Senatore Roberto Rosso “La Torino-Lione sarà completata entro dieci anni”

Senatore Roberto Rosso “La Torino-Lione sarà completata entro dieci anni”

3 Novembre 2023 0

A Cesana, nel Torinese, per il sopralluogo della pista di bob candidata per ospitare i Giochi Invernali del 2026 c’era il senatore Roberto Rosso, vicecoordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte e capogruppo per gli azzurri in Commissione Cultura e Sport e Lavori Pubblici a Palazzo Madama. Visti i molti temi trattati durante la giornata lo abbiamo interpellato sul futuro del Piemonte e sugli impegni che il Parlamento sta assumendo verso il Piemonte.

– Due Ministri della Repubblica sono recentemente andati in visita a Cesana per rilanciare le possibilità della provincia di Torino e di tutto il Piemonte di essere parte delle prossime Olimpiadi Invernali di Cortina. Senatore, Lei che è anche capogruppo della Commissione Sport al Senato, potrebbe dirci qual è la posizione di Forza Italia in merito?

– Si potrebbe affermare in questo caso: “Ve l’avevamo detto!”. Già mesi fa il Piemonte si era proposto come partner di Milano Cortina 2026 e dell’organizzazione olimpica. Conoscevamo la situazione degli impianti di Cortina e del nostro impianto, che è più moderno e più adatto anche per una questione di normative che sono cambiate nel tempo. Più adatto nell’ammodernamento: si parla infatti di 100 milioni di euro per quello di Cortina a fronte dei 30 per il nostro, tra progettazione e lavori vari. Non ci ha mai attirato l’idea di andare all’estero, qualora non si possa fare a Cortina.

Per noi l’importante è che si resti in Italia, e se si fa in Piemonte è come vincere una medaglia per una Regione come la nostra, che si era già distinta nel 2006 e che può distinguersi ancora. Non sarebbe certo un problema per gli atleti di skeleton, di bob e di slittino, che sarebbero tutti concentrati a Cesana e dunque senza alcun tipo di problema. La presenza del ministro Zangrillo e del vicepremier Tajani è molto importante, perché significa che ci hanno messo la faccia. Non solo Zangrillo che è piemontese, nonché coordinatore regionale di Forza Italia, ma pure Tajani che da vicepremier ha voluto essere presente per sostenere ciò che dico adesso, e cioè che ci lamentiamo spesso di doverci rivolgere all’estero, ma stavolta che ce l’abbiamo in casa possiamo sfruttare le nostre risorse.

Tra l’altro, la Regione Piemonte si è dimostrata estremamente collaborativa: ha già messo a disposizione diversi milioni di euro per la progettazione, che è la parte più urgente per convincere il Comitato Olimpico sulla fattibilità della proposta. Siamo pronti a partire: manca solamente il sì del CONI e del governo.

– Milano e il Veneto si sono espresse in modo fortemente contrario a questa ipotesi, quasi preferendo l’estero. Dal punto di vista del governatore Zaia è qualcosa di comprensibile, dato che aveva candidato Cortina per questa tipologia di intervento. Per Milano invece, col suo sindaco Sala, il motivo risulta poco chiaro. Voi come leggete la sua posizione?

– Ritengo che coloro che vengono eletti dai cittadini lavorino, fino a prova contraria, per gli interessi della cittadinanza stessa. Ma a volte le prove contrarie arrivano. Non vorrei che dietro la posizione di Sala vi fosse un tentativo di attaccare gli intenti del governo. Non dimentichiamo che abbiamo cambiato il nome ad alcuni ministeri…

C’è ne è uno che oggi si chiama “Ministero del Made in Italy”: dunque se veramente crediamo che occorra valorizzare il patrimonio nazionale, che bisogna investire sul rientro delle aziende fuggite all’estero, che i nostri cervelli debbano essere trattenuti in Italia, allora se c’è un impianto pressocché pronto diventa assurdo andare all’estero. Fuori dall’Italia ci puoi andare quando non c’è la possibilità di reperire in patria la medesima qualità. Ma qui la qualità c’è, e allora il Made in Italy va bene anche per lo sport.

– Nel medesimo giorno vi è stato anche un incontro molto importante per i rapporti con l’estero. Può darci degli aggiornamenti su questo punto?

– Per la collaborazione transfrontaliera c’è un nuovo accordo tra Italia e Francia. Devo dire che grazie ai fondi europei e al progetto Interreg, per il Piemonte in realtà sussisteva già una grossa collaborazione e varie tipologie di progetti. Dopo tanti secoli in cui la montagna è stata vissuta come un confine da difendere, come una zona neutra, oggi è diventata una risorsa comune, qualcosa che unisce. Ben venga questo nuovo progetto che si occuperà inizialmente di trasporti.

