Ucraina, niente elezioni presidenziali: mancano i soldi

Ucraina, niente elezioni presidenziali: mancano i soldi

29 Dicembre 2025 0

Uno dei consiglieri di Kiev alla presidenza ha rilasciato un’intervista al media ucraino Novyny.Live in cui fa dichiarazioni pesanti su argomenti scottanti come le elezioni e il destino dei territori passati alla Russia.

Niente soldi per le elezioni

Per l’Ucraina sarà impossibile effettuare le votazioni presidenziali e parlamentari. Semplicemente mancano i soldi necessari. A dirlo è Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale che nel 2022 fece parte della delegazione ai negoziati falliti di Istanbul. Secondo lui, non vi saranno né elezioni né referendum sui territori perché i pochi soldi del bilancio vanno spesi per altre priorità, soprattutto quelle militari. Dunque, se i partner occidentali ci tengono tanto a che gli ucraini votino, dovranno essere loro a finanziare tale iniziativa. Da parte nostra, precisa, non siamo tenuti a finanziarla. Obiettivamente non ce lo possiamo permettere perché abbiamo un buco nel bilancio.

Poi c’è l’aspetto normativo: la legge marziale ancora in vigore vieta lo svolgimento di elezioni. Tuttavia, come affermato pure da Zelensky, se i partner insisteranno, il governo sarà pronto a fare delle modifiche legislative. Ma per Podolyak è la società ucraina a non essere pronta a votare. Se ne potrà parlare, spiega, solamente quando saranno raggiunti il cessate-il-fuoco e un accordo di pace, accompagnati dalla garanzie che non vi saranno attacchi di droni o artiglieria né avanzate dell’esercito russo durante la preparazione alla tornata elettorale.

Referendum sui territori

Anche organizzare un referendum sullo status delle regioni passate ai russi implicherebbe uno sforzo che andrebbe protetto da un accordo fra le parti. Podolyak sostiene che il presidente non abbia facoltà di decidere da solo su tale argomento, che di fatto riguarda il diritto internazionale. A stabilire che dei territori siano ufficialmente riconosciuti sotto la giurisdizione di un altro Paese potrebbero forse essere gli ucraini stessi. Per ora rimane un tema che scotta fra le mani del presidente, il quale preferirebbe arrivare all’inevitabile momento delle elezioni avendo firmato una tregua vantaggiosa e un trattato favorevole. Diversamente, sulla sua reputazione peserebbe quello che gli elettori considererebbero una conclusione fallimentare del conflitto, che spazzerebbe via le sue chance di riconferma. Lo stesso Podolyak intanto dichiara pubblicamente che Zelensky dovrebbe correre per il secondo mandato.

Niente elezioni senza accordo di pace

Durante un incontro coi giornalisti, Zelensky ha spiegato che per allestire la tornata elettorale il Paese avrebbe dai due ai tre mesi di tempo dal momento della firma di un’intesa internazionale. E sempre che le condizioni di sicurezza siano assicurate. Poi ha voluto ribadire che non sta rimandando l’accettazione di tale convenzione solo per rimanere al potere il più a lungo possibile, anzi asserisce di essere pronto a fare campagna elettorale. Tuttavia, il piano di pace in 20 punti che ha appena presentato non piace a Mosca e non piacerebbe molto nemmeno a Kiev, perché non somiglia nemmeno da lontano a quella vittoria che lui stesso proclamava appena due anni fa. Zelensky ha intenzione di scaricare quanta più responsabilità possibile: e allora è il caso che siano il Parlamento e un referendum popolare a sancire la validità del futuro accordo.

I favoriti e gli screditati

Intanto le agenzie demoscopiche pubblicano i risultati dei loro sondaggi, che vedono Zelensky non del tutto sfavorito, ma perdente al secondo turno. Davanti a lui nelle preferenze degli ucraini ci sono l’ex comandante delle Forze armate Valery Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra, e Kyrylo Budanov, capo del GUR, l’intelligence che risponde al Ministero della Difesa. Anche per quanto riguarda le elezioni parlamentari, il partito di Zelensky è indietro rispetto alle formazioni che parteggiano per i due candidati citati. E rappresentano avversari formidabili pure altri partiti, ad esempio Solidarietà Europea dell’ex presidente Petro Poroshenko. I sostenitori di Zelensky sono già al lavoro per liberargli la strada da quegli ostacoli: la deputata Maryana Bezuhla sta facendo circolare notizie che possano gettare discredito su Zaluzhny, come il fatto che recentemente si sia recato in villeggiatura al mare proprio in un momento delicato come questo.

La bozza di accordo

Il piano di Zelensky in 20 punti è a tutti gli effetti solamente una bozza, sulla quale stanno lavorando anche gli altri soggetti coinvolti: USA, Russia, governi europei. Il documento finale dovrà essere vincolante sul piano legale, pretende il presidente ucraino, che ha svelato alcune delle parti principali che esso dovrebbe contenere. Per esempio, le garanzie di sicurezza in stile articolo 5 della NATO, un programma di ricostruzione e sviluppo per il Paese da qui al 2040, la promessa dell’adesione all’Unione Europea entro un periodo di tempo ben definito, lo status di Paese non-nucleare e l’obbligo di proteggere le minoranze religiose e linguistiche (dunque anche i russofoni).

 

Martin King
Martin King

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