Parla italiano il progetto ‘Watamu Children Garden’ che da una casa ai bambini meno fortunati del Kenya

Parla italiano il progetto ‘Watamu Children Garden’ che da una casa ai bambini meno fortunati del Kenya

31 Gennaio 2021 0

Parla italiano il progetto Watamu Children Gardenuna scuola per l’infanzia keniota veramente speciale, fuori dagli schemi classici del luogo” come raccontato dal fotoreporter Andrea Bortoluzzi che da mesi raccoglie sul suo profilo Facebook la storia di questa iniziativa. “Questo progetto è nato sulle orme di esperienze precedenti: piccole scuole, decisamente più africane e prive di servizi e comodità. Da qui il desiderio di creare una scuola di nuova concezione, immersa nel verde, ricca di colori, ben integrata nella natura, con edifici ecologici, in legno, un ampio spazio verde per garantire il gioco e le attività motorie dei bambini, un orto coltivato a cicli di cereali e verdure e un prezioso ricco frutteto, per offrire una sana alimentazione ai nostri piccoli ospiti. Nel portare a compimento tutto ciò siamo stati animati da un’idea precisa: offrire una opportunità di vita dignitosa ai bambini meno fortunati e riscattare l’infanzia tradita in un Paese segnato dalla miseria e da profonde contraddizioni sociali. I bambini della nostra scuola infatti vengono selezionati da famiglie povere e in gravi difficoltà: per questo Watamu Children Garden offre scolarizzazione, alimentazione e cure in modo totalmente gratuito. Cerchiamo anche di supportare le ragazze madri, affinché possano lavorare, quando i loro figli sono a scuola“. Un progetto che non si ferma all’asilo ma che continua visto che i bimbi coinvolti vengono poi seguiti anche successivamente ai 4 anni passati nella scuola dell’infanzia, perché MyNameIsHelp ha attivato il programma di Adozione a Distanza “Dall’Asilo al College“, con cui trova gli sponsor ai bambini, per far proseguire gli studi alla scuola primaria e secondaria.

Foto – Andrea Bortoluzzi con i suoi piccoli ospiti

Spesso si sente parlare di Associazioni Onlus, ma questa colpisce dritto al cuore per il grande amore, coinvolgimento che si percepisce visitando la scuola. L’ho visionata personalmente e costituisce veramente un bell’esempio di dedizione e passione per il proprio lavoro. Come dico sempre bisogna camminare nella direzione dei nostri sogni altrimenti perdiamo l’incanto della vita. Abbiamo quindi deciso di interpellare Fanny Coffetti che segue il progetto dopo averlo ‘ereditato’ dal suo fondatore.

– Come è nata questa idea?

L’inizio è stato tanto eccitante quanto complesso, perché se da una parte c’era la forte spinta dell’amore per l’Africa e per i bambini, dall’altra c’è stato il duro scontro con persone del posto che volevano solo approfittarsi della nostra bontà. Ma la tenacia delle nostre origini bergamasche ci ha permesso di non mollare e di continuare a sognare una struttura  speciale,  dove accogliere gratuitamente i bambini che vivono in condizioni di grave disagio e dove aiutarli a crescere sani e forti.  Le nostrre cure infatti consistono in una sana e bilanciata alimentazione, oltre ad occuparci di educazione e scolarizzazione, il tutto offerto in un ambiente allegro e confortevole in cui vivere il diritto ad un’infanzia serena.

L’amore per questa terra era nell’anima sin da bambina, i telefilm della leonessa Nata Libera, il mito di Tarzan re della Jungla e i documentari sui felini,  catturavano la mia atteznione più di tutto,  ma ne ho preso piena coscienza nel  primo viaggio in Tanzania. Poi è stata la volta di Namibia, Zimbawe, Botswana e Kenya.

– Perché avete scelto il Kenya ?

In Kenya si sono congiunti il mio amore ancestrale per l’Africa e il mio amore innato per i bambini. E’ vivo in me il ricordo di quando lasciavo mio figlio all’asilo e la tristezza che provavo nel dover andare via e non potermi fermare lì a giocare e interagire con i bambini.

– Cosa vi ha spinto a creare questa associazione ? 

La convinzione che piccoli sacrifici rispetto al nostro stile di vita occidentale, rappresentavano un’importante forma di aiuto per dare un futuro dignitoso ai bambini meno fortunati. Un gruppo di persone determinate ha quindi costruito un progetto coinvolgendo e appassionando  amici e conoscenti, fino a diventare una grande famiglia di volontari che attraverso eventi e iniziative di raccolta fondi, s’impegna costantemente per garantire continuità e crescita a questo progetto concreto. 

– Cosa fate esattamente ?

Con questo progetto vogliamo garantire una sana alimentazione ai bambini a partire dai due anni di età,  così da combattere le malattie da malnutrizione e il fatto di occuparci di loro nella nostra scuola materna fino al compimento dei 6 anni, permette alle mamme, spesso giovani donne analfabete e ragazze madri,  di impiegare la giornata in qualche forma di lavoro, al fine di guadagnare il necessario per la sopravvivenza della famiglia.

– È stato difficile interagire con la gente locale?

L’esperienza ci ha insegnato a muoverci nella tutela del nostro operato, mantenendo sempre il massimo controllo e a non concedere libertà che possano spingere gli stolti ad approfittarsi. 

– Chi lavora in questa associazione ?

L’associazione italiana MY NAME IS HELP è gestita solo da soci volontari e nessuno percepisce alcuna forma di retribuzione, affinchè tutto il ricavato delle donazioni possa andare al 100% a sostegno del progetto. In Kenya abbiamo creato 14 posti di lavoro all’interno del WATAMU CHILDREN GARDEN E.C. e la squadra è stata selezionata e collaudata in 15 anni di esperienza, ma aumenta progressivamente mano a mano che il progetto si sviluppa.

– A qualcuno di questi bambini è cambiata la vita ?

Eccome! Li abbiamo seguiti dall’Asilo al College, che è esattamente il nome del programma di Adozione a Distanza attuato dalla nostra associazione. Il progetto non si ferma alla scuola materna, perché My Name Is Help si impegna a trovare per ogni bambino, una famiglia  sponsor – la Help Family – che possa garantire il successivo percorso di studi oltre a quello offerto gratuitamente dal nostro progetto. I nostri ragazzi più grandi hanno circa 20-25anni e sono inseriti nel mondo del lavoro e qualcuno si è gia creato una famiglia. Queste sono le nostre soddisfazioni!

– Avete dei progetti? Se si quali?

Nell’ottica di rendere  il progetto autosostenibile e autofinanziato, vorremmo ampliarlo con una attività di Volontourism, che prevede la realizzazione di una struttura adiacente all’Education Centre, in cui ospitare volontari che possano dedicarsi ai bambini in esperienze di crescita e sviluppo, attraverso la musica, l’arte, lo sport, il giardinaggio, ecc, ma dopo qualche ora trascorsa nel centro,  possano vivere la vacanza alla scoperta di questa terra magnifica.

Felicia Bello
FeliciaBello

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