Russia e Iran firmano trattato di intesa strategica appena prima dell’insediamento di Trump

Russia e Iran firmano trattato di intesa strategica appena prima dell’insediamento di Trump

19 Gennaio 2025 0

Il 17 gennaio Russia e Iran hanno firmato un trattato di intesa strategica su numerose aree di cooperazione. Forse vi è sottinteso un segnale per Washington, trattandosi di due Paesi sottoposti alle sanzioni USA e vista la tempistica, a pochi giorni dall’insediamento di Trump.

La visita di Pezeshkian a Mosca

Dopo una prima tappa in Tagikistan, il presidente iraniano si è recato a Mosca per una visita ufficiale su invito dello stesso Putin. È la terza volta che si incontrano da quando Masoud Pezeshkian è diventato capo della Repubblica Islamica dell’Iran lo scorso 28 luglio. Anche la volta prima si erano visti in Russia, per il summit dei BRICS, ai quali Teheran ha ufficialmente aderito il 1° gennaio. Lo ha accolto all’arrivo il ministro russo dell’Energia Sergei Tsivilyov, che presiede la commissione congiunta per la cooperazione economica fra i due Paesi. Dopo di che è andato al Cremlino per siglare con Putin l’accordo in questione. Nella relativa conferenza stampa, il presidente russo lo ha definito una reale svolta per creare le condizioni di uno sviluppo stabile e sostenibile della Russia, dell’Iran e dell’intera regione. Pezeshkian ha dichiarato che i due Stati hanno inaugurato un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali.

Ambiti di cooperazione

Per stilare l’accordo hanno ripreso il formato utilizzato per il trattato del 2001. I diretti interessati non ne hanno ancora rivelato le caratteristiche specifiche, ma lo descrivono come un “trattato comprensivo e strategico di partenariato”. Copre infatti diversi ambiti, in primis gli scambi commerciali e la cooperazione militare, e poi tecnologia, cultura, istruzione e molto altro. Si va dalla cooperazione nel nucleare civile all’ecologia e alla lotta al terrorismo, dalla cooperazione nel Mar Caspio alla lotta contro riciclaggio di denaro e crimine organizzato. Non prevede tuttavia l’assistenza reciproca in caso di aggressione militare, ma soltanto il divieto di offrire assistenza all’aggressore. Dunque non si configura un’effettiva alleanza, sebbene a partire dall’inizio dell’operazione speciale in Ucraina Mosca e Teheran abbiano stretto legami più intensi in ambito della difesa. L’Iran nega le accuse occidentali di fornire droni da attacco ai russi e Pezeshkian si dice in favore di futuri negoziati di pace.

Sanzioni in comune

L’accordo avrà una durata ventennale e potrà essere prolungato. Oggi i due Stati hanno in comune il tratto distintivo di essere fra quelli più sanzionati al mondo da Washington e da Bruxelles. Su questo sfondo hanno aumentato gli scambi reciproci anche come replica all’ostilità occidentale. Con questo trattato vogliono coordinare le proprie azioni in risposta alle restrizioni bancarie e commerciali posto dall’Occidente, ad esempio facilitando i pagamenti in valuta nazionale. Inoltre hanno stabilito scambi di intelligence e nelle questioni relative alla sicurezza. Un aspetto che coinvolge simultaneamente geopolitica, sanzioni e sicurezza è l’energia, nella quale Russia e Iran sono due colossi. Putin ha dichiarato che stanno lavorando per risolvere degli ostacoli tecnici al fine di accelerare i progetti di fornitura di gas naturale dalla Russia all’Iran passando dall’Azerbaigian e di costruzione di corridoi di trasporto verso i porti iraniani sul Golfo Persico.

Una tempistica particolare

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha negato che le parti abbiano atteso l’imminenza della nuova presidenza americana per siglare il patto, per il quale sono occorsi anni di negoziati. Tuttavia per la tempistica e per il contenuto del trattato è impossibile non scorgervi dei segnali indirizzati particolarmente a Trump, che si è sempre distinto come feroce avversario di Teheran. Nel suo primo mandato, ad esempio, aveva ritirato gli USA da un accordo multilaterale che alleggeriva le sanzioni anti-iraniane in cambio di limitazioni allo sviluppo nucleare. Soprattutto era stato lui a ordinare l’assassinio del generale iraniano Qassem Soleimani, ucciso a inizio 2020 con un attacco di droni vicino all’aeroporto di Baghdad. Bisogna comunque dire che l’accordo odierno arriva dopo un 2024 piuttosto complicato in politica estera per Teheran. Basti citare l’indebolimento di Hezbollah in Libano e la caduta di Assad in Siria, due alleati sostenuti e alimentati da Teheran.

Concorrenza e cooperazione

Tuttavia, nemmeno con la Russia l’Iran ha sempre avuto un rapporto lineare o sereno. I rapporti fra i due Paesi hanno una tradizione secolare, che si è dispiegata in vario modo a seconda della vicende storiche. Oggi sembrano aver scelto una politica che predilige una forte cooperazione a discapito della reciproca concorrenza. La caduta di Assad è stato un brutto colpo per entrambi, ma col ritorno di Trump è forse Teheran ad avere più bisogno dell’appoggio e dell’assistenza russa in ambito commerciale, finanziario ed energetico, soprattutto con riguardo alle tecnologie per il nucleare civile e per la difesa militare convenzionale. Il 17 gennaio Russia e Iran hanno firmato un trattato di intesa strategica su numerose aree di cooperazione. Forse vi è sottinteso un segnale per Washington, trattandosi di due Paesi sottoposti alle sanzioni USA e vista la tempistica, a pochi giorni dall’insediamento di Trump.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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