Rapporto Criminalità Minorile Italiana e Straniera: reati in calo, ma è solo effetto covid

Rapporto Criminalità Minorile Italiana e Straniera: reati in calo, ma è solo effetto covid

29 Luglio 2022 0

Rapine, risse, aggressioni. Negli ultimi mesi Genova è stata il ring di fatti criminosi commessi da giovanissimi, italiani e stranieri, che hanno messo in allarme istituzioni locali e operatori dell’accoglienza. La città è sede di alcuni dei centri di eccellenza del Paese nell’ambito dell’ospitalità e dell’inclusione sociale dei minori stranieri non accompagnati, con un passato contrassegnato il più delle volte da storie di soprusi e violenze. Da vittime, anche di tratta, a carnefici il passo è breve e spesso basta poco a far scatenare la brutalità subita o di cui sono stati involontari testimoni. E l’8 luglio scorso le scaramucce tra gruppi di albanesi, egiziani e magrebini sono deflagrate in una maxi rissa nel cuore della notte dentro e fuori un centro di accoglienza a Castelletto, uno dei quartieri residenziali della città. In quell’occasione, una ventina di minori non accompagnati si sono fronteggiati a colpi di cinghie, spranghe ed estintore. Sette i feriti e dieci i denunciati, il bilancio di quella notte brava. Ma questo è solo l’anello di una catena di violenze, che vedono come protagonisti giovani immigrati e loro coetanei italiani.

Neanche una decina di giorni prima altri scontri si erano verificati nei giardini di Quinto. Sei ragazzi, tra cui due stranieri domiciliati in una comunità di Genova, e tre ragazze, tutti incensurati, sono stati denunciati con l’accusa di rissa, lesioni aggravate, furto e danneggiamento. Una scia di episodi che hanno allertato chi lavora nel settore, l’amministrazione comunale e persino la Chiesa. «Poco prima degli ultimi eventi – spiega Giovanni Lizzio, responsabile Area sociale del Ceis Genoval’Arcivescovo di Genova Padre Marco Tasca, si è speso molto con le istituzioni al fine di offrire una migliore accoglienza dei minori. Questo perché negli ultimi mesi, il numero degli arrivi sul territorio è aumentato esponenzialmente rispetto agli anni precedenti e i ragazzi erano stati collocati temporaneamente negli alberghi, senza il supporto di educatori e operatori, dal momento che l’amministrazione aveva saturato i posti nelle comunità. Oggi, – prosegue – siamo in uno stato di emergenza e va affrontata come tale».

Di qui una riunione tenutasi la scorsa settimana negli uffici del Comune, alla quale hanno preso parte Regione, Prefettura, Questura, Forze dell’ordine, rappresentanti del terzo settore e Procura. «Abbiamo portato delle proposte concrete nel brevissimo termine – racconta Lizzio – che mettano in sicurezza le strutture e i quartieri che le ospitano, che incidano in maniera efficace sui ragazzi autori di reati, in modo da separarli da chi invece vuole essere accolto e avviare un percorso di crescita. Tra le proposte abbiamo, quindi, chiesto di posizionare dei vigilantes fuori dalle comunità. Molti di loro provengono da Albania, Tunisia, Egitto, attraverso la Libia e la maggior parte – argomenta Lizzio – arriva a bordo di traghetti e aerei, accompagnati da qualcuno. E’ anche lì che bisognerebbe indagare, perché se si escludono i familiari, chi c’è dietro a queste partenze? Pensiamo ad una tratta, qualcuno che li obbliga a partire e svolgere attività criminali, perfino la prostituzione di ragazzi, un fatto che abbiamo avuto modo di apprendere». Per l’operatore dei Ceis ci sarebbe anche un problema d’urgenza, quello di ripensare il sistema dell’accoglienza e dotarlo di strumenti più efficaci.

