L’America prepara il suo “ricatto nucleare” in caso di sconfitta ucraina

L’America prepara il suo “ricatto nucleare” in caso di sconfitta ucraina

15 Giugno 2023 0

Si delinea l’ipotesi di un “ricatto nucleare” da parte di Washington nel caso in cui la controffensiva ucraina si rivelasse fallimentare. L’amministrazione Biden, infatti, non può permettersi una sconfitta sul campo per l’alleato Zelensky, che finora ha generosamente foraggiato con aiuti da decine di miliardi di dollari. Alle soglie della campagna elettorale per le prossime presidenziali, il rischio sarebbe quello di apparire nel peggiore dei modi agli occhi degli americani.

Il dispiegamento di nuove testate nucleari americane in Europa

Che cosa accadrebbe se i tentativi di avanzata dell’esercito ucraino si infrangessero definitivamente contro le linee russe? Oppure – come al momento pare probabile – Kiev non raggiungesse gli obiettivi annunciati di riconquista territoriale? Vi sarebbe il rischio che Washington spinga l’acceleratore sul pedale dell’escalation nucleare. I segnali in questo senso purtroppo non mancano. Secondo una dichiarazione della portavoce dell’ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), gli USA avrebbero piazzato almeno altre 150 testate nucleari nelle proprie basi situtate sul territorio di alcuni Paesi europei, fra cui l’Italia. Alicia Sanders-Zakre, rappresentante di questa associazione per il bando alle armi nucleari che ha ottenuto il premio Nobel per la Pace nel 2017, lo ha affermato lunedì scorso ai giornalisti dell’ACANU, l’Associazione dei corrispondenti ONU a Ginevra.

Le spese di Washington per aumentare l’arsenale nucleare

La Sanders-Zakre ha firmato un rapporto sulle spese militari specifiche dei Paesi dotati di armamenti nucleari, intitolato Wasted: 2022 Global Nuclear Weapons Spending. È il quarto rapporto annuale di questo tipo, che dimostra come nonostante vi siano emergenze globali come la fame e la povertà, per non citare le solite pandemia e cambiamento climatico, i fondi americani destinati alle armi atomiche vadano sempre crescendo. Così, lo scorso anno gli USA si sono confermati come il finanziatore №1 degli arsenali nucleari, con un totale di 43,7 miliardi di dollari, più di quanto speso dagli altri nove Paesi del club nucleare messi insieme. LICAN rinfaccia alla Casa Bianca la sua ipocrisia su questo tema. Ricordando come nel summit del G7 tenutosi proprio a Hiroshima Biden abbia invitato il mondo a sbarazzarsi delle armi nucleari, l’associazione chiede retoricamente al presidente se le sue parole corrispondano in qualche modo alle sue azioni. Sempre lo scorso anno, gli USApresentavano infatti il progetto del nuovo bombardiere stealth da 100 miliardi di dollari, il B-21 Raider in grado di sganciare testate nucleari. In precedenza Biden aveva annunciato il nuovo missile balistico intercontinentale Sentinel, anch’esso con una spesa prevista sui 100 miliardi.

La complicità dei Paesi che ospitano armi nucleari USA

Il fatto di portare sul territorio europeo ulteriori testateè già esso stesso un passo sulla strada dell’escalation. Bisogna sottolineare come i Paesi membri della NATO che hanno accettato di ospitare le atomiche americane siano in un certo modo complici di questo atteggiamento rischioso e aggressivo. Dunque non sono esenti dall’escalation e purtroppo anche l’Italia ci è dentro fino al collo. A inizio 2023, gli USA hanno portato alla base di Ghedi le nuove testate B61-12 con cui dotare i caccia F-35. Sono armi tattiche che rendono un eventuale obiettivo la provincia di Brescia, in cui è situata la base. Nel 2021 il Pentagono ha messo il segreto sui dati relativi alle testate nucleare dislocate in Italia, dunque non è possibile sapere con precisione quante e dove siano, ma certamente ve ne saranno più di qualche decina.

Le contromisure russe

Nell’ottica di una risposta proporzionate all’azione americana, Mosca ha rafforzato i suoi sistemi nucleari nella regione di Kaliningrad, cioè il territorio russo incastonato fra Lituania e Polonia, una vera spina nel fianco est della NATO. Vi ha portato altri complessi tattici operativi di missili Iskander. Inoltre, nel quadro della cooperazione militare con Minsk, all’inizio di luglio la Russia porterà alcuni componenti del suo arsenale nucleare in Bielorussia. Come sottolineato dal Cremlino, piazzare delle atomiche tattiche sul territorio dei propri alleati è quanto gli USA fanno da decenni con i membri della NATO, in particolare con Germania, Belgio, Olanda, Italia, Grecia e Turchia. Dal canto suo, la decisione della Russia di cooperare in questo senso con la Bielorussia è arrivata dopo che il Regno Unito ha annunciato di voler fornire a Kiev munizioni all’uranio impoverito. Mosca intende difendersi dall’aggressività angloamericana ed è pronta a qualunque scenario che si sviluppi intorno al conflitto in Ucraina. La Russia tuttavia esclude che userà l’atomica per prima. Si delinea così l’ipotesi di un “ricatto nucleare” da parte di Washington nel caso in cui la controffensiva ucraina si rivelasse fallimentare, perché l’amministrazione Biden non può accettare una sconfitta dell’alleato Zelensky che finora ha finanziato con decine di miliardi di dollari.

Martin King
Martin King

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