Cinquantenario della Rivoluzione dei Garofani, dibattito in Portogallo sulle riparazioni coloniali
Si celebra il 25 aprile come festa nazionale anche in Portogallo. È infatti la data della cosiddetta Revolução dos cravos o Rivoluzione dei garofani. Fu il golpe militare svoltosi senza spargimento di sangue che nel 1974 rovesciò il governo di Caetano, successore dell’ultratrentennale regime di Salazar. Quest’anno si festeggia il cinquantenario di quell’evento storico.
Le tre D
Con la Rivoluzione dei garofani, i militari instaurarono il potere civile democratico e le libere elezioni, sulla base delle “tre D”: sviluppo (in portoghese “desenvolvimento”), democratizzazione e decolonizzazione. E grossi effetti si ebbero proprio sulle colonie che il Portogallo ancora deteneva, soprattutto in Africa. Nel Continente Nero le guerre civili nei territori sotto la giurisdizione di Lisbona andavano avanti da tredici anni e avevano già provocato migliaia di vittime, oltre ad aver prosciugato l’erario portoghese. Nel 1974 ottenne l’indipendenza la Guinea Bissau, e l’anno dopo divennero Stati sovrani l’Angola, il Mozambico, Capo Verde e São Tomé e Príncipe.
Colonialismo e riparazioni
Il presidente del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa ha esortato il governo a trovare la maniera di fornire qualche sorta di compensazione alle ex colonie. Cancellare il debito o dare finanziamenti, dice, potrebbe essere un modo per rimediare allo sfruttamento della schiavitù, sia a danno dei locali che degli essere umani importati sulla rotta atlantica nei secoli passati. Secondo lui la questione non può essere tenuta “sotto il tappeto”. Ma a Lisbona non hanno raccolto l’invito. Il governo ha recentemente cambiato premier: António Costa si era formalmente dimesso lo scorso novembre e alle elezioni di marzo ha vinto l’attuale primo ministro Luís Montenegro. Sulla questione il messaggio è che il Portogallo, pur nel rispetto della verità storica e della riconciliazione fra popoli fratelli, non lancerà processi di riparazione o azioni simili perché mantiene già rapporti “davvero eccellenti” con le ex colonie, con cui sviluppa la cooperazione finanziaria ed economica.
Dibattito all’ONU
In occasione del suddetto cinquantenario, all’ONU si è svolto un dibattito con la partecipazione di António Guterres, ex premier del Portogallo nonché ex segretario generale della Nazioni Unite. Sono intervenuti anche i rappresentanti dell’ex colonie lusofone, compresa quella asiatica di Timor Est. Guterres ha detto che l’aver liberato un Paese dalla dittatura significa essere dalla parte giusta della storia e ha elogiato il contributo dei movimenti di liberazione africani. L’inviato dell’Angola ha sottolineato l’importanza della Rivoluzione dei garofani per il suo Paese, mentre l’ambasciatore di Capo Verde ha esaltato il legame fra i popoli decolonizzati e oggi emergenti. L’ambasciatore del Mozambico, oggi unica ex colonia portoghese fra i 15 Stati del Consiglio di Sicurezza, ha evidenziato la solidarietà e la vicinanza del blocco lusofono rispetto all’ONU.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.