Proseguono i cambi al vertice nel governo del Vietnam

Proseguono i cambi al vertice nel governo del Vietnam

22 Maggio 2024 0

Ancora sostituzioni agli alti piani della struttura statale del Vietnam. Nel mezzo di una campagna anti-tangenti che ha visto coinvolti molti funzionari, ad Hanoi vengono effettuati cambiamenti nelle posizioni chiave, cercando di non scuotere troppo la stabilità di un Paese che sta vivendo un periodo di notevole sviluppo economico e sociale.

Un nuovo portavoce del Parlamento e un nuovo Presidente

La scorsa settimana l’Assemblea Nazionale del Vietnam ha eletto all’unanimità Tran Thanh Man come suo nuovo portavoce. Sostituisce così Vuong Dinh Hue, di cui era vice e che si era dimesso a causa di non meglio precisate “violazioni e mancanze”. Il sessantunenne Man era capo dell’organizzazione Fronte della Patria Vietnamita ed era stato anche presidente della provincia di Can Tho nella regione del Delta del Mekong. Il Comitato centrale del Partito ha pure nominato un nuovo Presidente dello Stato, che sarà il sessantaseienne ministro della Pubblica Sicurezza To Lam. Non lascerà però il suo incarico al dicastero, ma lo sommerà a quello di presidente, sostituendo Vo Van Thuong, che a marzo si era ritirato dopo solo un anno di mandato a seguito di accuse di violazione delle regole del partito.

Stabilità e cambiamenti

Il Vietnam è da molti anni stabile ed economicamente in crescita, sebbene oggi stia attraversando una fase di cambiamenti di vertice che getta alcune ombre sulla gestione del potere nel Paese del sud-est asiatico. Nell’edizione 2022 dell’annuale classifica dei Paesi del mondo stilata dalla U.S. News & World Report era addirittura entrato nella “top 30”. Aveva ricevuto una buona valutazione in termini di economia, politica estera, forza militare e soft power e superando concorrenti regionali molto forti come Thailandia e Indonesia. Tuttavia, oggi la situazione sta preoccupando sia gli investitori stranieri che gli stessi componenti dell’apparato statale. Infatti è peculiare avere due presidenti e un portavoce del Parlamento cambiati in meno di 18 mesi a causa di illeciti non esplicitamente spiegati e una campagna anti-corruzione che ha già fatto cadere molte teste nel Partito.

Candidati a segretario generale

L’interrogativo che va ancora sciolto e che forse sarà determinante per il futuro del Paese è quello del prossimo Segretario generale del Partito. L’ottantenne Nguyen Phu Trong dovrebbe lasciare nel 2026 dopo ben tre mandati. In preparazione al 14esimo Congresso nazionale, che si terrà fra meno di due anni e dal quale dovrebbe uscire il suo successore, gli occhi sono puntati su quattro probabili candidati, ciascuno detentore di una carica-pilastro della struttura politica del Paese. Nessuno di loro è particolarmente favorito, perché tutti presentano sia dei punti di forza che dei lati deboli o discutibili.

Il primo è certamente il presidente To Lam, che suscita inquietudine per le connessioni nel mondo della sicurezza, grazie a cui potrebbe trasformare il Vietnam in uno Stato di polizia. Il portavoce del Parlamento Tran Thanh Man non ha grande popolarità né un’esperienza gestionale di alto livello, avendo salito la scala gerarchica tramite posizioni di rilevanza politica relativamente bassa. Il primo ministro Pham Minh Chinh è ancora in sella dopo gli ultimi due anni tormentati, ma è macchiato dalla vicinanza all’imprenditrice Thi Thanh Nhan condannata in contumacia per brogli e tangenti. Infine c’è il generale Luong Cuong, membro del segretariato del Partito che manca di esperienza di comando ai vertici di ministeri o suddivisioni amministrative.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.