Il governo giapponese concentrato sulla politica estera crolla al minimo dei consensi
Non si ferma il calo di popolarità del governo giapponese. L’indice di gradimento ha toccato minimi storici, ma a Tokyo pensano a risollevarsi con la politica estera.
Record negativi nei sondaggi
La discesa era iniziata già a giugno del 2023 e come certificato dai sondaggi non accenna a fermarsi. Il rimpasto effettuato lo scorso settembre non è stato di grande aiuto. La ricerca condotta da uno dei principali quotidiani giapponesi, il Mainichi Shimbun, mostra nell’82% degli intervistati aperta disapprovazione verso il governo, mentre il consenso è solamente del 14% (addirittura sette punti in meno rispetto a gennaio). Il sondaggio dell’agenzia Jiji ha registrato una cifra leggermente più alta, il 16,9%, e quello dell’emittente nazionale NHK il 25%. Numeri così bassi mettono il primo ministro Fumio Kishida nel gruppo dei premier col minor grado di consenso a livello mondiale, fra i quali si annoverano oggi il cancelliere tedesco Scholz e il britannico Sunak, oltre a Biden.
Scandali e problemi
Lo scontento popolare era emerso con prepotenza lo scorso giugno, a seguito della decisione di inserire i dati sanitari nel sistema di identificazione nazionale, che comprende anche le informazioni personali sulle tasse. A novembre era scoppiato uno scandalo di fondi illeciti nel Partito Liberal Democratico, la formazione di governo; e non è ancora finita, perché a febbraio si è diffusa la notizia che addirittura un quinto dei deputati di maggioranza avrebbero intascato i soldi destinati del partito.
La recessione economica e la demografia negativa non aiutano di certo l’umore della popolazione. Tuttavia, non si intravedono grossi cambiamenti almeno fino alle prossime elezioni politiche previste a ottobre 2025, perché Kishida non intende dimettersi o cedere il posto ad altri.
Politica estera come soluzione
La soluzione alla crisi interna di consensi il premier Kishida la vede nella politica estera. A marzo dovrebbe recarsi in Corea del Sud per un vertice con il presidente Yoon Suk-yeol, per poi volare a Washington a incontrare Biden. Al centro dei colloqui con gli alleati vi sarà il tema del disgelo con la Nord Corea. Si parla infatti di un possibile summit con Kim Jong Un, che rappresenterebbe un evento storico per entrambi i Paesi, i quali a livello ufficiale non intrattengono rapporti diplomatici.
Tuttavia gli osservatori, sia giapponesi che stranieri, intravedono in questi sforzi diplomatici solo un tentativo di rabbonire lo scontento popolare. Il Financial Times parla di una “scommessa per salvare un governo traballante”. Tosh Minohara, accademico dell’Istituto di ricerca per gli Affari indo-pacifici, descrive le mosse del premier giapponese addirittura come un “diversivo” per distrarre il pubblico dalla crisi interna.
Ma difficilmente i giapponesi rimarranno stupiti da un tale vertice a meno che non porti risultati tangibili, perché ormai sono abituati alla chiusura e all’atteggiamento aggressivo dei nordcoreani e dunque non sono particolarmente disposti a credere a una semplice dichiarazione di buone intenzioni.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.