Relazioni fra Sud Corea e Giappone, priorità per il neo-presidente Yoon Suk-yeol

Relazioni fra Sud Corea e Giappone, priorità per il neo-presidente Yoon Suk-yeol

15 Marzo 2022 0

Il candidato di opposizione ed ex procuratore generale Yoon Suk-yeol ha vinto le elezioni del 9 marzo con il margine più ristretto della storia sudcoreana: lo 0,73% in più sul suo avversario Lee Jae-myung del Partito Democratico. Yoon, candidato del partito del Potere dei Nazionali, entrerà in carica come nuovo presidente il 10 maggio. Una delle priorità della nuova amministrazione è rappresentata dalle relazioni col Giappone, deterioratesi nel corso della presidenza di Moon Jae-in. Come rivelato da una fonte governativa, Yoon non aspetterà la cerimonia di consegna dei poteri per ricucire i rapporti con Tokyo, ma incontrerà il prima possibile l’ambasciatore giapponese a Seul Koichi Aiboshi per esporgli le sue intenzioni. In Corea molti sperano che il premier del Giappone Fumio Kishida dia un segnale di buona volontà venendo ad assistere all’inaugurazione del nuovo mandato presidenziale; pare tuttavia un gesto improbabile in questo frangente, perciò sembra che dal Giappone verrà inviato il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi. Kishida sarebbe in difficoltà a intraprendere fin da subito un discorso concreto con Yoon, che formalmente non è ancora presidente, perché dovrà a sua volta affrontare a luglio la tornata elettorale relativa alla Camera dei Consiglieri, che potrebbe quindi modificare gli equilibri politici del Paese. L’altro elemento chiave delle relazioni internazionali nel mar del Giappone sono gli Stati Uniti: proprio in primavera si attende una visita di Joe Biden a Tokyo con la finalità di rafforzare la cooperazione fra i tre Paesi e fra i Paesi del cosiddetto Quad, il Quadrilateral Security Dialogue che include Australia, India, Giappone e USA e del quale in occasione del viaggio di Biden si terrà un summit al quale la Corea del Sud potrebbe essere invitata. Questa mossa costituirebbe anche un atto dimostrativo di deterrenza contro Cina, Corea del Nord e Russia. A Seul, diversi politici chiedono che vengano organizzati vertici bilaterali e trilaterali con USA e Giappone per risolvere finalmente le questioni nazionali e commerciali, che hanno costituito negli ultimi anni gravi motivi di tensione fra penisola e arcipelago. 

Lo Washington Post commenta in modo estremamente polemico la vittoria di Yoon Suk-yeol, che sarebbe addirittura foriera di una “grave minaccia” verso i diritti delle donne e verso i movimenti femministi. Secondo il quotidiano americano, la campagna elettorale del candidato di opposizione sarebbe stata infatti caratterizzata dalla retorica anti-femminista e dalla compiacenza verso la “discriminazione al contrario” di cui i maschi coreani dicono di essere vittima. Esponenti del partito del Potere dei Nazionali hanno definito il femminismo incostituzionale e lo hanno avvicinato al fascismo e all’estremismo. Ma nemmeno il Partito Democratico all’inizio aveva fatto proprie le istanze femministe, anzi il suo candidato alla presidenza aveva provato a conquistare l’elettorato maschile ammettendo l’esistenza della discriminazione al contrario e la necessità di riformare il Ministero dell’Uguaglianza di Genere e della Famiglia; solo dopo aver visto che quella fetta di votanti era ormai appanaggio di Yoon, Lee si è rivolto alle giovani donne e alle femministe. Dopo aver conquistato la vittoria, Yoon ha detto di essere stato frainteso su questo tema: Non ho mai cercato di creare divisioni di genere (…) Che motivo avrei per separare gli uomini dalle donne?

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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