Meloni: prometteva sovranismo e si arrabbiava con Macron, ma i clandestini continuano a sbarcare e lei perde consensi
Le polemiche dello scorso autunno col governo di Parigi a proposito dei migranti si sono soltanto assopite e oggi la questione è rimasta tragicamente attuale. Volavano stracci con Macron, ma il presidente francese ha tirato dritto, mentre i suoi ministri reagivano stizziti alle accuse italiane. E la premier Giorgia Meloni perde gradualmente consensi, non avendo adempiuto alle promesse sovraniste implicite nel programma del suo partito. Le immagini impietose di una piazza semivuota mostrano il calo dell’entusiasmo verso Giorgia: per la chiusura della campagna elettorale in piazza del Popolo a Roma c’erano più bandiere che sostenitori.
Il litigio con Parigi
La premier Meloni attaccava con forza la Francia sulla questione dei migranti. Ma poi? Poi non molto: Parigi continua a fare i propri interessi, peraltro sotto la minaccia di un “reset” imposto dalle sue (quasi) ex colone. Hanno altro a cui pensare che non le accuse lanciate da Roma… Si trattava però di toni così infuocati da aver colpito anche la stampa estera, in particolare il celebre giornale americano Politico. Macron ci ha tradito, diceva Giorgia alla fine del 2023, quando i francesi avevano bloccato il piano europeo di ridistribuzione dei migranti e non avevano preso 3,5mila clandestini dall’Italia. Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin aveva annunciato il rafforzamento delle frontiere con il Belpaese per impedire il passaggio dei migranti.
Di fatto, Parigi cercava di isolare Roma e lasciarla sola col problema dell’accoglienza ai migranti. La Meloni denunciava come proditorio il tentativo francese di sbarazzarsi del problema lasciandolo all’Italia, definendolo contrario ai valori europei di solidarietà e condivisione. Anzi, si era pure stupita della replica aggressiva del governo francese, una reazione “incomprensibile e ingiustificabile”. In realtà c’era poco da stupirsi: forse la nostra premier non sapeva che i francesi cercano sempre di fare soltanto i propri interessi? E che se ciò avviene a discapito degli italiani, per loro è ancora meglio! Ovvio che l’Europa vada come minimo riformata e soprattutto “ripensata”, come chiede proprio la Meloni.
Francia, in arrivo il “reset” nei rapporti con l’Africa?
Parigi ha le sue gatte da pelare, altro che i migranti dall’Italia. Le ex colonie africane, tenute in pugno col ricatto economico-finanziario e con la presenza di truppe francesi, si stanno sfilando una ad una al controllo francese. Oggi tocca al Senegal, che con l’elezione del presidente Bassirou Faye sembra aver imboccato un nuovo corso. In una recente conferenza sui rapporti fra Europa e Africa Ousmane Sonko, leader del partito vincitore e mentore di Faye, ha dichiarato che un “reset” delle relazioni è l’unica opzione per il futuro. Afferma inoltre che la presenza dei militari francesi nel suo Paese solleva dubbi sulla sovranità stessa del Senegal. Parigi ha basi permanenti anche in Gabon e in Costa d’Avorio, ma ciò preclude una piena autonomia strategica alle ex colonie, dice l’attuale primo ministro senegalese.
Ora ci prendiamo pure quelli dell’America?
Le polemiche sul governo italiano poco “sovranista” a proposito della scarsa difesa delle frontiere dall’arrivo indiscriminato di clandestini si arricchiscono di un nuovo capitolo. Il canale statunitense CBS ha dato notizia di un accordo fra Washington e Roma affinché quest’ultima prenda 500 immigrati sudamericani clandestini al fine di “reinsediarli”. Verrebbero ricollocati anche in Grecia e in Spagna, oltre che in Canada. Un po’ per tutti: così la Casa Bianca in crisi di consenso pensa di alleggerire la pressione migratoria che si sta facendo insopportabile e ha quasi portato a un’aperta rivolta del Texas e di altri Stati. Palazzo Chigi non nega l’incontro tra i diplomatici, ma smentisce che sia stato preso un accordo in questi termini. Si tratterebbe al massimo di una ventina di profughi venezuelani di origine italiana, che potrebbero essere inseriti nel mondo del lavoro.
Meno dell’anno scorso, per ora…
A fine maggio sono sbarcati più di 20mila clandestini dalla Libia. Tanti, ma molti meno dello scorso anno. Nello stesso periodo, infatti, nel 2023 ne erano arrivati il 58,44% in più. Sono i dati del Viminale che si riferiscono all’inverno e alla primavera. Con l’estate la situazione potrebbe peggiorare e tornare ai livelli precedenti. Per il momento ne arrivano di più dalla Libia che non dalla Tunisia, in particolare dalla regione occidentale della Tripolitania. Numeri molto più bassi per i partenti dall’Algeria e dalla Turchia. Nazionalità dei migranti: guineani, maliani, egiziani, bengalesi, pakistani e altri ancora. Domanda ingenua: si tratta di Paesi con guerre in svolgimento?
Rapporti con l’Albania
Infine una polemica pure nei rapporti con Tirana. È infatti uscita la notizia dei dubbi del premier albanese Edi Rama sul funzionamento del centro di accoglienza in via di costruzione. Ha scarsa considerazione per “la burocrazia italiana e le regole europee”, viste come ostacolo all’effettuazione delle operazioni nel centro. E un salutare schiaffo di realtà sugli accordi della Meloni prende coi Paesi del Nord Africa: Anche questo piano Mattei… come fai a portarlo avanti? Sì, puoi fare accordi, aprire centri in Tunisia o in Libia. Ma sai quanto soldi ci sono in ballo sul traffico dei migranti su quelle coste? Ed è tutto gestito molto in alto. Rama ha minimizzato le sue parole, le ha quasi smentite, ma il danno è fatto. Le polemiche dello scorso autunno col governo di Parigi a proposito dei migranti si sono soltanto assopite e oggi la questione è rimasta tragicamente attuale. E la premier Giorgia Meloni perde gradualmente consensi. Per la chiusura della campagna elettorale in piazza del Popolo a Roma c’erano più bandiere che sostenitori.
Libero pensatore. Ha seguito percorsi di studio umanistici per poi dedicarsi all’approfondimento della politica italiana sia dal punto di vista sia antropologico sia di costume. Ha operato come spin doctor