In Iraq i bambini continuano a morire per i residuati bellici
In Iraq i bambini continuano a morire. La denuncia arriva da Unicef la quale ha denunciato come negli ultimi 5 anni siano 519 i bambini uccisi o rimasti feriti in Iraq a causa di ordigni esplosivi. Oltre l’80% di questi bambini colpiti dalla coda della guerra sono maschi. L’occasione è il lavoro minorile, come il pascolo di animali o la raccolta di rottami metallici da vendere. I bambini, come ricostruiscono da Unicef, sono particolarmente vulnerabili, attratti dai residuati per il loro aspetto colorato e inconsapevoli di quanto siano pericolosi. Alcune di queste armi sono oggetti familiari di uso domestico che sono stati trasformati in esplosivi.
La presenza di ordigni esplosivi, in particolare nelle comunità residenziali e rurali, continua a minacciare la vita dei più piccoli. Anche se l’Iraq non ha subito conflitti aperti negli ultimi anni, gli effetti delle armi esplosive si riverbereranno negli anni a venire. Le mine terrestri e gli ordigni inesplosi o abbandonati (i cosiddetti “residuati bellici“) causano ancora morti e feriti in tutto il paese. L’UNICEF e l’UNMAS/United Nations Mine Action Service hanno lanciato un appello ai Governi per evitare l’uso di armi esplosive in aree popolate e di prendere posizione per proteggere i bambini e i civili nel mondo dalla minaccia di ordigni esplosivi.

Raccogliere le voci dei protagonisti dalle varie parti del mondo e documentare i numeri reali inerenti ai grandi dossier e questioni d’attualità è il modo migliore e più serio per fare informazione. L’obiettivo finale è fornire gli strumenti ad ogni lettore e lettrice per farsi una propria opinione sui fatti che accadono a livello mondiale.