Zelensky licenzia il Ministro della Difesa: tra scandali governativi e denunce di corruzione, a Kiev l’aria è pesante
Dove sono finiti i soldi? Dove sono le armi e le attrezzature che risultano sui contratti statali? Sono queste le domande che fanno in Ucraina le organizzazioni che si oppongono alla corruzione. E anche gli alleati di Kiev premono su Zelensky affinché faccia qualcosa, ma senza esagerare. Per sradicare tangenti e peculato il presidente vorrebbero infatti assumere ancora più poteri, ma in questo modo rischia di soffocare definitivamente le opposizioni.
Intanto, su questo sfondo di tensione politica interna e di timori espressi dai partner occidentali, è stato licenziato il Ministro della Difesa Reznikov. Il New York Times spiega i dettagli della situazione esplosiva, che sta peggiorando in vista delle prossime elezioni presidenziali, parallelamente al fallimento della controffensiva.
Il licenziamento del Ministro della Difesa ucraino
Il licenziamento del Ministro della Difesa ucraino dopo una serie di denunce per tangenti e abusi finanziari nel suo dicastero sottolinea quella che è la sfida radicale per la leadership in tempo di guerra del presidente Volodymyr Zelensky: sradicare la corruzione, ampiamente diffusa in Ucraina per diversi anni. La corruzione dei funzionari pubblici è stato per tutto il primo anno di ostilità un tema tabù, nel momento in cui gli ucraini si compattavano intorno al proprio governo nella lotta per la sopravvivenza nazionale.
Così, il messaggio di Zelensky della scorsa domenica cui annunciava la sostituzione del ministro Oleksii Reznikov ha elevato la questione ai livelli più alti della politica ucraina. È avvenuto in un momento molto delicato del conflitto, con l’Ucraina che continua nella controffensiva a sud e ad est del Paese e che dipende fortemente dagli alleati occidentali per avere assistenza militare. I suoi partner hanno fatto pressione sul governo Zelensky sin dallo scoppio delle ostilità per assicurarsi che i funzionari ucraini non si intascassero un po’ dei miliardi di dollari di aiuti che fluiscono verso Kiev.
Gli Usa preoccupati dalla corruzione in Ucraina
Il consigliere alla sicurezza nazionale USA Jake Sullivan ha incontrato appena una settimana fa tre funzionari ucraini di alto livello per discutere degli sforzi per eliminare la corruzione legata alla guerra. L’incontro è avvenuto dopo che alcuni parlamentari americani avevano usato le tangentu come un argomento a favore della limitazione degli aiuti bellici per Kiev. Zelensky ha risposto alle pressioni degli alleati e alle critiche interne con un’ondata di iniziative anti-corruzione, non tutte accolte bene dagli esperti sulla trasparenza statale.
La proposta più controversa è quella sul ricorso ai poteri della legge marziale per punire la corruzione come una fattispecie di alto tradimento. Reznikov, che ha ricoperto incarichi diversi sotto la reggenza di Zelensky, ha presentato le sue dimissioni lo scorso lunedì. Non è personalmente implicato nelle accuse di mala gestione dei contratti militari, ma le indagini che si stanno approfondendo sul suo dicastero rappresentano la prima grossa sfida per il governo sulle misure anti-corruzione prese dall’inizio dell’operazione speciale russa.
L’Anti-Corruption Action Center di Kiev
Daria Kaleniuk, direttrice dell’Anti-Corruption Action Center, un gruppo che si occupa di combattere la corruzione statale – oggi focalizzata sul trarre profitti dalla guerra – dice: La domanda da farsi è questa: dove sono i soldi? La corruzione può uccidere, aggiunge. A seconda di quanto riusciamo ad essere efficaci nel salvaguardare i fondi pubblici, i soldati avranno in mano un fucile oppure no. Stando ai resoconti del governo, al momento attuale circa 980 milioni di dollari di contratti di armamenti hanno già sforato la scadenza di consegna, mentre una parte dei pagamenti anticipati per l’acquisto di armi sono spariti nei conti oltreoceano dei venditori, come riportato in Parlamento.
Non sono emersi dettagli precisi, ma le irregolarità suggeriscono che i dipendenti ministeriali che si occupano degli acquisti non abbiano verificato i fornitori oppure abbiano permesso ai venditori di armi di tenersi il denaro senza prima eseguire i contratti. I media ucraini riferiscono anche di pagamenti eccessivi per la fornitura di materiali semplici e basilari che occorrono all’esercito, dal cibo ai cappotti invernali. Le rivelazioni pubbliche sulla mala gestione per adesso non riguardano le armi straniere concesse all’esercito ucraino o gli aiuti finanziari occidentali, ma vanno comunque a scuotere quel senso di supporto incondizionato verso il governo che gli ucraini hanno mostrato per tutto il primo anno di guerra.
Troppi casi di corruzione
Due funzionari del Ministero della Difesa, uno dei viceministri e il capo del settore acquisti sono stati arrestati questo inverno a seguito di report sull’acquisto di uova a prezzo maggiorato per l’esercito. Zelensky ha licenziato i capi dell’ufficio reclutamento il mese scorso, dopo le accuse emerse per tangenti ricevute da cittadini che volevano evitare la mobilitazione. L’iniziativa da lui proposta per equiparare la corruzione all’alto tradimento ha suscitato il coro delle critiche di coloro che temono l’eventuale abuso dei poteri derivanti dalla legge marziale.
