spesso dei prestiti, come era in parte prevedibile. I governi infatti in tempo di guerra tendono fortemente a contrarre debiti. Si pensi al caso della Gran Bretagna, che ha restituito i prestiti contratti con USA e Canada nella Seconda Guerra mondiale soltanto nel 2006. Il debito pubblico ucraino è così salito a oltre il 100% del PIL, ma ancora peggio sono triplicati i costi per pagare il servizio del debito, che oggi sono diventati la secondo voce di spesa del bilancio di Kiev (dopo la difesa). In altre parole, quest’anno per il servizio del debito l’Ucraina spenderà più del doppio di ciò che spende per la Sanità. Ed è una proporzione destinata ad ampliarsi man mano che le ostilità proseguono.

Forse Kiev riuscirà a far quadrare i conti coi Prestiti per l’Accelerazione delle Entrate Straordinarie (ERA) che il G7 le ha concesso nel giugno 2024. Infine, come parte di un compromesso dell’ultimo minuto fatto dalla uscente amministrazione Biden, il contributo americano da 20 miliardi al prestito del G7 è stato destinato tramite la Banca Mondiale per il supporto a determinati progetti come la ricostruzione delle infrastrutture energetiche e non come un supporto generalizzato al bilancio statale.

Come tornare ai livelli prebellici?

Oggi però non si vede alcun piano per assistere l’Ucraina nel suo budget statale del 2026 o degli anni successivi. Se anche la guerra finisse domani, Kiev rischia di finire i soldi già il prossimo anno, se i Paesi occidentali donati non comprendono che non sarà in grado di tornare immediatamente ai livelli di spesa prebellica. Perciò qui la domanda essenziale è quanto velocemente l’Ucraina riuscirà a ridurre le spese e chi coprirà il deficit. I numeri sono questi: per riequilibrare il bilancio del 2026, Kiev dovrà diminuire dell’80%, cioè di 41 miliardi di dollari, le spese per la difesa. Tuttavia i vertici politici potrebbero comprensibilmente insistere per mantenere intatto il grosso esercito al fine della deterrenza con eventuali future aggressioni russe. È vero, senza le ostilità attuali non vi sarebbero più le spese per le armi e le munizioni, ma un esercito ha comunque dei costi molto alti.

Peso insostenibile per l’Europa

Il Fondo Monetario Internazionale non prevede il ritorno dell’Ucraina sui mercati finanziari prima nel 2027. Quindi Kiev dovrà ancora cercare la mano dei donatori per avere altri aiuti. Le aspettative sono tutte sui Paesi europei, perché Trump sta stringendo i cordini della borsa e si sta concentrando sugli investimenti, compresi i minerali. Qui entra in giorno un alto rischio di carattere politico, se guardiamo ad esempio agli sforzi della UE di concludere un accordo su un pacchetto di armamenti per l’Ucraina da 5 miliardi.

Dare a Kiev altri 20 miliardi di supporto al bilancio nel 2026 dopo il cessate-il-fuoco potrebbe provocare un contraccolpo da parte dei sovranisti di destra e di sinistra, i quali ritengono che la guerra avrebbe dovuto già essere stata fermata nel 2022. Per il Regno Unito e l’Europa potrebbe essere economicamente e politicamente insostenibile appoggiare la prosecuzione del conflitto oltre quest’anno senza gli Stati Uniti. Ed è un’altra ragione per la quale i leader europei dovrebbero essere favorevoli alle trattative di pace in corso.

Redazione Strumenti Politici
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