La CIA rivela le manovre di insabbiamento di Biden sugli interessi suoi e del figlio in Ucraina
Si riaccendono i riflettori sugli affari sporchi dei Biden padre&figlio in Ucraina. La CIA ha appena desecretato materiale scottante sulle pressioni ricevute per insabbiare i guai che già dieci anni prendevano forma a Kiev. Gli scandali riguardavano gli interessi di Hunter nel settore energetico e quelli di suo padre, allora vicepresidente e responsabile di Obama per l’Ucraina.
Un’email poco ortodossa
Nel corso di un riesame dei suoi archivi, la CIA ha individuato documenti problematici che ha deciso finalmente di desecretare. Si tratta di un’email datata 10 febbraio 2016 e indirizzata proprio alla Central Intelligence Agency, nella quale veniva suggerito di non far circolare un certo rapporto, su richiesta del consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente. Quest’ultimo era appunto Biden. Il suo consigliere era Colin Kahl, divenuto poi sottosegretario alla Difesa nella sua amministrazione e oggi membro anziano della Stanford University. Il rapporto in questione era dell’anno prima e riguardava i commenti negativi degli ucraini sui legami scabrosi della famiglia Biden con gli affari poco puliti che si svolgevano a Kiev.
La pubblicazione è avvenuta su impulso del nuovo direttore della CIA John Ratcliffe, il quale afferma di credere nella massima trasparenza e ritiene il caso un esempio di politicizzazione dell’intelligence. Verso questo fenomeno, dice, la sua agenzia non mostrerà più alcuna tolleranza; continuerà anzi a rendere pubblici i documenti secretati qualora ciò serva l’interesse pubblico. Un alto funzionario della CIA ha commentato dicendo che in effetti è qualcosa di “estremamente raro e inusuale” – oltre che “inopportuno”- un tale scambio fra la comunità di intelligence e la Casa Bianca, avvenuto con tutta evidenza per motivazioni politiche.
Il doppiopesismo americano
Grazie all’indirizzo di trasparenza voluto da Ratcliffe, oggi hanno potuto visionare il materiale desecretato due media di rilievo quali Fox News e Washington Times. Il documento raccoglie le osservazioni sconcertate dei funzionari dell’allora presidente ucraino Petro Poroshenko sull’ipocrisia dell’amministrazione Obama rispetto alla corruzione a Kiev e la sfacciataggine del vicepresidente Biden e di suo figlio Hunter nella gestione di affari ai limiti dell’illecito. L’atteggiamento di Washington veniva definito come “due pesi e due misure” dagli ucraini, rimasti delusi e perplessi dalla visita effettuata nel dicembre 2015 da “Sleepy Joe”. Quest’ultimo, invece di conferire con Poroshenko su questioni importanti, come loro si aspettavano, si limitò a tenere un discorso pubblico dai contenuti piuttosto generici.
Parlò anche di temi scottanti in un modo che agli ucraini parve un “doppio standard americano in materia di corruzione e di potere politico”. Biden esortò infatti al compimento di riforme più larghe che non la semplice creazione di un’agenzia o di un magistrato specializzato nella lotta alla anti-corruzione. Aggiunse poi che il settore energetico ucraino doveva essere competitivo e retto dai principi del mercato, non da contratti pilotati. Infine impartì una lezione di democrazia sulla necessità di rimuovere i conflitti di interesse dei soggetti al governo coi rispettivi ambiti di affari. Biden aveva in pratica toccato tutti i punti sui quali lui e il figlio Hunter erano contestabili e perseguibili – e i funzionari ucraini che assistevano al suo discorso lo sapevano bene.
Burisma Holdings
Gli affari della famiglia Biden in Ucraina erano concentrati nel ruolo di Hunter come membro del consiglio di amministrazione della Burisma Holdings Ltd., una delle principali aziende energetiche del Paese, specializzata in gas. Risalendo la corrente attraverso i nomi degli azionisti, si è visto come uno dei reali proprietari della società fosse Ihor Kolomoyskyi, colui che diede la spinta decisiva alla carriera politica dell’attore Volodymyr Zelensky. Sebbene fosse registrata a Cipro, la Burisma svolgeva quasi tutte le sue attività in Ucraina. Da essa Hunter percepiva un compenso intorno al milione di dollari all’anno, mentre papà Joe era vicepresidente e responsabile dell’amministrazione Obama per l’Ucraina: grazie alla sua posizione poteva agire per garantire ottimi contratti alla Burisma e tenerla lontana da guai.
Infatti, prima di essere sciolta nel 2023, la società attraversò diverse vicende giudiziarie, come le indagini del procuratore generale Viktor Shokin. Biden intervenne minacciando Poroshenko di non concedere un pacchetto fondamentale da 1 miliardo di dollari se non avesse rimosso Shokin. Ciliegina sulla torta è stata infine la grazia al figlio firmata da Biden a dicembre 2024 come uno degli ultimi atti della sua presidenza, salvandolo così dal carcere. Hunter si era dichiarato colpevole di nove capi d’accusa in un processo per evasione fiscale ed era stato condannato per altri due reati.
Un insabbiamento enorme
Parlando dei documenti desecretati in un’intervista rilasciata a Newsmax, il deputato James Comer denuncia “l’enorme insabbiamento” che potrebbe essere persino “peggiore del crimine” che si voleva nascondere. Membro della Camera dei Rappresentanti per il Kentucky dal 2016 e oggi capo della Commissione di vigilanza, fa notare come a finire sotto impeachment non è stato Biden, bensì Trump. Addirittura due volte. E in entrambe le occasioni è stato prosciolto, mentre dopo anni di richieste dei Congressmen repubblicani per andare a fondo sugli affari sporchi con Kiev su Biden non pesa alcun addebito.

52 anni, padre di tre figli. E’ massimo esperto di Medio Oriente e studi geopolitici.