Oleksii Goncharenko, deputato di opposizione del partito “Solidarietà Europea”, ha affermato a proposito del presidente ucraino: Non posso lodare i suoi sforzi per combattare la corruzione durante il periodo di guerra. I rappresentanti del governo ammettono che alcuni contratti militari non hanno fruttato le armi o le munizioni dovute e che alcune somme di denaro si sono volatilizzate. Al tempo stesso affermano che la maggior parte dei problemi si sono verificati nei primi caotici mesi dell’invasione e che da quel momento sono stati risolti.
Il dimissionario ministro della Difesa Reznikov ha dichiarato la scorsa settimana di essere sicuro che il Ministro saprà riprendersi il denaro sparito dei pagamenti anticipati ai fornitori. Da ministro della Difesa, Reznikov riteneva che il suo compito principale fosse di attirare alleati sempre nuovi che potessero fornire armamenti. Non era direttamente responsabile della conduzione giornaliera delle operazioni belliche e le sue dimissioni non vengono viste come collegate ai progressi troppo lenti della controffensiva. Adesso le spese militari ammontano a quasi metà del budget nazionale ucraino e i rapporti sugli scandali contrattuali indicano un cambiamento nelle sorgenti della corruzione statale.
Corruzione esistente da sempre in Ucraina
Prima che scoppiassero le ostilità, il peculato e le appropriazioni indebite avvenivano nel contesto delle aziende statali mal gestite: ce n’erano più di 3mila a gravare sul bilancio nazionale. Il denaro veniva drenato da facoltosi insider tramite una grande varietà di metodi, mentre l’erario statale, tenuto in piedi dagli aiuti stranieri, assorbiva le perdite. Le organizzazioni anti-corruzione dicono che gli enormi afflussi di fondi a supporto della guerra le hanno sollecitate a concentrarsi sulle spese militari.
I giornalisti investigativi ucraini hanno individuato pagamenti maggiorati per forniture di base destinate all’esercito, come ad esempio uova acquistate al prezzo di 17 grivne (47 cents) cadauna, una cifra di molto superiore alla media, come riferito dal giornale ucraino Dzerkalo Tyzhnia. Quest’ultimo dice poi che i fagioli in scatola venivano comprati dalla Turchia a un prezzo più alto di quello fissato dai supermercati ucraini per il medesimo prodotto, considerato anche che l’esercito dovrebbe fare un acquisto del genere a prezzi inferiori a quelli del mercato al dettaglio. Il Ministro ha pure comprato migliaia di cappotti che poi si sono rivelati non abbastanza pesanti per il duro inverno ucraino.
Il monitoraggio occidentale delle donazioni a Kiev
In un’intervista, la presidente del comitato anticorruzione del Parlamento ucraino Anastasia Radina ha dichiarato che i donatori occidentali stanno monitorando attentamente il modo in cui il Paese sta affrontando il problema. È risultata particolarmente preoccupante la proposta di punire la corruzione al pari del reato di alto tradimento perché ciò implicherebbe che ad indagare sulla corruzione dei funzionari statali sia lo SBU, i servizi segreti interni che sono sotto il controllo diretto del presidente ucraino.
All’incontro della settimana scorsa con Sullivan, il consigliere per la sicurezza USA, hanno preso parte anche i capi dell’organo investigativo specializzato, un pubblico ministero e una corte, allestiti dopo il cambio politico avvenuto in Ucraina a favore dell’Occidente nel 2014 con l’aiuto degli Stati Uniti e di prestatori internazionali come l’FMI.
Queste sono le agenzie ucraine che possono perdere autorità se passasse la proposta di Zelensky sull’equivalenza con l’alto tradimento. I governi occidentali sono diffidenti verso il possibile indebolimento delle agenzie, dice la Radina, che aggiunge: se la proposta va avanti nel suo iter, questi Paesi molto probabilmente si opporranno. Nel complesso la Radina, che è membro del partito di Zelensky “Servitore del Popolo”, difende gli sforzi del governo nella lotta contro la corruzione del periodo bellico.
L’arresto di Ihor Kolomoisky
L’arresto avvenuto la scorsa settimana di Ihor Kolomoisky, uno degli uomini più ricchi d’Ucraina, viene visto come un segno di limitazione dell’influenza politica degli oligarchi. Sospettato di frode e riciclaggio, Kolomoisky aveva appoggiato la campagna elettorale del 2019 di Zelensky, ma dal momento in cui la guerra è iniziata, il presidente sembra aver rotto tutti i legami con lui.
Nell’ambito del giro di vite dato quest’anno, gli inquirenti hanno intentato uno dei processi per tangenti più clamorosi di sempre contro il capo della Corte Suprema ucraina, che è stato rimosso e poi arrestato nel mese di maggio. Oltre a questo, un viceministro dell’Economia è sotto processo per accuse di appropriazione indebita dei fondi relativi agli aiuti umanitari.
Che vengano alla luce casi tanto elevati di corruzione è qualcosa di positivo, dice il direttore di Transparency International in Ucraina Andrii Borovyk, cioè non significa che il Paese sia gravato dall’insider dealing; inoltre mostra che Kiev può combattere la guerra e la corruzione contemporaneamente. Gli scandali vanno bene, dice Borovyk, che aggiunge: la guerra non può essere una scusa per interrompere la lotta contro la corruzione.
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