La Bulgaria revoca le sanzioni al carburante russo e si rifiuta di armare l’Ucraina

La Bulgaria revoca le sanzioni al carburante russo e si rifiuta di armare l’Ucraina

14 Ottobre 2022 0

La situazione economica bulgaria è traballante e quella politica lo è ancora di più: in 18 mesi si sono susseguite quattro tornate elettorali, nessuna delle quali ha prodotto una maggioranza tale da poter governare stabilmente il Paese. Così, in questa fase di incertezza è il presidente Rumen Radev a guidare di fatto la Bulgaria, esercitando un potere che sostanzialmente oltrepassa quanto spetta di solito al capo dello Stato bulgaro. Ad agosto Radev ha nominato un gabinetto ad interim che reggerà il Paese fino alla formazione di un nuovo governo. La  posizione politica del presidente e del governo provvisorio sta mettendo in allarme l’Occidente, perché è orientata alla difesa degli interessi nazionali più che ai desiderata di Bruxelles e ha una certa indipendenza di pensiero e di atteggiamento, avendo espresso l’intenzione di aprire delle trattative col gigante energetico russo Gazprom per ripristinare le forniture regolari di gas.

A preoccupare l’élite euroatlantica è soprattutto la figura di Radev: i suoi avversari politici lo considerano troppo vicino a Mosca, perché vinse la campagna elettorale del 2016 chiedendo di togliere le sanzioni che già all’epoca erano state imposte dopo l’annessione della Crimea nel 2014, che peraltro Radev ha appoggiato. E proprio qualche giorno fa ha rifiutato di firmare la dichiarazione di sostegno all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica. Secondo il presidente bulgaro, una decisione di tale portata andrebbe presa solamente dopo che siano stati elaborati dei parametri chiari per un regolamento pacifico del conflitto ucraino, accettato e implementato da ambo le parti. E se è vero che la Bulgaria aveva partecipato al summit NATO di Bucarest del 2008 in cui si prospettava la futura adesione dell’Ucraina al Patto Atlantico, Radev precisa che questa dichiarazione venne adottata in un’atmosfera molto differente relativa alla sicurezza e conclude dicendo che le azioni militari sul territorio dell’Ucraina richiedono che la sua adesione all’Alleanza sia discussa nella cornice del Consiglio Nord Atlantico e non porti al rischio che i Paesi della NATO siano coinvolti direttamente nella guerra. Insieme al Budapest, Sofia è l’unica a essersi rifiutata di inviare aiuti militari a Kiev, perché mandare armi costituisce un passo pericoloso verso il coinvolgimento della Bulgaria nel conflitto, afferma Radev, il quale pur condannando formalmente “l’aggressione russa”, nel corso del summit UE di Praga della scorsa settimana ha criticato le sanzioni europee perché colpevoli di danneggiare l’economia continentale. 

Dei sette partiti che hanno ottenuto seggi in Parlamento alle elezioni del 2 ottobre, almeno tre vogliono che la Bulgaria mantenga un rapporto amichevole e proficuo con la Federazzione Russa, e lo hanno dimostrato nella recente occasione di attrito che hanno offerto i partiti della coalizione “Bulgaria Democratica”. È di questa settimana, infatti, la notizia che l’ambasciatrice russa a Sofia non è stata invitata all’inaugurazione del nuovo Parlamento. Secondo il protocollo, a tutti gli ambasciatori in Bulgaria viene recapitato l’invito per assistere all’apertura di una nuova legislatura, ma questa volta i rappresentanti dei gruppi parlamentari nel corso di un vertice speciale hanno scelto di rompere le tradizione. Si sono detti contrari a tale decisione i rappresentanti di Balgarski vazhod (Ascesa Bulgara), di Vazrazhdane (Rinascita) e del BSP (il Partito Socialista) che hanno chiesto di estendere l’invito ufficiale anche all’ambasciatrice russa Eleonora Mitrofanova e all’ambasciatore bielorusso Nikita Leshukov, anch’egli escluso. Georgi Svilenski del BSP spiega che la linea del partito è quella di seguire senza eccezioni il protocollo statale e dunque di invitare i corpi diplomatici di tutti i Paesi che hanno i propri rappresentanti ufficiali in Bulgaria. Per il BSP ha parlato anche l’ex ministro degli Esteri Kristian Vigenin, che a Euronews ha definito questa “dimostrazione anti-russa” promossa da alcuni partiti come assoluto dilettantismo dal punto di vista del diritto internazionale e della politica estera. Dice Vigenin: Voglio evidenziare il fatto che abbiamo delle relazioni diplomatiche con la Federazione Russa, che non sono state messe in discussione o violate, nonostante la posizione della Bulgaria rispetto al conflitto in Ucraina. Inoltre ha spiegato che se si vuole mostrare contrarietà alle azioni di un Paese straniero lo si può fare attraverso i canali ufficiali, ad esempio quelli del Ministero degli Esteri, e non con ripicche di basso profilo come un invito negato agli ambasciatori. Vigenin ha confermato che il Partito Socialista voterà sempre contro gli aiuti militari per Kiev e le sanzioni contro la Russia: per risolvere il conflitto occorre infatti una risposta politica, non militare.

Anche il primo ministro Gălăb Donev ha espresso forti dubbi sull’utilità e l’opportunità delle sanzioni anti-russe. In un’intervista alla Radiodiffusione Nazionale Bulgara (BNR) ha detto che pur non chiedendo di eliminare le sanzioni, Sofia vuole discutere in maniera dettagliata le eventuali prossime sanzioni al fine di valutare attentamente tutti i pro e i contro. Ha poi aggiunto che non sussiste alcun rischio per la sicurezza nazionale poiché non vi è alcuna minaccia militare diretta per il Paese. Proprio qualche giorno fa la Bulgaria ha stabilito la revoca fino a dicembre 2024 delle sanzioni ai fornitori russi di combustibile per autoveicoli. C’è infatti bisogno del carburante per veicoli per le operazioni ordinarie delle autorità governative e per gli altri servizi di sicurezza, di ordine pubblico e di sanità per i cittadini. Viene quindi permesso alle compagnie russe di concludere nuovi contratti di fornitura con gli enti governativi bulgari: si tratta in particolare di Lukoil, che in Bulgaria detiene una catena di oltre 220 distributori di benzina nonché la più grande raffineria dei Balcani, la Lukoil Neftochim Burgas, situata nella città portuale di Burgas.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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