Una nuova NATO più aggressiva e 100 miliardi per l’Ucraina: i Paesi europei storcono il naso

Una nuova NATO più aggressiva e 100 miliardi per l’Ucraina: i Paesi europei storcono il naso

8 Aprile 2024 0

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha lanciato una proposta per rendere l’Alleanza più “intraprendente” nel sostegno verso Kiev. L’obiettivo è scavalcare le incertezze dei governi nazionali e mandare un segnale di forza nei confronti di Mosca. È un progetto estremamente costoso e ambizioso, quello del norvegese. Eppure dopo due mandati consecutivi non sembrava intenzionato a rimanere in carica, ma dal 2022 il posto gli è stato rinnovato già due volte. Oggi sta cercando di convincere gli Stati membri ad appoggiare l’Ucraina fino alla fine, sebbene appaia una fine tutt’altro che gloriosa. Per farlo dovranno concedere maggiori poteri e molti più soldi direttamente alla NATO: l’idea ha raccolto scarsi consensi.

Il piano Stoltenberg

I ministri degli Esteri dei Paesi membri si sono incontrati a Bruxelles il 3 e il 4 aprile per festeggiare il 75 anni del Patto Atlantico e per parlare dell’immediato futuro. In questa occasione, il segretario generale ha lanciato la sua idea: allestire un fondo quinquennale da 100 miliardi di euro per la fornitura di armamenti a Kiev. Nelle parole dello stesso Stoltenberg, l’obiettivo è di garantire un’assistenza a lungo termine affidabile e prevedibile per la sicurezza nell’Ucraina. Vorrebbe creare una cornice di impegno comune e sicuro da parte della NATO in quanto organizzazione. In questo modo, i falchi del blocco euroamericano che vogliono appoggiare l’Ucraina fino all’ultimo eviterebbero di dipendere dalle contribuzioni volontarie e a breve termine dei singoli Paesi. Questi ultimi, nella visione del capo dell’Alleanza Atlantica, potrebbero dare la loro quota dei 100 miliardi in proporzione alla capacità delle economie nazionali.

Un altro effetto positivo sarebbe di ridurre il peso finanziario che oggi sopportano gli USA per il sostegno militare a Zelensky. In questo modo verrebbe meno uno degli argomenti elettorali di Trump, quello dell’eccessivo impegno in denaro imposto ai contribuenti americani per tenere in piedi la NATO e i suoi alleati. E nei confronti di una Russia che aspetta l’Occidente al varco, dice Stoltenberg, il fronte euroatlantico sarebbe in grado di rispondere al Cremlino mandando un chiaro messaggio di sostegno concreto, di supporto finanziario e di quadro istituzionale che assicuri che noi ci saremo nel lungo periodo per essere in grado di concludere il conflitto.

Spoliticizzare gli aiuti militari all’Ucraina

Spoliticizzare l’assistenza militare all’Ucraina e centrarla esclusivamente sulle motivazioni belliche: è ciò che vorrebbe ottenere Stoltenberg con il suo piano. Per lui bisogna togliere di mezzo i vacillamenti derivanti dalle esigenze politiche interne di ogni Paese. Ormai il consenso popolare degli europei verso l’Ucraina sta svanendo e sbrigarsi a legare indissolubilmente gli Stati membri all’impegno verso Kiev. La sua preoccupazione va soprattutto agli USA. Lo stallo imposto al pacchetto da 60 miliardi di dollari – che Repubblicani americani hanno tenuto fermo per mesi – spaventa il norvegese. E il possibile avvento di Trump significherebbe la fine di ogni velleità filo-ucraina. Stoltenberg non ha nominato l’ex presidente, ma ha detto che ogni giorno di ritardo nella decisione degli Stati Uniti di fornire più supporto all’Ucraina ha delle conseguenze sul campo di battaglia.

Senza l’impiccio delle politiche nazionali di ciascuno dei 32 Paesi membri, la NATO assumerebbe un ruolo ancora più invasivo e decisivo per quanto riguarda l’assistenza a Kiev. Di fatto sostituirebbe il “formato Ramstein” con cui finora gli aiuti militari sono arrivati a Zelensky. E il ruolo guida degli USA non verrebbe meno, anzi. Stoltenberg sottolinea infatti il doppio ruolo del generale Christopher Cavoli, che è sia comandante delle forze americane in Europa sia comandante delle forze dell’Alleanza Atlantica.

Le reazioni poco entusiaste dei Paesi membri

Una riforma strutturale di tale portata richiederebbe l’unanimità dei membri della NATO. La prima reazione dei ministri presenti al summit è stata tutt’altro che entusiasta. I dubbi sono in primo luogo relativi alla dimensioni gigantesche della somma in ballo, 100 miliardi. Leggendo fra le righe delle dichiarazioni diplomatiche, è facile capire che non l’abbiano presa benissimo. Il giornale Politico ha raccolto le opinioni dei funzionari e dei rappresentanti dei Paesi membri, che in alcuni casi hanno parlato a condizione di rimanere anonimi. Qualcuno di loro si è chiesto da dove sia saltata fuori una cifra del genere. Altri esprimono il timore che la NATO accumuli troppo potere e troppa capacità finanziaria, al punto da oscurare il ruolo della stessa Unione Europea.

Come e quando i governi dovrebbero dare così tanti soldi? Questo è il timore che scoraggia i membri. Il ministro degli Esteri del Belgio Hadja Lahbib ha detto: È pericoloso fare promesse che non possiamo mantenere. Lo spagnolo José Manuel Albares chiede che prima si calcolino le effettive necessità di Kiev per mantenere la sua integrità territoriale, poi decideremo se possiamo soddisfarle. Il ministro della Repubblica Ceca Jan Lipavský vuole vedere anzitutto gli aspetti pratici e i dettagli del piano, poi se ne potrà parlare. L’Ungheria mantiene in ogni caso la sua posizione: per il ministro degli Esteri Péter Szijjártó la NATO è un’alleanza difensiva e tale deve rimanere. Dunque Budapest rigetta qualsiasi proposta di trasformarla in un’alleanza offensiva, poiché ciò porterebbe a un serio pericolo di escalation. E aggiunge perentorio: Questa non è la guerra dell’Ungheria e non lo è nemmeno quella della NATO.

Un rigetto con parole gentili

Altri ministri si sono espressi in maniera vaga, quasi possibilistica, ma senza dire sì. La tedesca Annalena Baerbock afferma che creare strutture affidabili e a lungo termine per l’aiuto a Kiev è qualcosa di essenziale. Nemmeno il rappresentante americano ha parlato apertamente a favore dell’idea di Stoltenberg, ma ha evidenziato che gli USA sono contenti dell’attuale schema di assistenza e del loro ruolo di guida del gruppo dei donatori. Solamente Turchia e Polonia sembrano disposte ad aderire al progetto, ma ormai la discussione è rimandata al prossimo summit, che sarà a luglio proprio a Washington. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha lanciato una proposta per rendere l’Alleanza più “intraprendente” nel sostegno verso Kiev. L’obiettivo è scavalcare le incertezze dei governi nazionali. È un progetto estremamente costoso, quello del norvegese, che sta cercando di convincere gli Stati membri ad appoggiare l’Ucraina fino alla fine. L’idea ha raccolto scarsi consensi.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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