Gli attori libici continuano a perder tempo. Il prolungato stallo potrebbe avere effetti devastanti sul Paese

Gli attori libici continuano a perder tempo. Il prolungato stallo potrebbe avere effetti devastanti sul Paese

7 Dicembre 2022 0

Il membro dell’Alto Consiglio di Stato (HCS), Kamel Al-Jatlawi, ha dichiarato alla nostra testata che la legge approvata ieri dalla Camera dei Rappresentanti (HoR) sull’istituzione di una Corte Costituzionale rischia di far deragliare completamente il dialogo tra le due Camere. Difficile spiegare le ragioni per cui il Parlamento libico abbia deciso di affrontare in questo momento la questione della Corte Costituzionale. Soprattutto laddove dovrebbe concentrarsi su basi costituzionali e legali che consentano ai libici di andare al voto.

Il 25 dicembre sarà passato un anno dalla data indicata dal processo di Berlino per il momento elettorale. Tuttavia nonostante le dichiarazioni e i continui incontri fuori dal Paese, un consenso sui punti di disaccordo – circa sei secondo quanto dichiarato di recente dal capo dell’HoR, Aguila Saleh – sembra sempre più un miraggio.

La nuova Corte Costituzionale 

Il progetto approvato ieri a maggioranza dall’HoR prevede l’istituzione di una Corte costituzionale composta da 13 membri. Il presidente della Corte e suoi due vice verranno nominati dalla Camera, mentre altri sei membri sono scelti rispettivamente sempre dal parlamento e dall’Alto consiglio di Stato. I nove riuniti in quella che viene denominata Assemblea generale nominano infine i restanti membri della Corte per un totale di 13.

La nuova Corte dovrebbe essere responsabile della costituzionalità delle leggi e dei regolamenti emanati che regolano l’attività dell’autorità legislativa. Non le è consentito accogliere il ricorso di incostituzionalità di alcun testo di legge in un giudizio preliminare se non da parte del capo dello Stato, dal presidente della Camera dei rappresentanti, da dieci deputati o dal presidente del Consiglio dei ministri. La nuova Corte proposta dal parlamento interpreterà inoltre i testi delle leggi in caso di divergenza applicativa. Sempre all’HoR è stato trasferito il controllo della Gazzetta Ufficiale dello Stato contenente disposizioni di legge, leggi, disegni e decisioni riguardanti incarichi e pubblica amministrazione.

Una proposta considerata da molti illegale e divisiva

Il membro dell’Alto Consiglio di Stato, Saad Ben Sharada, ci ha spiegato che “la legge approvata dalla Camera è illegale per diverse ragioni. In primo luogo, non è possibile stabilire una Corte Costituzionale senza aver prima approvato la Costituzione. Secondo, la Libia ha una Camera Costituzionale da 75 anni, la prima nel suo genere, adottata molto prima di altri Paesi nella regione. Inoltre, l’apparato giudiziario libico ha una identità ben conosciuta tra questi Paesi. Le decisioni della Magistratura libica sono state prese come modello da molte Nazioni”.

Ben Sharada avverte che la decisione adottata ieri dal Parlamento a Bengasi “rischia di esacerbare lo stato di divisione che la Libia sta attraversando ai giorni nostri”. Sui motivi perché questa decisione sia arrivata proprio ora Ben Sharada crede che ci siano due ragioni: “la prima è senza dubbio un tentativo da parte dei parlamentari di confondere la scena, secondo Aguila Saleh vuole imporre il suo controllo sulla Magistratura”. La nuova Corte avrebbe un ruolo determinante nel processo elettorale semmai dovesse avere nuovo slancio. Potrebbe infatti decidere sui ricorsi contro i candidati presidenziali, uno dei fattori che di più ha inciso sull’interruzione del processo elettorale lo scorso dicembre. Attualmente, le due Camere sono infatti divise sulla possibilità di militari e possessori di doppia cittadinanza di correre per la presidenza del Paese.

La sfiducia in Libia e l’inconcludente Comunità internazionale

In tutto questo, ciò che emerge con forza è un senso di sfiducia tra gli attori libici, esacerbata dall’incapacità della Comunità internazionale di trovare una posizione condivisa a sostegno delle elezioni. Attratti dalla possibilità di raggiungere vantaggi a breve termine, i principali attori internazionali continuano a sostenere di fatto lo stallo politico. Senza una chiara guida della Comunità internazionale, è impossibile per gli attori libici trovare un accordo, soprattutto se questo stallo significa estendere la loro sopravvivenza politica.

Possiamo semplicisticamente dire che i libici abbiano imparato molto dai nostri politici per quanto concerne i giochi di palazzo. Tuttavia essi possono essere estremamente pericolosi per un Paese provato da oltre undici anni di conflitto civile e senza istituzioni militari e finanziarie solide. In questo contesto, domani, giovedì 8 dicembre 2022, Tunisi ospiterà la riunione tecnica del Gruppo di lavoro internazionale sulla Libia sulla sicurezza, il Security Working Group, co-presieduto da Unione Africana, Francia, Italia, Turchia e Regno Unito e dalla Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil).