Non c’è solo la TAV: i collegamenti con la Francia sono anche altro e bisogna potenziarli. Come Monte Bianco e Frejus insegnano, c’è una fragilità di connessioni con la Francia che va rafforzata sotto il profilo delle linee ferroviarie e delle linee su gomma, sia merci che passeggeri. Poi c’è il rispetto dell’ambiente, con diversi progetti, e infine la parte culturale, perché siamo più vicini ai nostri cugini d’oltralpe che a Roma. Li abbiamo sempre chiamati “cugini” poiché abbiamo storicamente degli elementi in comune con loro: in un tempo nemmeno troppo lontano, il Piemonte faceva parte di qualcosa di più grande insieme alla Francia.

L’incontro mi è piaciuto molto perché sembrava di essere a casa: al di là dei grandi discorsi dei ministri, mi sono piaciuti i discorsi più nel dettaglio fatti dai presidenti delle province che confinano con la nostra, sia al di qua che al di là delle Alpi. Alla fin fine abbiamo i medesimi problemi e speriamo di trovare insieme una soluzione. Vengono messi a disposizione dei fondi per questo tipo di operazioni, che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti dell’Interreg. Ci saranno altri incontri: infatti questo accordo non prevede solamente Piemonte e Francia, ma anche Val d’Aosta e Liguria. Sono state sentite pure quelle province e regioni che si affacciano sulla Corsica, perché si è deciso che la prossimità è sia montana che marittima.

– Parliamo della Commissione Trasporti: quali sono i prossimi provvedimenti che analizzerete all’interno della Commissione?

– Anzitutto, ho chiesto e ottenuto a breve un sopralluogo dell’intera Commissione al cantiere della TAV. Non so come si comporteranno i grillini… Saremo lì per verificare la situazione e anche un po’ per celebrare una vittoria di Forza Italia e di altre forze politiche, che da due decenni lottano affinché questo collegamento venga realizzato. E lo sarà pure grazie a una serie di interventi di cui possono vantare di essere stato uno dei protagonisti, come quando abbiamo salvaguardato sette cantieri: sette comuni che ospitavano altrettanti cantieri e depositi e che abbiamo reso zona di interesse strategico nazionale, allo scopo di proteggerli da attacchi e da manifestazioni non autorizzate. Ciò ha consentito di velocizzare i lavori, rientrati così nel cronoprogramma: quindi diciamo che fra dieci anni inaugureremo l’opera.

– Lei è vicesegretario regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia. Si avvicinano le elezioni regionali: può dirci come partito in che modo intendete affrontare l’inizio di questa lunga campagna elettorale, con quali appuntamenti e iniziative?

– Forza Italia è il centro del centrodestra. Non esistono altri schieramenti che hanno la medesima storia e la stessa continuità di pensiero che ha Forza Italia. Altri partiti, compresi i nostri alleati, hanno avuto cambi di rotta o persino sbandamenti rispetto ai principi con cui sono stati fondati. Noi, invece, siamo sempre stati ligi al pensiero liberale che esprimeva Berlusconi. Lo siamo ancora adesso che lui non c’è più e ci atteniamo al neo-berlusconismo. Dico sempre che dobbiamo tenere i piedi ben piantati a terra nelle nostre radici, nel nostro passato, guardando però al futuro con la capacità di modificarci leggermente rispetto ai cambiamenti che avvengono nella società. È un percorso importante: da moderati noi non urliamo, ma essere moderati non significa essere remissivi o lasciarsi mettere i piedi in testa. Semplicemente capiamo meglio le esigenze di tutti e sappiamo cogliere delle soluzioni che altri non vedono.

Dunque la nostra non sarà una semplice campagna fatta di slogan, ma una campagna sul territorio fatta di incontri per dire come la pensiamo noi e per sentire come la pensano le categorie, le associazioni e le persone. Vogliamo infatti creare il progetto del nuovo governo della Regione con il Cirio-bis, per andare oltre quello che ha bloccato l’azione del primo governo Cirio. Negli anni della pandemia l’azione della Regione è stata inevitabilmente rallentata, sebbene l’emergenza in Piemonte sia stata superata benissimo, ma chiaramente non è stato possibile fare tutto quello che avevamo in programma. A Torino e provincia già da novembre vi sarà un calendario ricco di incontri pubblici coi nostri esponenti più importanti e con la cittadinanza: pensiamo al consiglio aperto della VI Circoscrizione, dove incontreremo i cittadini e le associazioni per parlare di sicurezza.

Redazione Strumenti Politici
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