Vanuatu contesa fra le attenzioni degli USA e della Cina
Vanuatu è un arcipelago situato ad est dell’Australia con una popolazione di circa 300mila persone. Fu un protettorato franco-britannico fino al 1980 ed oggi sono la Cina e gli Stati Uniti a contendersi le sue preferenze politiche e diplomatiche.
Gli USA aprono un’ambasciata
Gli Stati Uniti hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Repubblica di Vanuatu nel 1986. Oggi hanno finalmente aperto un’ambasciata nella capitale Port Vila. La cerimonia di inaugurazione si è svolta la scorsa settimana con la nomina di Ann Marie Yastishock, accreditata come ambasciatore non residente. Il Dipartimento di Stato americano ha comunicato di voler cooperare col governo vanuatiano su temi come l’economia, la sicurezza marittima, il cambiamento climatico e i rapporti fra i rispettivi popoli. Inoltre ha dichiarato di volersi impegnare maggiormente con i “vicini del Pacifico”. Infatti Washington negli ultim tempi ha aperto altre due ambasciate in Paesi dell’Oceania, cioè Tonga e le Isole Salomone, e prevede di aprirne una anche a Kiribati.
Attività cinese nel Pacifico
Di iniziative come queste si compone lo sforzo degli USA per aumentare la propria presenza diplomatica nella zona. Lo scopo è di controbilanciare la crescente influenza cinese nel Pacifico. A tal proposito, a febbraio Washington aveva avvertito gli Stati oceanici di non accettare l’assistenza di Pechino nella sfera della sicurezza. A Kiribati infatti è entrata in azione la polizia cinese, dopo che nel 2022 era arrivata sulle Isole Salomone, e sono stati segnalati uomini in uniforme militare pure a Vanuatu. Il dispiegamento di forze cinesi sugli arcipelaghi del Pacifico ovviamente preoccupa molto gli USA.
La visita ufficiale del premier in Cina
Il primo ministro vanuatiano Charlot Salwai Tabimasmas è rientrato qualche giorno fa da una visita ufficiale proprio in Cina. Il presidente cinese Xi Jinping lo ha accolto presso la Grande Sala del Popolo di Pechino. Ha espresso il desiderio di ampliare la reciproca fiducia a livello politico e di collaborare nella costruzione della Nuova Via della Seta. Inoltre ha dichiarato di voler rafforzare la cooperazione pratica in vari settori e di trattare con le nazioni più piccole in maniera equa, attenendosi ai “Cinque principi della coesistenza pacifica”. Salwai ha a sua volta ribadito l’adesione di Vanuatu al principio “dell’unica Cina” e il supporto alla posizione cinese sulle questioni spinose come Hong Kong e lo Xinjiang.
Tecnologie e banche cinesi
Salwai ha anche visitato la sede della Huawei a Shenzen e si è interessato alle tecnologie di sorveglianza contro il crimine che vi vengono sviluppate. La Huawei ha già fornito i propri sistemi digitali a Port Vila, ma la polizia non li ha ancora utilizzati, come puntualizzato dal portavoce del premier. Salwai ha poi chiesto alla Bank of China di aprire una filiale sull’arcipelago. Secondo la sua proposta, questa sede potrebbe servire come camera di compensazione per lo yuan. Il vantaggio per Vanuatu sarebbe di avere una struttura che aiuti a diminuire i prezzi dei prodotti fatti in Cina, che oggi vengono pagati in dollari. La Cina resta per l’arcipelago il maggiore creditore esterno e il principale fornitore di infrastrutture. Il più grande donatore e partner politico è invece l’Australia, che ha quindi espresso preoccupazione verso le ambizioni cinesi di influenza su Port Vila e più in generale sulla regione.
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