Palau, il presidente Whipps inizia il secondo mandato, con la conferma del sostegno di USA e Taiwan
Lo scorso 5 novembre le elezioni presidenziali non si sono svolte solamente negli USA, ma anche nel piccolo Stato insulare di Palau. Questo arcipelago situato a sud-est delle Filippine ha un forte legame storico proprio con Washington. Ha vinto di nuovo Surangel Whipps Jr., che il 16 gennaio ha ufficialmente iniziato il suo secondo mandato consecutivo.
Tra Cina e Stati Uniti
Whipps ha battuto Tommy Remengesau Jr., che a sua volta era stato presidente per ben due volte prima di lui. Entrambi hanno una posizione favorevole a mantenere e rafforzare i legami con gli Stati Uniti. Lo status quo oggi viene messo in discussione dall’influenza che la Cina cerca di esercitare sui Paesi dell’Oceano Pacifico. Palau ha in questo senso un ruolo strategico piuttosto importante e i paluani ne sono consci. Whipps ha un atteggiamento più marcatamente filo-americano rispetto a quello mostrato dal suo sfidante in campagna elettorale, ma questa volta non ha polemizzato sulle pressioni di Pechino allo scopo di togliere il riconoscimento a Taiwan. I suoi elettori ne fanno una questione interna, al pari della lotta al narcotraffico e all’inquinamento. Il problema è rappresentato ad esempio dagli investitori cinesi che acquistano grandi proprietà bloccandone poi lo sviluppo commerciale.
L’alleanza con Washington
Whipps non ha calcato la mano sulla questione della Cina. In compenso si mostra disposto ad aumentare sull’arcipelago la presenza militare a stelle e strisce, che considera un deterrente alle ambizioni di Pechino. Durante la sua presidenza, Biden aveva già firmato un memorandum d’intesa con Palau per rafforzare il partenariato bilaterale e stabilire l’entità dell’assistenza allo sviluppo economico di questo Paese. A pochi giorni dalla fine del suo mandato, Biden ha chiesto al Congresso la ratifica di un accordo di libera associazione con Palau e anche con le Isole Marshall, oltre all’approvazione di un accordo di cooperazione con la Thailandia. Fino all’ultimo cerca quindi di cementare le relazioni con alleati chiave nell’ottica del contrasto all’influenza cinese nella regione. Questi patti hanno un valore di 7,1 miliardi di dollari e daranno a Palau e alle Marshall il diritto di chiedere assistenza finanziaria e di altro genere ad alcune agenzie federali statunitensi.
Il sostegno a Taiwan
Attualmente sono dodici gli Stati che riconoscono la sovranità di Taiwan e intrattengono con essa relazioni diplomatiche ufficiali. Tra di essi vi è il Vaticano, il Guatemala, il Paraguay, il Belize e anche Palau. Il Ministro degli Esteri taiwanese si è recato nella capitale Ngerulmud per presenziare al secondo insediamento di Whipps e per parlare di cooperazione bilaterale. L’obiettivo per Taipei è di rafforzare la sua presenza nel mondo e i legami con un Paese che non teme di “tifare” apertamente per essa, ma che anzi ne trae beneficio in ambiti come la modernizzazione tecnologica, la medicina e il turismo. Il ministro è stato infatti accompagnato nel viaggio a Palau da una delegazione industriale, allo scopo di capire meglio l’ambiente del business palauano.

Raccogliere le voci dei protagonisti dalle varie parti del mondo e documentare i numeri reali inerenti ai grandi dossier e questioni d’attualità è il modo migliore e più serio per fare informazione. L’obiettivo finale è fornire gli strumenti ad ogni lettore e lettrice per farsi una propria opinione sui fatti che accadono a livello mondiale.