Operazione “Empire”, il dark web dove si celava un traffico internazionale di droga sintetica
Acquistavano droga seduti comodamente davanti al proprio pc, aspettando la consegna come una normale spedizione di un supermercato online. Così nell’era di internet e dell’e-commerce, che nei due anni di pandemia e di lockdown ha assistito ad un’impennata delle transazioni online, clienti di Stati Uniti, Canada, Australia, Ucraina, Thailandia, India, Israele, Pakistan, Giappone, Nuova Zelanda, Iran e Grecia si rifornivano di droghe sintetiche, MDMA, ecstasy, ketamina emarijuana, pagando in cripto valuta Bitcoin. Un espediente che in qualche caso si sarebbe potuto rivelare utile per gli acquirenti di alcuni Paesi, come l’Iran, per eludere le pesanti sanzioni finanziarie imposte dal Dipartimento del Tesoro americano. La base operativa di questo traffico internazionale, portato alla luce dalla squadra mobile di Catania coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, era il rione popolare San Giovanni Galermo del capoluogo etneo. La droga sintetica viaggiava sull’asse Italia – Olanda – Usa, nascosta in oggetti come barattoli di creme cosmetiche, statue in gesso, confezioni di puzzle, giradischi, amplificatori, custodie di DVD e persino capi di abbigliamento. Il prezioso carico, che gli inquirenti stimano potesse arrivare a fruttare fino a 150 mila euro al mese, sarebbe arrivato in Italia dall’Olanda per poi essere spedito agli eShopper statunitensi. Di qui la stretta collaborazione e il continuo scambio di informazioni con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del ministero dell’Interno e lastatunitense Homeland Security Investigations (Hsi), il principale braccio investigativo del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti, responsabile delle indagini sui crimini e le minacce transnazionali, in particolare quelle organizzazioni criminali che sfruttano le infrastrutture globali attraverso le quali si muovono il commercio internazionale e la finanza. Le indagini della squadra mobile della sezione antidroga sono iniziate tra gennaio e settembre 2020 e si sono concluse con l’operazione “Empire” (proprio dal nome del portale del deep web, la parte sommersa della rete), che stamani ha portato all’arresto di sei persone, mentre una settima risulta ancora ricercata, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Fra i provvedimenti emessi, anche il sequestro preventivo di una villa nel quartiere catanese diSan Giorgio, che sarebbe stata acquistata da due degli indagati, Giuseppe Mangiameli e la moglie, con parte dei proventi del business internazionale. «L’operazione non ha precedenti nel nostro Paese – è il commento di Antonio Sfameni, dirigente della mobile di Catania -. Stiamo parlando di un traffico internazionale che si avvaleva del dark web, al cui interno c’era questo marketplace che è stato smantellato. Si è riusciti a tracciare il possibile volume degli affari, mentre al momento risulta più difficoltoso risalire al numero esatto di acquirenti».

Nasce a Palermo. Laureata in Lingue e letterature straniere all’Università degli studi del capoluogo siciliano, master in Giornalismo e comunicazione pubblica istituzionale, è giornalista pubblicista. Ha iniziato la sua carriera di giornalista, scrivendo di sprechi, inadempienze nella Pa e di temi ambientali per il Quotidiano di Sicilia, ha collaborato per alcuni anni col Giornale di Sicilia, svolto inchieste e approfondimenti su crisi libica e questione curda per Left, per poi collaborare alle pagine Attualità e Mondo di Avvenire, dove si è occupata di crisi arabo-siriana e di terrorismo internazionale. Ha collaborato col programma Today Tv 2000, l’approfondimento dedicato all’attualità internazionale. Premio giornalistico internazionale Cristiana Matano nel 2017.