La nuova presidenza del Senegal prende forma

La nuova presidenza del Senegal prende forma

14 Aprile 2024 0

Ha appena iniziato il suo mandato Bassirou Diomaye Faye, che ha vinto a sorpresa le elezioni presidenziali del Senegal del 24 marzo. Pur non avendo mai ricoperto alcuna carica elettiva, a 44 anni adesso è il più giovane leader di tutta l’Africa.

Le prime prospettive

Date le tensioni sociali e la crescita economica in rallentamento, l’inesperienza del nuovo presidente preoccupa chi teme un peggioramento della situazione. Tuttavia la popolazione è sicura che Faye apporterà cambiamenti significativi e positivi. I senegalesi pensavano che le cose sarebbero comunque andate male se fosse andato al potere il successore designato dell’ex presidente. Negli ultimi anni il Senegal ha vissuto tentativi di repressione del malcontento, con l’arresto di oppositori e la messa al bando di partiti. La gente accusava il governo di ignorare le necessità del popolo e di curare soltanto gli interessi dell’élite. In campagna elettorale Faye aveva paventato il rischio che il Senegal rimanesse vittima della “schiavitù economica”. Oggi la sua promessa è di promuovere l’attività delle compagnie nazionali per aumentare il controllo e lo sfruttamento di Dakar sulle proprie risorse naturali. A livello di politica estera, poi, vorrebbe riformare l’ECOWAS, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale.

Elezioni posticipate e repressione del dissenso

Il presidente uscente Macky Sall è rimasto in carica per due volte consecutive a partire dal 2012. Il rinvio elettorale che aveva deciso a febbraio ha fatto temere ai senegalesi che volesse imporre un terzo mandato. Il Consiglio Costituzionale ha però stabilito che la tornata fosse da svolgersi entro aprile, cioè non oltre il termine naturale della presidenza. Ma già nel 2023 Sall aveva cercato di estromettere gli avversari più importanti, ad esempio bannando il PASTEF, il partito dei “Patrioti Africani del Senegal per il Lavoro, l’Etica e la Fraternità”. Questa formazione aveva raccolto intorno a sé il consenso dei funzionari statali che si sentivano frustrati e impotenti nel vedere come i loro superiori commettessero impunemente delle illegalità. La denuncia della corruzione e delle appropriazioni indebite aveva guadagnato a Ousmane Sonko, capo del partito, l’accusa di complotto a fini di terrorismo e insurrezione.

Dalla prigione alla presidenza

Il 6 marzo il presidente Sall ha amnistiato i detenuti politici, fra i quali da quasi un anno vi era anche Faye. Data l’incertezza sull’effettiva eleggibilità di Sonko, le forze politiche che facevano capo al PASTEF hanno scelto di puntare su Faye, sebbene fosse un volto sconosciuto ai più. Era infatti un ispettore fiscale finito in carcere per avere accusato i magistrati (con un post su Facebook) di essere pagati dal governo per non indagare su determinati reati. Sonko gli ha affidato la guida morale del movimento dell’opposizione e lo ha pubblicamente appoggiato. Così Faye è riuscito a prevalere con ottimo margine sul candidato del partito presidenziale, Amadou Ba. Quest’ultimo aveva dalla sua l’aiuto dei media e della agenzie pubblicitarie, ma Sall non lo ha spinto abbastanza e i senegalesi desideravano fortemente il cambiamento.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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