L’assalto al modello di istruzione quadriennale nella filiera tecnico professionale
Come di consueto durante le interruzioni scolastiche il mondo della scuola discute in modo acceso rispetto a iniziative che introducono innovazioni didattiche. E così il modello di istruzione quadriennale così come proposto all’interno della filiera tecnico professionale è diventato lo scorso mese di grande attualità.
In realtà la sperimentazione quadriennale è già stata introdotta nel nostro ordinamento scolastico nel 2017 con una sperimentazione in cui 100 classi all’interno del sistema di istruzione italiana sono state autorizzate a sperimentare il cosiddetto quadriennio.
Perchè nasce la riforma?
Terminata la sperimentazione e ottenuti i primi diplomati con risultati eccellenti si è dimostrato che coloro che hanno frequentato il percorso quadriennale sono sono superiori ai risultati nel percorso quinquennale (ciò si desume dai risultati prove INVALSI classi quinte e quarte sperimentali). Si è quindi pensato di ampliare la sperimentazione a mille classi.
Il ministero quindi ha prospettato una riforma che potesse andare nel senso di poter far diventare strutturale quella che, fino ad oggi, è una modifica sperimentale. Unendo nella filiera formativa la co-progettazione con la formazione terziaria rappresentata degli ITS.
Le richieste del mondo del lavoro
Si aggiunge il fatto che il mondo del lavoro ha una richiesta molto alta in termini di tecnici specializzati che l’attuale ordinamento scolastico non riesce ad accontentare. A tal fine, anche a voler dare risposta al mondo del lavoro la proposta che oggi viene fatta è quella di avere un istituto tecnico di 4 anni con due anni di ITS all’interno di una stessa filiera formativa al fine di formare i tecnici per un certo settore.
Ovviamente il profilo di competenza deve essere compatibile con quello del quinquennio ordinario e questo viene garantito dalla qualità del tempo.
Pensare alla difficoltà di reperire forza lavoro
La sperimentazione di questo tipo di modello per la mia esperienza ‘vissuta sul campo’ è molto calzante alle realtà produttive del nostro territorio. Queste si scontrano sempre di più con la difficoltà se non impossibilità a reperire forza lavoro specializzata che possa portare avanti il lavoro in azienda.
Il mismatch che esiste tra mondo della scuola e mondo del lavoro causa una mancanza di persone attive nel mondo del lavoro e lascia vacanti centinaia di posti di lavoro. Paradossalmente esistono persone che non riescono a trovare un posto di lavoro soltanto perché magari non sono a conoscenza delle professionalità richieste in certi ambiti.
Il modello su 4 anni o 5 anni penalizza la qualità dell’insegnamento?
Per quel che concerne invece il modello su 4 anni o 5 anni è doverosa una riflessione. Ridurre di un anno il percorso non vuol dire ridurre la qualità delle lezioni anzi significa aumentare la possibilità di fare più cose.
È importante sottolineare che ridurre la durata del percorso formativo a 4 anni non significa ridurre la qualità dell’insegnamento. Anzi, questa modifica potrebbe aumentare le opportunità formative. La contemporaneità degli insegnamenti, mantenendo invariato l’organico docente, permetterebbe di creare momenti di apprendimento interdisciplinare e materiali didattici digitali per l’autoapprendimento.
La sfida dell’interdisciplinarietà
L’interdisciplinarietà è cruciale. Ad esempio, nella programmazione di un robot, la collaborazione tra informatici, meccatronici ed elettrotecnici ottimizza il processo di apprendimento. Questo approccio permette agli studenti di lavorare su progetti concreti mentre i docenti di diverse discipline sviluppano insieme il progetto. Quindi gli studenti imparano a lavorare in maniera interdisciplinare su progetti concreti e i docenti di discipline diverse possono in contemporanea sviluppare insieme il progetto ognuno per la propria competenza.
Inserendo poi all’interno di questi percorsi anche il rapporto con le aziende, si ottiene un mix di scuola di alta formazione che non solo dà l’opportunità allo studente di poter essere inserito subito sul mercato del lavoro ma dà le competenze opportune per poter scegliere eventualmente un percorso universitario o magari di alta scuola di specializzazione tecnica.
La banalizzazione del taglio di ore
Tengo a soffermarmi su questo aspetto perché purtroppo sia i giornali sia un vecchio modo di ragionare tende a semplificare questo tipo di progettazione volta all’orientamento e alla maturazione dei nostri studenti con un banale taglio di ore in termini di anni. Ribadisco che questo senz’altro sarebbe negativo ma ricordo ancora che il modello del docente che rivendica la sua ora o il modello gentiliano della scuola che prevede divisioni nette tra le discipline oggi giorno non è più attuale.
Sempre di più abbiamo bisogno di soluzioni di problemi concreti e motivazioni importanti per potersi nutrire di tutte le risorse scientifiche culturali disponibili sulla rete.
Altro canale che può essere potenziato in questo percorso è l’uso della didattica digitale a supporto del riallineamento e del potenziamento delle competenze. I docenti durante le contemporaneità tra insegnamenti hanno modo di poter realizzare materiali digitali multimediali condivisi che possono essere di supporto alle studentesse e agli studenti per approfondire o banalmente restare allineati nonostante le assenze forzate.
Una riforma che risponde all’insegnamento come pensato da Don Milani
In conclusione mi piace ricordare ciò che diceva Don Milani, ma che pensava anche Maria Montessori, John Dewey, Paulo Freire,
La scuola deve essere un posto dove si impara a essere felici, non dove si impara a fare il dentista o il calzolaio. La felicità è l’unico fine pratico che esiste per l’uomo, e se una scuola non ha questo scopo, è un’officina, una prigione, un luogo dove si arriva ad imparare, ma si è costretti a fare qualcosa che non ci piace.
E questo progetto, va incontro esattamente a quanto descritto!
Fabrizio Pietro Cardillo nasce a Torino nel Luglio 1972. E’ un insegnate di laboratorio di informatica presso l’ITTS “C.Grassi” di Torino, dove ricopre il ruolo di collaboratore del Dirigente Scolastico dal 2010. Durante la vita professionale ha seguito diversi aggiornamenti professionali volti a studiare ed ad implementare i vari modelli di formazione in ambito tecnico professionale all’interno dei paesi dell’unione europea. Nel 2012 ha presentato all’Unione Industriale di Torino la curvatura sulla robotica industriale a partire dal curricolo del’istituto tecnico industriale con indirizzo informatica. Nel 2013 è stato relatore a Didamatica a Pisa di due workshop incentrati sulla curvatura di robotica nell’istituto tecnico industriale. Dal 2013 ha partecipato a diversi progetti Erasmus praticando job shodowing e formazione in special modo in Germania per studiare attentamente il modello duale.
Ha conseguito anche l’attesto di trainer dei trainers al termine di un corso professionalizzante erogato dalla camera estera tedesca in Italia partecipando ad alcuni eventi organizzati dalla camera stessa.
Si è formato inoltre in ambito CLIL conseguendo l’attestato metodologico.
E’ stato relatore in alcuni convegni provinciali in materia di opportunità offerte dall’ Alternanza Scuola Lavoro.