Akram Al-Fassi ci parla della situazione degli sfollati interni a Bengasi e gli sforzi del Dipartimento Affari Sociali

Akram Al-Fassi ci parla della situazione degli sfollati interni a Bengasi e gli sforzi del Dipartimento Affari Sociali

20 Marzo 2021 0

Bengasi – “Domenica, il Comitato internazionale della Croce Rossa distribuirà carte prepagate agli sfollati della regione occidentale in collaborazione con l’organizzazione internazionale Actit in vista del mese sacro del Ramadan. L’obiettivo è distribuire aiuti a 400 famiglie in difficoltà nella città di Bengasi”. Ci spiega Akram Al-Fassi, a capo del Dipartimento Affari Sociali nel capoluogo della Libia orientale, il quale ci spiega che “l’osservatorio contiene diverse sezioni, incluso il Dipartimento per l’educazione familiare, una ampia sezione che si occupa degli affari delle donne, così come i casi di donne libiche che sposano arabi. C’è anche un’unità per l’infanzia. Inoltre, c’è la sezione aiuti, che si occupa di fornire sostegno umanitario alle classi più vulnerabili. L’Unità di Ricerca Sociale si occupa di visite sul campo, oltre a condurre ricerche per famiglie povere, persone a basso reddito, sfollati interni e sfollati. Tutti questi strati sociali appartengono a questa sezione”.

Akram Al-Fassi ci spiega che l’Osservatorio per gli Affari Sociali riceve supporto da diverse organizzazioni internazionali. “Ad esempio, da tre anni abbiamo a che fare con il Comitato internazionale della Croce Rossa, che ci fornisce panieri alimentari e non, oltre a figurine. Un’organizzazione norvegese fornisce cestini alimentari e non, materiali per la pulizia per prevenire il coronavirus. La stessa attività è svolta dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Anche alcuni commercianti e filantropi ci aiutano attraverso le proprie donazioni. Il nostro lavoro è trasferire tutte le nostre ricerche su necessità e Bisogni al Ministero, il quale tratta direttamente con le organizzazioni a livello internazionale. Oggi, domenica 20 marzo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa distribuirà 620 tessere di circolazione alle famiglie sfollate provenienti dalla regione occidentale, Tarhuna e i quattro distretti, ciascuna del valore di 1800 dinari libici”.

Il signor Al-Fassi ha dichiarato che “all’inizio dello sfollamento, al 6 maggio 2019, c’erano 4.800 famiglie registrate nel nostro sistema, e alcune di loro in seguito sono andate nella Regione Orientale, dove i prezzi degli affitti sono più bassi rispetto a Bengasi. Poi a gennaio 2020 è stato fatto l’ammodernamento del sistema e il numero di famiglie sfollate era 900. Il numero è stato comunicato al Comitato della Croce Rossa e abbiamo ricevuto gli aiuti necessari. Nel 2018 e nel 2019, anche gli sfollati interni di Tawergha, Murzuq e Tarhuna hanno ricevuto supporto attraverso il Comitato internazionale della Croce Rossa”. Il direttore del dipartimento racconta di aver condotto una ricerca quando le famiglie sono arrivate a Bengasi. “Abbiamo cercato di aiutarle attraverso organizzazioni sociali, alcune famiglie avevano soldi e c’erano quelle che hanno trovato un alloggio autonomamente. Abbiamo fornito loro assistenza per l’affitto in modo che questi sfollati potessero integrarsi nella città di Bengasi, trovare lavoro ed aiutarsi da soli”. Secondo i dati del sistema, attualmente il numero degli sfollati interni nella città di Bengasi e i suoi sobborghi supera le 8000 famiglie, compresi individui con reddito limitato, vedove e donne divorziate.

Per quanto concerne invece le persone che hanno lasciato Bengasi negli anni della guerra al terrorismo, il Dipartimento non ha un numero esatto di queste famiglie. Il Signor Al-Fassi afferma che “alcune famiglie hanno lasciato la Libia. C’è chi è fuggito nella regione occidentale, e chi ha invece lasciato le zone di conflitto, come al-Sabri, per esempio, per raggiungere sobborghi più sicuri di Bengasi, come Sir Khalifa, dove hanno ricevuto aiuto attraverso le organizzazioni umanitarie attive sul territorio”. Nonostante, il sostegno esterno ricevuto, Al-Fassi afferma che esiste un problema nella risposta rapida, auspicando di entrare in contatto con altre organizzazioni internazionali per fornire il sostegno necessario alle persone più vulnerabili.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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