Giappone, il rilascio delle acque di Fukushima scatena le polemiche con Cina e Sud Corea
Prosegue il dibattito internazionale sulle scarico delle acque al trizio provenienti dalla centrale di Fukushima. Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), Rafael Grossi, ha comunicato che tali acque sono conformi ai criteri di sicurezza, ma questa affermazioni non è servita a tranquillizzare né i cinesi né i sudcoreani. Pechino e Seul hanno infatti risposto sanzionando le importazioni di pesce dal Giappone.
Il primo ciclo di rilascio
Sotto il controllo del governo giapponese e dell’AIEA è stato appena completato il primo ciclo di rilascio in mare delle acque “trattate” di Fukushima. Sono state scaricate a un chilometro dalla costa circa 7800 tonnellate provenienti dal reattore numero 1, in esecuzione del piano elaborato lo scorso anno dalla compagnia responsabile della centrale, la Tokyo Electric Power Company Holdings.
Il rilascio graduale delle acque trattate è indispensabile per disattivare in sicurezza la centrale nucleare colpita dal disastro del 2011. Tali acque sono state dichiarate sicure perché il loro livello di trizio è inferiore al limite di pericolo.
La reazione della Cina
Pechino ha espresso il suo disappunto per non essere stata invitata dall’AIEA a unirsi al gruppo di monitoraggio e di analisi delle acque del reattore. I cinesi hanno rigettato come falsa la notizia secondo cui loro stessi abbiano rifiutato l’invito.
A seguito del recente rilascio, non potendo verificare in modo autonomo i dati del livello di trizio, la Cina ha imposto un divieto totale sull’importazione del pesce giapponese. Tokyo ha risposto con misure di sussidio per il settore ittico e ha chiesto subito a Pechino di togliere le sanzioni, dando la possibilità ai suoi scienziati di confrontarsi sul tema con quelli giapponesi.
Già l’anno scorso la Cina si opponeva in modo netto al piano di scarico delle acque: rimproverava al Giappone di averlo approvato in modo unilaterale, senza consultarsi approfonditamente con i Paesi vicini.
La Sud Corea mantiene il divieto di import
Seul aveva già posto il bando sulle importazioni di pesce giapponese. Attualmente non intende levarlo, soprattutto perché Tokyo non lo ha esplicitamente richiesto.
Park Sung-hoon, ministro coreano della Pesca e degli Oceani, ha dichiarato che a causa del rischio per la salute dei cittadini, il divieto continuerà a permanere sui prodotti ittici provenienti dalle otto prefetture vicine alla centrale nucleare.
L’AIEA intanto ha rifiutato la richiesta del governo di Seul di lasciare che gli esperti sudcoreani rimangano presso il suo ufficio regionale di Fukushima.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.