Il “Security Working Group”

Il “Security Working Group” sulla Libia fa parte dell’International Follow-Up Committee, come parte degli sforzi internazionali a sostegno del cessate il fuoco, attraverso l’istituzione di una componente di monitoraggio nell’ambito dell’UNSMIL. La Missione ha dispiegato un limitato numero di osservatori internazionali imparziali, disarmati, non uniformi, a complemento degli osservatori libici schierati dal Comitato Militare Congiunto (JMC 5+5) che hanno di recente formulato le loro osservazioni.

Nella loro ultima riunione, i copresidenti del Security Working Group avevano sottolineato la necessità di mantenere la calma e la stabilità sul terreno e l’imperativo di ricostruire il consenso tra gli attori politici libici. Il Consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite in Libia, e capo di Unsmil, Abdoulaye Bathily, nel suo ultimo briefing al Consiglio di Sicurezza, il 15 novembre 2022, ha avvertito che un ulteriore prolungamento del periodo di transizione renderà il paese ancora più vulnerabile all’instabilità politica, economica e di sicurezza e potrebbe esporre la Libia a rischio di divisione.

Dobbiamo quindi unirci per incoraggiare i leader libici a lavorare con determinazione per lo svolgimento delle elezioni il prima possibile. Esorto questo Consiglio a inviare un messaggio inequivocabile agli ostruzionisti che le loro azioni non rimarranno senza conseguenze”. Ha affermato Bathily che informerà di nuovo il Consiglio a metà dicembre. L’inviato ha recentemente incoraggiato il dialogo che per risolvere l’attuale situazione di stallo, accogliendo favorevolmente un incontro tra Aguila e Meshri in Libia. UNSMIL ha precedentemente auspicato una riunione della commissione mista della Camera dei rappresentanti e L’Alto Consiglio di Stato per concordare un quadro costituzionale e giuridico per le elezioni.

Le elezioni sono l’unica soluzione alla crisi politica della Libia

Il lavoro del Security Working Group rientra nel quadro concordato nell’ambito del processo di Berlino che ha concluso che elezioni libere, eque, inclusive e credibili sono l’unica soluzione alle ricorrenti crisi politiche in Libia, evidenziando l’importanza di progressi sostenuti sui binari dell’economia e della sicurezza del dialogo intra-libico.

Pur mancando di legittimità, l’unico riferimento internazionale in Libia, ad oggi, continua ad essere l’esecutivo di Unità Nazionale e il suo Primo Ministro Abdel Hamid Al-Dabaiba che ha usato la carta del petrolio a suo vantaggio, nel momento in cui l’Europa è stata maggiormente esposta alla crisi degli approvvigionamenti energetici in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina. Tale strategia è divenuta chiara quando nei giorni scorsi Al-Dabaiba ha annunciato il sollevamento della forza maggiore sulle attività esplorative di oil e gas per le compagnie internazionali. Ha definito la situazione notevolmente migliore dal punto di vista di sicurezza che consentirebbe ad attori stranieri di tornare a lavorare in Libia. Ma sussistono pesanti dubbi su come i ricavi del settore petrolifero vengono impiegati dal Governo. Inoltre, Dabaiba non sembra essere di certo ansioso di organizzare il processo elettorale.

La partita a scacchi tra Al-Dabaiba e Bashagha

Nella competizione con l’esecutivo nominato dalla Camera, guidato da Fathi Bashagha, Dabaiba è stato costretto ad elargire favori economici e posizioni ai leader dei gruppi armati, come la nomina di Emad Trabelsi, di Zintan, a ministro dell’Interno. Una figura controversa e senza esperienza a detta di molti, la cui nomina è stata fortemente criticata anche da Misurata, città natale dei due premier. Così mentre i bambini libici muoiono di cancro negli ospedali libici e all’estero, il Ministero delle Finanze nel Governo di Unità Nazionale ha reso noto che la spesa pubblica totale in Libia da inizio anno al 30 novembre ammonta a 88.887.384.000 dinari, incluso il finanziamento di accordi finanziari temporanei di emergenza per la compagnia petrolifera statale National Oil Corporation (NOC), stimato in 19.241.645.391 dinari.

La spesa comprende 41 miliardi, 912 milioni, 486mila e 780 dinari per la voce stipendi e 8 miliardi 41 milioni 532mila e 286 dinari per spese di gestione, attrezzatura e funzionamento dell’apparato statale. Sono stati inoltre stanziati importi per progetti e programmi di sviluppo per 687 milioni 17.672 dinari e 19 miliardi, 31 milioni 701, 701mila e 856 dinari per spese di sostegno. Le entrate dello Stato libico al 30 novembre sono ammontate a 93 miliardi, 728 milioni, 707mila 948 dinari.

La maggior parte delle entrate (90 miliardi, 325 milioni, 14mila e 275 dinari derivano dal settore petrolifero), mentre le altre entrate sovrane ammontano a 2 miliardi, 459 milioni, 675mila e 908 dinari, mentre il saldo contabile residuo di anni precedenti ammonta a 944 milioni, 17mila e 765 dinari.

Redazione Strumenti Politici
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