Luca Villa, presidente del Tribunale per i minorenni di Genova, parla di una situazione che desta preoccupazione, ma che è ancora lontana dai livelli di emergenza. «In Liguria – spiega – i numerosi arrivi degli ultimi mesi hanno generato delle difficoltà nel sistema di welfare. Se l’amministrazione aveva 160 posti previsti dalle divisioni ministeriali per i minori stranieri non accompagnati, è chiaro che se poi ne giungono 300,  deve riorganizzarsi in tempi brevissimi per allestire la macchina. Un compito non facile soprattutto se non hai nemmeno le risorse, con il rischio di trovarsi nuovi minori, che durante il giorno non sono impegnati in attività o nei corsi di italiano, che in estate si interrompono. Il risultato – conclude Villa – è che finiscono per gironzolare nelle strade del centro, dove vengono avvicinati da balordi, che li coinvolgono in fatti devianti».

Dai dati forniti dall’ufficio del procuratore Capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Genova, Tiziana Paolillo, emerge che i minori denunciati presso la locale Procura (che ha competenza distrettuale su tutta la Liguria e la Provincia di Massa Carrara), nell’anno giudiziario 2021, sono stati 1912, di questi 524 stranieri (il 25%). Nel primo semestre 2022, i procedimenti iscritti a carico di minorenni sono stati 851 (il 26% in più rispetto al 1° semestre 2021), di questi 319 sono stranieri (35%). Il numero di arresti da gennaio a giugno 2022 è identico a quello del 2021; mentre le misure cautelari richieste nei primi sei mesi di quest’anno sono superiori del 55% rispetto a quelle dello stesso periodo 2021. «Su questi ultimi dati – chiarisce il procuratore Capo – non posso ancora fare un calcolo poiché le statistiche complessive dell’anno giudiziario 2022 vengono fatte dopo l’estate, spesso, dall’arrivo di ragazzi ormai prossimi al raggiungimento della maggiore età, rispetto ai quali ogni intervento educativo è spesso difficile anche per il poco tempo a disposizione. I dati – prosegue Paolillo – dimostrano, a livello generale, un incremento della devianza minorile, italiana e straniera, nel distretto della Corte di Appello di Genova nel 2022 rispetto agli anni precedenti. Occorrerà poi monitorare i numeri alla fine dell’anno per trarre le dovute riflessioni. Abbiamo certamente registrato nel primo semestre del 2022 un incremento dei minori stranieri non accompagnati, che si sono resi responsabili soprattutto di reati contro il patrimonio (in particolare rapine). Non mi sento di definirla un’emergenza: si tratta sicuramente di un fenomeno legato al numero di arrivi che, nel 2022, dopo il Covid, è tornato ad essere massiccio».

Rielaborando invece i dati pubblicati lo scorso 18 marzo dall’ufficio Statistiche del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, emerge che nel 2021 (anno in cui vigevano ancora le misure anticovid) su tutto il territorio nazionale il numero di minorenni e di giovani adulti segnalati dall’autorità giudiziaria è diminuito del 10% rispetto al 2019 (periodo pre pandemia): 12.500 circa (contro i 13.500 del 2019). Analizzando le diverse aree del Paese, si rileva che lo scorso anno al Nord i minori segnalati sono stati 4.800 (le cifre sono arrotondate per difetto o per eccesso, quelle per intero sono riportate in tabella), di cui 1.640 gli stranieri, pari al 34%. Numeri che non hanno subito variazioni di rilievo al Centro, con il 30% dei minori stranieri denunciati, mentre al Sud la percentuale straniera cala al 10%. Nelle isole, al contrario, si e verificato un aumento di 7 punti percentuali rispetto al Mezzogiorno d’Italia. Ancora, una riduzione del 20% del totale italiani stranieri finiti in custodia cautelare presso gli Istituti penali minorili (Ipm), si registra nel 2021, con 835 minorenni (di cui 367 stranieri pari al 42%), contro i 1.030 del 2019. Le principali città italiane che nel 2021 hanno visto il maggior numero di ingressi di italiani e stranieri negli Ipm sono nell’ordine: Milano (168), Torino (121), Napoli (103), Roma (94), Bologna (79), Catania (53), Palermo (36). 

Marina Pupella
MarinaPupella

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