La Tunisia potrebbe essere preludio di uno scontro Arabo-Africano

La Tunisia potrebbe essere preludio di uno scontro Arabo-Africano

28 Febbraio 2023 0

Accordi con la Libia e fornire mezzi alla Tunisia non saranno sufficienti ad arrestare un fenomeno secolare che vede il movimento di milioni di persone. Soprattutto se l’immigrazione non viene gestita in maniera coordinata, ma come un mezzo di ricatto politico, nelle mani dei Governi. Se l’Italia chiede all’Unione Europea di assumersi le proprie responsabilità, allo stesso modo i Paesi nordafricani non vedono ragioni per continuare a servire da guardacoste della UE.

Libia e Tunisia hanno riaffermato, in più occasioni, di non essere Paesi d’origine dei flussi migratori. Entrambi i Paesi, seppure con le dovute distinzioni politiche e sociali, hanno compreso che l’immigrazione può rappresentare una carta vincente da utilizzare con i partner europei per ottenere vantaggi economici o politici. Ora, la scelta è controversa, continuare ad incentivare il ricatto, o lavorare alle origini del fenomeno secondo un approccio consapevole e strutturato che consenta di tutelare la vita in primo luogo, sia essa di migranti o comunità ospitanti.

Evitando l’esasperazione dei residenti e la strumentalizzazione dei sentimenti popolari come sta accadendo in questi giorni in Tunisia o nel nostro Paese a più riprese. Le società arabe ed africane sono caratterizzate da un tessuto sociale di natura tribale e quanto sta accadendo rischia di esacerbare le differenze tra i due mondi così vicini e distanti.

Saïed: “presenza di migranti africani è fonte di violenza e crimini”

Il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saïed, forte del sostegno popolare, ha invocato “misure urgenti” contro l’immigrazione illegale di africani sub-sahariani in Tunisia, affermando che la loro presenza è fonte di “violenza e crimini“. Un pensiero diffuso tra i tunisini, che come gli italiani, sono stanchi di accogliere.

Come accaduto per la Libia, anche il presidente tunisino alle prese con innumerevoli sfide sociali ed economiche, è giunto il momento di lanciare un messaggio chiaro alla Comunità internazionale ed in particolare ai partner europei: la Tunisia non è un Paese di origine dei flussi migratori, bensì di transito per migliaia di migranti e rifugiati che nella giovane Repubblica spendono parte della propria vita in attesa di intraprendere il pericoloso viaggio via mare o, a volte, del ritorno al proprio Paese d’origine.

Il presidente Saïed, presiedendo una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale “dedicata alle misure urgenti che devono essere prese per far fronte all’arrivo in Tunisia di un gran numero di migranti irregolari dall’Africa sub-sahariana“, ha parlato con estrema durezza dell’arrivo di flussi di “migranti clandestini” la cui presenza in Tunisia è, secondo lui, fonte di “violenze, crimini e atti inaccettabili, otre che illegali“, insistendo sulla “necessità di porre rapidamente fine a questa immigrazione“.

Così in un comunicato del palazzo di Cartagine che sottolinea come questa immigrazione clandestina farebbe parte di un “piano criminale ordito all’alba di questo secolo per modificare la composizione demografica della Tunisia“, al fine di trasformarla in un Paese “solo africano” e offuscare il suo carattere “arabo-musulmano “. “Alcuni soggetti hanno ricevuto ingenti somme di denaro dopo il 2011, per l’insediamento di immigrati irregolari sub-sahariani in Tunisia“, si legge nel comunicato, secondo cui “l’obiettivo non annunciato delle successive ondate migratorie clandestine è quello di fare della Tunisia un Paese solo africano con nessun collegamento con le nazioni arabe e islamiche“.

Necessario agire a tutti i livelli

Il presidente ha invitato le autorità ad agire “a tutti i livelli, diplomatico, di sicurezza e militare” per affrontare questa immigrazione ed ha chiesto “l’applicazione rigorosa della legge sullo status degli stranieri in Tunisia e sull’attraversamento illegale delle frontiere“. “Coloro che sono alla base di questo fenomeno sono trafficanti di esseri umani con il pretesto di essere invece difensori dei diritti umani“, ha detto Saied, secondo il comunicato della presidenza.

Questo discorso, fortemente criticato e strumentalizzato dall’opposizione e dalle organizzazioni impegnate nel business dei migranti, arriva pochi giorni dopo che una ventina di Ong locali hanno denunciato l’aumento dell'”incitamento all’odio” e del razzismo contro i migranti irregolari subsahariani in Tunisia. Secondo queste Ong, “lo Stato tunisino sta facendo orecchie da mercante all’aumento di discorsi d’odio e razzisti sui social network e in alcuni media“.

Questo discorso “viene portato avanti anche da alcuni partiti politici, che svolgono azioni di propaganda sul terreno agevolate dalle autorità regionali“, hanno aggiunto. Denunciando “le violazioni dei diritti umani” di cui sono vittime i migranti, le Ong avevano invitato le autorità locali “a combattere l’incitamento all’odio, la discriminazione e il razzismo nei loro confronti e ad intervenire in caso di emergenza per garantire la dignità e i diritti dei migranti“.

La condanna africana

Il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, ha condannato le dichiarazioni rilasciate dalle autorità tunisine contro i connazionali africani. “Dichiarazioni che vanno contro la lettera e lo spirito della nostra Organizzazione e i nostri principi fondanti,” si legge in una nota. A nome del Presidente, il Vicepresidente, Monique Nsanzabaganwa, e il Commissario dell’UA per la Salute, gli Affari Umanitari e lo Sviluppo Sociale, Minata Samate, ha anche ricevuto il Rappresentante Permanente della Tunisia accreditato presso l’UA per esprimere le gravi preoccupazioni circa la forma e il contenuto della dichiarazione nei confronti di migranti africani, nonostante il loro status giuridico nel Paese.

Il Presidente ha ricordato a tutti i paesi, in particolare agli Stati membri dell’Unione africana, che devono onorare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale e dei pertinenti strumenti dell’Unione africana. Vale a dire trattare tutti i migranti con dignità, da qualunque parte provengano, astenersi dall’odio di discorsi di natura razzista, capaci di danneggiare le persone e dare priorità alla loro sicurezza e ai loro diritti fondamentali. Il Presidente ha inoltre ribadito l’impegno della Commissione a sostenere le autorità tunisine nella risoluzione delle questioni migratorie, così da rendere la migrazione sicura, dignitosa e regolare.

L’UE segue con preoccupazione

L’Unione europea – ha fatto sapere – di seguire da vicino e con preoccupazione i recenti sviluppi in Tunisia, un vicino molto prossimo con il quale abbiamo un partenariato profondo e strategico. Il Paese sta attraversando un momento delicato e l’Unione Europea si augura che le autorità tunisine sappiano trovare risposte adeguate alle numerose sfide presenti e future del Paese”.

In qualità di partner di lunga data, siamo anche molto preoccupati per il deterioramento della situazione economica, in particolare, e per l’impatto sociale che ciò potrebbe causare. È fondamentale che le diverse forze politiche e sociali in Tunisia lavorino insieme su un progetto comune e inclusivo per il Paese. L’Unione europea è pronta a sostenere gli sforzi tunisini in vista delle urgenti riforme strutturali che il paese intraprenderà”. Afferma una nota di Bruxelles, annunciando che l’Alto Rappresentante è in contatto con i suoi colleghi europei e ha programmato di discutere con loro della situazione in Tunisia al prossimo Consiglio Affari esteri in programma a marzo.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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