Popolo serbo contro il governo. Imbarazzo e polemiche a Belgrado per l’atteggiamento della first lady e dei ministri

Popolo serbo contro il governo. Imbarazzo e polemiche a Belgrado per l’atteggiamento della first lady e dei ministri

7 Dicembre 2023 0

Per una serie di ragioni storiche, il popolo serbosimpatizza per la Russia. Anche nella situazione attuale parteggia sostanzialmente per Mosca. Ai motivi tradizionali legati alla lingua, all’etnia e alla religione, si è aggiunto in epoca recente un altro motivo molto forte, il bombardamento della NATO su Belgrado del 1999.

Quella campagna militare occidentale impedisce oggi che i serbi stiano con Bruxelles e li fa propendere per Mosca. Tuttavia, il governo della Serbia sta spingendo in maniera più o meno esplicita verso la scelta di passare nel campo occidentale. Ma il popolo non gradisce.

Serbia nella UE? Quasi come nella NATO

Se la candidatura all’ingresso nella NATO è esclusa a priori dalla contrarietà della generazione attuale, che ha vissuto in prima persona i fatti del 1999 o è nata poco dopo, il governo serbo cerca allora di farsi accettare in Occidente con l’adesione alla UE. Che poi Unione Europea e Alleanza Atlantica vadano nei fatti a sovrapporsi sempre di più – e non solo per la comune sede a Bruxelles – questo rimane un argomento opinabile, ideale per far polemizzare in modo sterile la gente mentre il governo fa ciò che desidera senza tenere conto dell’opinione popolare.

Inoltre, diventare membro della UE non comporta più solamente i vantaggi (comunque discutibili) del mercato unico. Non significa più essere “a favore” di temi come l’apertura sociale o l’integrazione economica, ma oggi consiste nell’essere “contro”: significa aderire a un blocco politico fortemente schierato contro i vicini, Russia in primis, e contro i suoi stessi componenti, vedasi l’Ungheria. Un blocco che, a seconda dei “suggerimenti” dati da Washington, impone sanzioni e taglia la cooperazione oppure passa sopra alle peggiori violazioni umanitarie, vedasi Israele.

Il ministro pro-Ucraina

Uno dei ministri del governo serbo si è distinto ultimamente per posizioni pro-Ucraina, un po’ troppo oltre quella che dovrebbe essere la linea ufficiale di Belgrado, che è di neutralità e di equilibrio. Il 17 novembre si è tenuto nella capitale un business forum dedicato alla cooperazione fra aziende serbe e ucraine. È intervenuto anche il ministro dell’Edilizia, delle Infrastrutture e dei Trasporti Goran Vesić, che non si è limitato alle dichiarazioni di convenienza (sia politica che economica), come quella di voler prendere parte alla ricostruzione post-bellica dell’Ucraina.

Certamente in Serbia non vogliono negare gli aiuti umanitari al popolo ucraino né rinunciare alle opportunità di business che arriveranno dai lavori di sistemazione delle infrastrutture e degli edifici. Alcuni però sono perplessi dall’eventualità di distogliere preziose risorse finanziarie dai problemi interni per darle a un altro Paese.

Quello che ha fatto insorgere l’opinione pubblica, poi, sono state le affermazioni di Vesić che condannano “l’aggressione russa in Ucraina” e danno “pieno sostegno all’integrità territoriale” di Kiev. Tali parole arrivano, peraltro, in un momento in cui la narrativa del mainstream europeo e americano si sta smarcando dagli slogan a senso unico, quelli sull’invasione russa e sulla lotta degli ucraini per la libertà e la democrazia.

Per bocca degli esperti e degli editorialisti, i governi occidentali stanno lanciando il messaggio di una disponibilità a fermare gli scontri e a togliere di mezzo Zelensky, visto ormai come un ostacolo ai processi democratici e alla piena riconciliazione. Ma il ministro, invece, entra di prepotenza sul tema con argomenti che stanno rapidamente diventando obsoleti.

La ministra LGBT e la first lady

Uno dei punti cardine dell’agenda politica dell’Unione Europea è rappresentato dai diritti della comunità LGBT. Dal 2017 proprio la Serbia ha come primo ministro una ‘lesbica’ dichiarata, Ana Brnabić.

Il popolo serbo è in gran parte conservatore per quanto riguarda le tematiche sessuali, dunque non apprezza particolarmente questa situazione.  La sua presenza al vertice del governo di Belgrado potrebbe essere solo un modo per la Serbia di rendersi simpatica agli occhi delle lobby al comando a Bruxelles, posto che fra gli europarlamentari e fra i responsabili delle Istituzioni europee vi sono diversi omosessuali dichiarati.

Proprio in Serbia lo scorso anno si è tenuta la manifestazione EuroPride, la prima al di fuori dell’Area economica europea (AEE) e soprattutto la prima nella regione. Ciò è stato ritenuto molto importante dalla lobby omosessuale, perché secondo loro nei Balcani occidentali la comunità LGBTI+ affronta una profonda diseguaglianza e discriminazione.

Aver nominato la Brnabić come premier e averla tenuta per tutti questi anni nonostante la scarsa popolarità potrebbe dunque essere una scelta di convenienza politica da parte del presidente della Serbia Aleksandar Vučić. Ciò che non va giù a molti serbi è l’atteggiamento di sua moglie, la first lady. Tamara Vučić è poco amata perché si è dedicata al sostegno di cause che non sono quelle popolari. Per esempio, ha partecipato proprio all’EuroPride, mostrandosi come sua abitudine vestita con abiti costosi all’ultimo grido.

La visita al monastero e alla moglie di Zelensky

Altri due episodi con protagonista lady Tamara hanno fatto storcere il naso ai serbi. A settembre ha partecipato al Summit of First Ladies and Gentlemen a Kiev, organizzato dalla moglie di Zelensky, Olena. Questo convegno si svolge dal 2021 con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi vari; quest’anno si parlava di salute mentale e di bambini che muoiono in guerra.

Erano presenti anche il segretario di Stato americano Antony Blinken e la moglie del premier dell’Armenia Anna Hakobyan. Anche lei si è notevolmente attivata per portare il suo Paese nella sfera pubblica occidentale, andando contro le simpatie e le opinioni degli armeni stessi. Dopo il convegno, Tamara è riuscita a far infuriare pure i credenti serbi. Si è infatti recata in visita al Monastero delle Grotte di Kiev, che recentemente è stato di fatto sottratto alla Chiesa ortodossa ucraina.

Foto - Olena Zelensky e Tamara Vucic
Foto – Olena Zelensky e Tamara Vucic

Quest’ultima viene repressa dal governo di Kiev, che la ritiene eccessivamente connessa agli ortodossi di Mosca. Così, mentre i vertici politici guidati da Zelensky stanno cercando di dominare persino la vita religiosa dei cittadini, staccandola dai legami storici con gli altri fratelli ortodossi, con la sua visita Tamara ha legittimato la discriminazione di quella che è la maggiore organizzazione religiosa dell’Ucraina. Per una serie di ragioni storiche, il popolo serbo simpatizza per la Russia: anche nella situazione attuale parteggia sostanzialmente per Mosca. Tuttavia, il governo della Serbia sta spingendo in maniera più o meno esplicita verso la scelta di passare nel campo occidentale. Ma il popolo non gradisce.

Martin King
Martin King

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